FEDERICA BIFOLCHI – VIAGGIARE PER IL MONDO E TROVARE L’AMORE ALL’ESTERO
Federica Bifolchi, una giovanissima ragazza intraprendente originaria di Spoleto, ha deciso di lasciare l’Italia affrontando un viaggio in solitaria verso l’Australia. Ha poi conosciuto l’amore con cui ha continuato a viaggiare in Nuova Zelanda, Russia, Asia, Europa, fino ad oggi, pronti per una nuova avventura da vera wanderlust. Leggiamo la sua storia:
Ciao Federica, raccontaci chi sei e cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?
Ciao a tutti, Io sono Federica Bifolchi ho 21 anni. Sono nata a Spoleto ma ho passato tutta la mia adolescenza ad Umbertide, in provincia di Perugia. Prima di partire ero una studentessa del liceo con tanta sete di conoscenza e avventura, ma non particolarmente per la scuola.
Come tutti i bambini, ai genitori si dice sempre che appena compiuti i 18 anni si andrà via di casa per diventare indipendenti ma poi la verità è che nessuno veramente prende queste decisioni, o pochissime persone. Personalmente ho sempre dimostrato la mia voglia di viaggiare, esplorando l’Italia in treno, grazie anche ad amicizie sparse per tutta la penisola. In uno di questi piccoli viaggetti mi sono imbattuta in un personaggio simpaticissimo che mi ha aperto gli occhi sulle possibilità di visti di lavoro che i giovani hanno se si recano all’estero, specialmente in Australia.
Quando sei partita e quali paesi hai visitato?
In terzo liceo dissi ai miei genitori che l’università non avrebbe fatto parte del mio percorso formativo perché nella mia testa c’era solo l’Australia e l’Avventura. Così per due anni e mezzo ho ripetuto a tutti con grande fermezza e serietà che sarei partita subito dopo la fine del quinto anno. Ho sempre avuto questa grande voglia di esplorare ma non ho mai voluto nessuno che partisse con me, ho sempre preferito farcela da sola che chiedere aiuto e lo stesso valeva per la terra dei canguri.
Venendo da una piccola cittadina dell’Umbria, le mie idee e i miei pensieri non erano proprio ben visti o supportati dagli adulti o dai miei professori mentre mia mamma, gran donna, e mia nonna, grandissima donna, mi hanno sempre supportato nelle mie scelte più folli. Prima di partire lavoravo come Hair Model e anche in un ristorante, facendo un po’ di tutto, ma ammetto che se non fosse stato per la mia famiglia non ce l’avrei mai fatta a partire.
Poco dopo mesi dalla mia partenza ho conosciuto un ragazzo inglese, che poi è diventato il mio fidanzato e lo è tutt’oggi. Con lui ho visitato buona parte dell’Australia e tutta la Nuova Zelanda, dove poi ci siamo traferiti e abbiamo lavorato a Queenstown nel sud dell’isola. Poi dopo 8 mesi abbiamo deciso di ripartire e fare un viaggio che va dall’Asia all’Italia (per me, e fino in Inghilterra per lui) senza fari uso di aerei.
Abbiamo iniziato il nostro viaggio a Bali, poi ci siamo fatti una piccola uscita romantica a Gili T. Da qui siamo passati in Thailandia, Bangkok dove abbiamo ritrovato il migliore amico del mio fidanzato che avevamo lasciato in Australia, e con lui siamo poi partiti alla volta di Chang Mai per pochi giorni mentre attendavamo il visto Russo e per il Myanmar, che ci è stato approvato successivamente.
