Filippo a 25 anni è andato a lavorare in Cina lavorare a pechino

Filippo, 25 anni di Bassano del Grappa, si è trasferito a lavorare a Pechino dove si occupa di certificazione ambientale. Filippo Xausa 25 anni, un giorno prende una decisione importante e cambia vita! Si è trasferito a lavorare in Cina. Studiare, ottenere un diploma, e cercare invano un lavoro… che purtroppo non arriva mai, quanti ragazzi che ogni giorno combattono con questo tipo di problema… Filippo è uno di quei ragazzi… ogni giorno accendeva il suo computer e “perdeva” le sue giornate a trovare un qualsiasi lavoro ma senza avere mai una risposta… un giorno però tutto cambia…

Ciao Filippo ti ringrazio per la tua voglia di raccontare la tua storia. Allora dove vivi e da quanto tempo ti sei trasferito a lavorare a Pechino?

Mi sono trasferito DEFINITIVAMENTE a lavorare a Pechino 3 mesi fa, con visto lavorativo e permesso di residenza. Ma è da Dicembre scorso che vivo a Pechino con visto d’affari (entrando e uscendo dal Paese).

In che località vivevi in Italia prima di trasferirti a lavorare a Pechino?

Bassano del Grappa, provincia di Vicenza.

-Come hai scoperto Pechino? E’ stata una scelta al buio la tua di andare a lavorare in Cina?

No al buio no perché comunque ci ero già stato per un tirocinio universitario e mi era piaciuta la città.

-Perché hai deciso di andare via da Bassano del Grappa e trasferirti a lavorare a Pechino?

Lì spendevo molto tempo fuori casa e su internet tutto il giorno per cercare lavoro, qualunque esso fosse. Ma non ottenevo alcun risultato, infatti anche i miei amici mi avevano consigliato di andarmene dall’Italia al più presto. Appena arrivato a Pechino il lavoro mi è piovuto addosso.

-E’ stato difficile ambientarsi e lavorare in Cina?

Un po’, ma solo per la lingua e per certi usi e costumi locali.

-Di cosa ti occupi?

Certificazione ambientale.

-Ora come passi le giornate?

Ora mi alzo alle 8 meno un quarto, prendo la metro e arrivo al lavoro alle 9. Inizio alle 9.30 (i cinesi sono un po’ pigri al mattino), alle 12 già si pranza, e poi si lavora fino alle 6.30. Non mangio mai a casa… i ristoranti locali sono a ottimo mercato, non serve andare al supermercato come da noi.

-Consiglieresti Pechino per una vacanza o per viverci?

Per una vacanza assolutamente si. Per viverci anche, ma bisogna sacrificare molto della nostra cultura e accettare in toto certe abitudini cinesi che per noi possono risultare un po’ ‘strane’ o scomode, e non tutti sono capaci di far questo. Non bisogna mai confondere turismo con immigrazione. Ovviamente poi c’è anche il problema della lingua.

-Hai malinconia di Bassano del Grappa da quando ti sei trasferito a lavorare in Cina?

Mi manca la tranquillità del mio paese d’origine, e sentire il dialetto della mia zona.

-Ti senti con i tuoi amici e parenti Italiani?

Si, comunico spesso con loro. Skype e facebook li uso quotidianamente per comunicare con i miei amici, sono strumenti essenziali per ‘gustare’ un po’ di Italia dopo una giornata lavorativa intensa a Pechino.

-Vivi da solo?

No,vivo con la mia ragazza cinese.

-Come passi il tuo tempo libero?

Mi piace tenermi in contatto con i miei amici conosciuti in tutto il mondo durante i miei viaggi degli anni scorsi, mi piace chattare con loro e scambiare nuove esperienze. Amo il calcio come tanti ragazzi italiani e i giochi rompicapo, tra cui gli scacchi.

-Hai notato delle differenze di vita tra l’Italia e lavorare in Cina?

