IL GIRO DEL MONDO LAVORANDO COME NOMADE DIGITALE

Giulia Raciti, dopo avere lavorato a Londra per 4 anni ha deciso di partire, viaggiando da sola completando il giro del mondo “zaino in spalla” mantenendosi lavorando come “nomade digitale.

“Sono partita a gennaio 2011 e questo giro del mondo è durato 3 anni. 
Non doveva essere così lungo, l’idea era di viaggiare solo per 6 mesi, ma visto e considerate che guadagnavo a sufficienza per potermi mantenere (vita senza fronzoli ma pur sempre per le strade del mondo) mi sono fatta prendere un pò la mano. E il viaggio in Centro America è lentamente diventato un giro del mondo!

In questi anni di viaggio mi sono mantenuta lavorando come seo e copywriter freelance per clienti in Europa e ora vivo tra Londra e Berlino continuando a lavorare come free lance e come consulente di viaggi per destinazioni “complicate” in giro per il mondo, in particolare le Galapagos, grazie a dei contatti locali con cui ho avviato delle splendide collaborazioni.”

Ciao Giulia, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?


Siciliana, di Taormina per l’esattezza, ho vissuto per nove anni a Roma dove ho studiato e ho lavorato per 4 anni come account manager in una web agency.

Mi sono poi trasferita a Londra nel 2007 dove ho lavorato come Italian SEO executive fino a Gennaio 2011.


Nel 2011 sono partita per il giro del mondo zaino in spalla in solitaria per tornare in Europa a giugno 2013. 
In questi anni di viaggio mi sono mantenuta lavorando come seo e copywriter freelance per clienti in Europa e ora vivo tra Londra e Berlino continuando a lavorare come free lance e come consulente di viaggi per destinazioni “complicate” in giro per il mondo, in particolare le Galapagos, grazie a dei contatti locali con cui ho avviato delle splendide collaborazioni.

Giulia Raciti ha completato il giro del mondo viaggiando da sola e lavorando come nomade digitale

Quando sei partita e per quale motivo hai deciso di partire “zaino in spalla”?

Sono partita a gennaio 2011 e questo giro del mondo è durato 3 anni. 
Non doveva essere così lungo, l’idea era di viaggiare solo per 6 mesi, ma visto e considerate che guadagnavo a sufficienza per potermi mantenere (vita senza fronzoli ma pur sempre per le strade del mondo) mi sono fatta prendere un pò la mano. E il viaggio in Centro America è lentamente diventato un giro del mondo!

Perché sono partita? 
Volevo lasciare Londra e prima di trasferirmi e ricominciare una nuova vita in una nuova città, volevo dedicare un pò di tempo a quello che ho sempre desiderato fare: viaggiare.

E prendere del tempo per motivarmi all’ennesimo cambio che stavo per affrontare.

Giulia Raciti ha completato il giro del mondo viaggiando da sola e lavorando come nomade digitale

Per quale motivo viaggi da sola?

Non viaggio sempre da sola ma ovviamente girare il mondo per tanti anni ti obbliga a una scelta del genere, è difficile trovare persone che hanno la possibilità che hai tu di poterti mantenere nonostante la vita itinerante.

Quindi senza troppo pensarci su, ho comprato un biglietto one way per Cuba e il 21 Gennaio 2011 è cominciata l’avventura, che di pianificato aveva ben poco, e poi si è evoluto come mai avrei potuto immaginare. 


Adesso che sono tornata in Europa sono rari I casi che viaggi da sola. a quando sono tornata ho fatto esperienza del viaggio in compagnia con chi sta sulla mia lunghezza d’onda ed è stata una splendida esperienza.

Ma se dovesse capitare non mi farei troppi problemi!

Giulia Raciti ha completato il giro del mondo viaggiando da sola e lavorando come nomade digitale

Come scegli e come organizzi i tuoi viaggi e le tue mete?

In base a quello che mi piace fare e cosa mi piacerebbe vedere.

Per esempio io sono cresciuta al mare e non sono una grande amante delle montagne e del trekking, generalmente non mi lascio condizionare dai MUST DO di una destinazione ma prediligo quello che secondo me si avvicina ai miei interessi, quindi prediligo la costa alla montagna. 


Di organizzato non c’è quasi mai nulla. Prenoto solitamente le prima due notti in ostello (o hotel, o riad, o divano sul couchsurfing e via dicendo), faccio un itinerario di massima, che non sempre seguo, e una volta arrivata mi lascio trasportare dalle sensazioni che provo.

In luoghi dove secondo il mio itinerario dovevo stare 3 giorni sono rimasta settimane, dove credevo di stare a lungo termine sono andata via pochi giorni dopo. 


Il viaggio, se vissuto sul lungo termine, non può essere pianificato troppo, ma si compone strada facendo. Se no si perde il bello del viaggiare stesso!

“Viaggiare senza soldi”, quanto ti ritrovi in questa definizione?

Non mi ci trovo per nulla!

Per viaggiare servono soldi ma non tantissimi, costa meno viaggiare per un mese in Guatemala o Cambogia o Bolivia che pagare un mese di affitto a Roma, o peggio ancora a Londra.


Viaggiare senza soldi significa che mentre sei in viaggio devi inventarti qualcosa per finanziarti. 
E io ho visto di tutto, decisamente persone che pensano oltre le convenzioni e si mettono in gioco. 


Viaggiare senza soldi per me vuol dire: che ci si arrangia e ci si inventa un qualcosa che ci permetta di guadagnare abbastanza per proseguire nel percorso.

Come ti mantieni? Cioè come finanzi il tuo “girovagare” per il mondo?