Prima tappa in Myanamr è stata Yangoon e poi abbiamo esplorato tutto il paese in senso orario passando per i tempi di Bagan, il ponte di Mandalay e Hsipaw, il lago di Inle, la Golden Rock in Kyaikto e infine delle spiagge meravigliose a Ngwesaung. Per motivo di visto e leggi burocratiche e politiche abbiamo dovuto prendere l’aereo fino ad Hong Kong e annullare il nostro piano di entrare in Cina passando per il Tibet e l’Himalaya. Da li abbiamo poi viaggiato sempre solo in treno o autobus da ovest ad est tutta la Cina (visitando le montagne che hanno ispirato il film Avatar, l’esercito di terracotta, la Grande Muraglia Cinese e Shanghai) quando poi a Pechino ci aspettava il treno transiberiano che ci ha portato a Mosca dopo 5 notti e 6 giorni di treno no-stop.
Dalla capitale russa con le sue metro di carattere ottocentesco e con quella cattedrale da fiaba siamo poi passati alla Venezia del Nord, San Pietroburgo e da li siamo arrivati a Tallin e poi Riga, poi siamo scesi a Cracovia per visitare Auschwitz, poi ancora Praga, intensa con il suo stile gotico, ed infine Utrecht e Amsterdam dove ci ha accolto il nostro amico conosciuto in Australia che non vedevano da quasi un anno, dopo aver speso con lui giornate intere e viaggi interminabili.
Da Amsterdam il mio fidanzato e il suo amico hanno preso un autobus per Londra, mentre io ero diretta a Parigi, per poi cambiare a Milano e prendere un treno fino a Spoleto dove avrei sorpreso mia mamma e la mia famiglia perché nessuno di loro, a parte mia nonna, sapeva che stavo tornando a casa.
Cosa hai notato nella situazione lavorativa estera?
A livello lavorativo gli australiani, ma soprattutto i neozelandesi, sono molto più rilassati di noi tutto è fatto per piacere perché il lavoro non dev’essere vita ma dev’essere un modo per vivere meglio. Questa è probabilmente l’unica cosa che vorrei ci fosse anche in Italia.
Qual è il paese che ti è rimasto nel cuore?
Io mi sono innamorata del Myanmar (Birmania) tutto è così diverso vivono in un mondo completamente opposto al nostro dove conta più la felicità che i beni materiali.
Hanno aperte i confini da pochi anni quindi di turisti non ce ne sono e i paesaggi e le persone sono incredibili. Posto in cui tornerei volentieri specialmente per quelle spiagge fantastiche e sono silenziose.
Ti è mancata l’Italia?
Mi è mancata tanto la mia famiglia e il cibo, non posso negarlo, anche le bellezze che abbiamo noi. Solo a Roma ci sono un’infiità di patrimoni ceh non ce ne rendiamo nemmeno conto e tutti mi hanno sempre detto che avrebbero voluto vivere in Italia e si sorpendevano del fatto che io fossi partita quando veramente vivevo nel paese più bello del mondo.
Quali progetti hai/avete per il futuro?
Io partirò per raggiungere il mio fidanzato a Kent, mezz’ora da Londra, per vivere e lavorare fino a settembre 2017, quando ripartiremo alla volta del Canada per un anno lavorativo per poi visitarci tutto il sud America da nord a sud.
Cosa consiglieresti alle persone che vogliono lasciare l’Italia ma non hanno la spinta giusta a farlo?
Io consiglieri solo di partire. Di non ascoltare nessun altro se non se stessi e di non essere materiali perché una volta morto non verrai a dire “avrei dovuto comprare quel telefono” ma dirai “avrei dovuto viaggiare di più, fare di più, vedere più”. È più importante dare qualcosa agli altri con le propria esperienza o la propria voglia di vivere piuttosto che un qualcosa di materiale che finirà sui regali accantonati mai desiderati. Il mondo è fatto più di cose meravigliose, posti da sogno che si nascondono ovunque, basta cercarli. Ma senza uscire di casa non si potrà mai fare niente, lasciate le vostre idee materiali e pensate solo ad essere felici con ciò che veramente vi rende felici.
I contatti di Federica Bifolchi:
https://www.facebook.com/federicabif
https://www.flickr.com/photos/federicabifolchi/
https://www.instagram.com/federicabif/@federicabif
Intervista di Manuela Camporaso