Filippo a 25 anni è andato a lavorare in Cina lavorare a pechinoPotrei raccontare una valanga di cose, dalla propaganda cinese alla mafia italiana… ad ogni modo la differenza più grande è la vita frenetica di Pechino, nonostante siano abbastanza pigri come lavoratori. Anche in città grosse come Milano o Roma dove sono stato per brevi periodi non si respira lo stesso clima di intensa attività della capitale cinese. D’altra parte bisogna ammettere che loro si stanno sviluppando moltissimo, sia industrialmente che socialmente, sempre più cinesi vogliono imparare le lingue europee, e nonostante siano persone dotate di poca iniziativa dimostrano comunque una fortissima ambizione, qualunque cosa essi facciano.

Filippo a 25 anni è andato a lavorare in Cina lavorare a pechinoUn aspetto curioso che ho notato è il traffico. I cinesi usano tantissimo il clacson per avvertire i pedoni del loro arrivo, infatti degno di nota è la totale mancanza di rispetto per le norme del traffico (sempre se esiste un regolamento..), sembra che le auto abbiano la precedenza invece dei pedoni, i semafori vengono rispettati ‘abbastanza’ dai veicoli ma non dalle persone, eppure in 9 mesi trascorsi non ho ancora visto un incidente, forse (penso io) perché c’è molta più attenzione da parte di chi guida rispetto agli italiani.

C’è da dire anche che la Cina in molti suoi aspetti assomiglia molto all’Italia: amano la confusione nei ristoranti, parlare del più e del meno..e anche dal punto di vista sentimentale sono persone molto gelose e passionali. Con i giovani si fa molto presto a fare amicizia, e si affezionano facilmente, sotto questo aspetto non rimpiango l’Italia.

-Raccontami in tue parole la Cina..

Mi vengono in mente tantissime cose… la Cina è un autentico paradosso… pullula di manifesti a favore del partito comunista.. la propaganda comunista è ovunque.. ma se giri l’angolo ti trovi di fronte a immensi centri commerciali dove svettano le più grandi firme straniere… da Gucci a Dior, da Armani a Prada… Lancome, Zara… per non parlare della loro passione per le auto, soprattutto i Suv. Tutto sembra continuamente contraddirsi in ogni aspetto della vita giornaliera di questo popolo.

Ho vissuto in diversi appartamenti, e molto spesso la pulizia e l’igiene erano molto carenti rispetto ai nostri standard, anzi direi che anche gli inquilini degli appartamentini più sudici delle case popolari a Roma inorridirebbero.. ma se chiedi a qualche amico cinese di sedersi su un muretto per riposarsi dopo una lunga camminata ti rispondono ‘non è igienico’ il che fa sorridere.

La vita frenetica accentua la sensazione di quanto sia strano questo Paese, tutto sembra più veloce e il numero dei cinesi a Pechino dà l’idea di quanti siano dato che a qualunque ora del giorno le strade sono piene di veicoli mentre nella metro si riesce a trovare un posto libero solo dopo le 9.30 di sera.

Come sono stati questi tuoi primi 9 mesi a lavorare a Pechino?

L’emozione più forte l’ho provata durante il capodanno cinese. I fuochi d’artificio sono veramente impressionanti, rispetto ai quali i petardi di Napoli non sembrano poi cosi potenti, ma l’aspetto che più mi ha fatto piacere è stato il calore dimostrato da una famiglia che ho conosciuto durante una gita lungo la riva di un famoso lago di Pechino.

Filippo a 25 anni è andato a lavorare in Cina lavorare a pechinoSapendo che trascorrevo il capodanno cinese a casa da solo mi hanno invitato a cena da loro con amici e parenti (che per fortuna anche loro parlavano inglese) e da li è nata una delle molte care amicizie che ho stretto in questi ultimi mesi. Noi vediamo i cinesi come persone molto riservate, spesso impenetrabili.. ma chi conosce la bene questo popolo sa che non è realmente così, sono molto ospitali. Purtroppo noi vediamo solo la punta dell’icesberg, perché come ho già detto in precedenza confondiamo sempre il turismo con l’immigrazione.

Di Maria Valentina Patanè 05/11/2011

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