Continuo a lavorare come freelance copywriter e dopo aver vissuto per mesi alle Isole Galapagos grazie a una splendida collaborazione con una guida del Parco Nazionale che ho aiutato a rendersi indipendente grazie al web, aiuto chiunque voglia raggiungere questa splendida destinazione a prezzi locali senza costi di intermediazione. 


Da li ho fatto la stessa cosa con alter destinazioni “complicate”, come le definisco io, mettendo in contatto agenti ed operatori locali con I viaggiatori così che entrambi possano beneficiare dei servizi dell’altro. 


Sei una donna in viaggio da sola, ti sei mai trovata in situazioni pericolose? Se si, come le hai affrontate?

Personalmente no ma perché le ho sempre evitate e sono sempre stata molto attenta.


Ci sono Paesi più pericolosi di altri ma con le giuste precauzioni e un sano tocco di buon senso si può viaggiare dovunque senza mai incorrere in pericoli.

A volte bisogna fare meno gli spavaldi ma rendersi conto che non si è a casa propria e che pertanto non ci si può comportare con la stessa libertà. 


Giulia Raciti ha completato il giro del mondo viaggiando da sola e lavorando come nomade digitale

Usi degli accorgimenti particolari per risparmiare durante i tuoi viaggi e per l’alloggio una volta arrivata a destinazione?

Gli accorgimenti toccano tutte le sfere dalla vita quotidiana quando si è in viaggio. 


Viaggiare con i mezzi pubblici, dove possibile anche in autostop, in Europa funziona molto bene il car sharing, ovvero la condivisione di macchina. 


Dormire in ostelli in camera condivise oppure si fa richiesta di divano in couchsurfing, che è più difficile in Europa ma decisamente semplice in tutto il resto del mondo. 


Mangiare locale o si fanno i panini comprando gli ingredienti al super mercato…

In quale paese ti sei trovata meglio?

In tutti, credo tutto dipenda dalla attitudine con cui ti approcci ai Paesi.

I miei viaggi sono stati tutti bellissimi e ogni Paese mi ricorda bellissime cose, sarebbe incorretto dire in quale mi sono trovata meglio.

Di tutti ho amato le cose belle ma ho anche imparato a capire e smorzare gli aspetti che non mi piacevano

Dove ti trovi adesso e quali progetti hai in mente?

Al momento vivo tra Londra e Berlino, al momento ne ho tanti ma sai, quando ne hai troppi alla fine non ne hai realmente nessuno.

Sto sondando diverse possibilità e aspetto che il momento di gettarmi in qualche altra impresa mi chiami.

Il viaggio è una chiamata. Finche non chiama, mi godo la mia vita in queste vibranti e vivissime realtà metropolitane riconosciute mondialmente per la cultura, il divertimento, il meltin pot di nazionalità.

Che consigli ti senti di dare ad altre ragazze che desiderassero seguire i tuoi passi e viaggiare da sole in giro per il mondo?

Che fare il primo passo e sicuramente quello che spaventa di più ma che questa esperienza al giorno d’oggi costa molto meno di quanto ci si possa immaginare e soprattutto regala qualcosa che credo difficilmente altri eventi possono far provare: la libertà allo stato puro e l’apertura mentale. 


Viaggiare ti apre al diverso e ti insegna il rispetto. 
Una volta tornati a casa si riusciranno a vedere le cose sotto un punto di vista completamente differente e probabilmente si sarà in grado di dare valore alle cose, soprattutto le più piccole, tralasciando quelle futili perché in viaggio hai fatto esperienza del fatto, che vivi bene anche senza. 


Cambiano le tue priorità. Impari nuove lingue. Sei pronta per un cambio di vita radicale se lo vuoi.

Tornerai un giorno in Italia o stai cercando la tua meta definitiva all’estero?

Non credo che tornerò in Italia non per il momento.

Non ne faccio una questione di opportunità di lavoro perché tanto lavoro in maniera indipendente ma ne faccio una questione di stile di vita a cui ormai sono abituata da 7 anni. 


Dal 2007 vivo in città multiculturali, dove è facile parlare anche tre, 4 diverse lingue ogni giorno, sono a contatto con persone che provengono da tutto il mondo.

Così che questa per me è diventata una priorità, vivere in un luogo dalla popolazione eterogenea ed internazionale senza il DOVER cercarla ma semplicemente uscendo dal palazzo di casa.


Insomma vivere dove la prima domanda che si fa è: da dove vieni. Non che lavoro fai.

Giulia Raciti ha completato il giro del mondo viaggiando da sola e lavorando come nomade digitale

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?

Mi manca non tanto l’Italia quanto gli italiani e per questo sono sempre molto felice di ricrearmi dovunque vada anche la mia piccola comunità italiana con cui condividere in primo luogo la lingua.


Non mi manca nulla perché vivo a 2 ore di aereo e posso tornare ogni volta che desidero… quindi finche sto bene dove vivo non mi manca l’Italia a maggior ragione che so che ce l’ho dietro l’angolo!

Desideri aggiungere qualcosa?

Che bisogna imparare l’inglese per poter e viaggiare e cambiare vita, che studiare e avere la laurea è sicuramente importante ma nessun genio d’università potrà eccellere se non parla le lingue.


E purtroppo mi rendo conto che in Italia questo fattore viene ancora troppo spesso preso sotto gamba… eppure parlare l’inglese potrebbe realmente cambiare la vita di una persona. 


Non basta solo la voglia o il desiderio al cambio. Bisogna agire. E parlando l’inglese le porte che ti si apriranno in tutto il mondo sono innumerevoli!    

Sito: www.viaggiare-low-cost.it

Facebook:  www.facebook.com/ViaggiareLowCostItalia

Di Massimo Dallaglio

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