Geraldina si trasferita a vivere e lavorare in Nuova Zelanda 12 anni fa!

Geraldina, da Vicenza, si trasferita a vivere e lavorare in Nuova Zelanda 12 anni fa.
Ha lavorato un po’ in un hotel 5 stelle, in un vivaio di piante native, in una fabbrica di frigoriferi, poi ha incominciato ad insegnare Italiano in scuole serali private e anche al politecnico di Christchurch.
Ci racconta la sua esperienza agli antipodi dell’Italia.

Ciao Geraldina, vuoi presentari ai nostri lettori?

Mi chiamo Geraldina, ma qui in Nuova Zelanda mi faccio chiamare con il mio secondo nome a cui ho dato uno spelling inglese, Madalene, suona meglio con la loro pronuncia. In Italia sono sempre Geraldina.

Di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Sono nata a Vicenza , vissuto in un paese a 13 km dove mio padre aveva una rinomata farmacia e sperava seguissi le sue orme.
I miei studi si sono invece diretti sulle Scienza Naturali e nel frattempo coltivavo una fervente passione per le arti marziali e le filosofie orientali. A Padova avevo una palestra molto bella con tanti istruttori e attività’ varie, questo per parecchi anni.

Quando e perchè è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

Poi, quando ho ceduto la palestra, sono stata in Germania per due anni e li’ ho conosciuto la Nuova Zelanda, molto più’ nota tra i tedeschi che non tra gli italiani, più’ restii a viaggi lunghi, adesso non so.
All’epoca, 20 anni fa, stavo con un ragazzo tedesco e alla vista di immagini favolose ci siamo informati sul clima, la vegetazione ect, oltre a strane coincidenze, tutto pareva suggerirci che la Nuova Zelanda fosse un vero paradiso, la nostra Shamballa.
Volevo un cambio netto, sfidare me stessa e conoscere una realtà’ diversa senza le facilitazioni della mia lingua madre, con un contatto profondo nella natura, ecco.

Sei partita da sola o con il partner?

Alla fine ci sono partita da sola, 12 anni fa…

Come hai affrontato/risolto il problema del visto permanente per la nuova Zelanda?

Durante il mio terzo viaggio, da sola, incontrai l’amore della mia vita, per così’ dire (!), un neozelandese di Dunedin, bello, aitante, fascinoso etc, da perdere la testa insomma. Non sapevo allora che mi stavo aggiungendo ad una lunga lista di… ammiratrici!!!!
Comunque il matrimonio mi ha consentito, dopo 2 anni insieme in Italia, di ottenere la cittadinanza.

In che cosa consiste la tua attività?

I primi anni a Christchurch non avendo la residenza e’ stato difficile ottenere agevolazioni e supporto sociale, oltre a dover studiare e integrarmi con la lingua, vivendo da sola.
Ho lavorato un po’ in un hotel 5 stelle, in un vivaio di piante native, in una fabbrica di frigoriferi (un mese!), poi ho incominciato ad insegnare Italiano in scuole serali private e anche al politecnico di Christchurch. E’ stata un’esperienza simpatica e prestigiosa, il fare parte del team insegnati per Politecnico di Christchurch. Nel frattempo avevo clienti per sedute Shiatsu, life coaching e personal training.

Quante cose! Adesso a cosa ti sta dedicando maggiormente?

Mi sono spostata sopra Neslon e ho deciso di studiare arte e creativita’ per 4 anni, vincendo pure il supreme award 2012 Golden Bay, con un quadro (46x 60 inc) sulle orme di Twombly e Fontana 9 espressionismo astratto.
Ora sto cercando di combinare arte e terapie naturali per ottenere un introito regolare.

Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Paghe più’ basse, a meno di essere avvocati o dentisti di successo o altre attività’ nella ristorazione. Qui ti vogliono molto alla mano (sindrome dei papaveri alti!), niente personalità’ esuberanti, o esprimere i propri sentimenti ed emozioni. Mi han rifiutato più’ di una volta nel campo dove in Italia andavo forte, con la scusa “over qualified” solo perché’ parlavo troppo, suggerendo idee e dimostrando passione!!!! Questo e’ un lato poco simpatico di questo paese.
So di parecchi italiani qualificatissimi che han dovuto lavorare in fabbrica per qualche anno e rifare esami universitari per… uniformarsi allo standard di qua e per non distinguersi tra gli altri…
Magari Auckland e’ un po’ più’ cosmopolita e se si viene qui da giovani e’ diverso. Io parlo della mia esperienza e di tanti altri con cui sono venuta in contatto personalmente.
Anzi, l’ideale e’ venire qui in coppia, ci si sostiene e incoraggia.

Com’è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale così differente da quella italiana?

Integrazione? mai avvenuta completamente!!! E’ una cultura di cacciatori e allevatori, un’economia basata sulla carne e il latte, c’e’ un abisso con la cultura e lo stile italiano! Ci si sente sempre stranieri qui, manca sempre qualcosa.
Eppure dopo tanti anni non e’ facile tornare indietro, nonostante la nostalgia che del resto e’ più’ legata alle memorie passate che all’epoca corrente. Rimane una frattura che si può’ colmare tornado una volta all’anno in Europa a ricaricarsi di cultura e storia.
Qui c’e’ spazio, natura, paesaggi molto belli alla portata di tutti, raggiungibili. Lo stile può’ essere casual, senza timori di non apparire o vestire alla moda.

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?

La cucina, la pasticceria qui fan pena!!! Niente da paragonare con la qualità’ del cibo, case e materiali Italiani.
Ma questo passa, perché’ c’e’ dell’altro.
Le persone, sono un po’ come le pecore, seguono il gruppo, nelle abitudini, idee, valutazioni e giudizi… usano tante frasi fatte che dimostrano una certa pigrizia di far valutazioni proprie: troppa fatica!
Il bere, etc, non giova certo all’interesse per la conoscenza o l’evoluzione personale…
Conversazioni di carattere metafisico o di psicologia profonda, magari con riferimenti mitici o classici, te le scordi. Anche se ci sono dei circoli culturali specie nelle città più’ grandi, la base tuttavia manca di fondamenta e di flessibilita’ di pensiero connettivo.

Vivere in Nuova Zelanda sotto quali aspetti è meglio che in Italia? E sotto quali aspetti è peggio?

Vi raccomando vivamente di leggier quest libro: “The Passionless People” di Gordon McLauchlan www.bookcouncil.org.nz/Writers/Profiles/McLauchlan,%20Gordon
Con un certo umorismo l’autore descrive in maniera direi allarmante questo popolo senza passione.
Gli aspetti positivi del vivere qui dipendono da fattori strettamente personali e soggettivi: fascia di eta’, possesso di qualifiche ed esperienze richieste qui, trasferirsi con famiglia, portare un capitale che qui permette di “comperare” uno stile di vita che in Italia non ti puoi permettere.
Se questi fattori sono presenti le possibilità di creare una situazione piacevole e soddisfacente sono buone.
Non saprei come generalizzare in altro modo… Credo di essere abbastanza oggettiva, essendo una persona che analizza e studia la vita trovo difficile fornire risposte universalmente valide. Saprei essere più’ precisa e pertinente se qualcuno mi esponesse il suo caso personale…
Un’altra cosa: se si e’ vegetariani o “peggio” vegani come sono diventata da 3 anni, e’ dura, si ha timore di esprimersi per non essere tagliati fuori del tutto. Ho avuto esperienze spiacevoli.

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme in Nuova Zelanda?

In conclusione la Nuova Zelanda può’ andare bene se ci si associa ad Europei o connazionali, se ci si crea una nicchia propria, traendo il meglio di ciò’ che offre e limitandosi a parlare del tempo con i locali, sorridendo e offrendo un comportamento da sempliciotti!

Email: madalene2012@yahoo.co.nz

Di Massimo Dallaglio 05/06/2013

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