Carlo Taglia, ha completato il giro del mondo senza aerei percorrendo quasi 100.000 km via terra
A marzo 2013 Carlo Taglia, torinese di 28 anni, ha completato il giro del mondo senza aerei.
528 giorni, un solo bagaglio di 12 chili per percorrere 95.450 km via terra attraversando 24 nazioni, passando dal rigido inverno siberiano e arrivando alla rovente estate sudamericana, si è lasciato trasportare solo dagli eventi e dai suggerimenti della gente.
Partito nell’ottobre del 2011 è riuscito nell’impresa che gli ha regalato un’armonia interiore straordinaria e un bagaglio di esperienza incredibile che adesso ha raccolto in un libro. E questo è solo l’inizio di altre avventure.
La prima domanda è: perché? Come ti è venuto in mente di lasciare tutto e partire e perché proprio senza aerei? Avevi letto qualche storia che ti aveva particolarmente ispirato? Il primo a realizzare questa impresa è stato il 33enne inglese Graham Hughes. Che in 4 anni ha percorso 257.000 km in treno, barca, bus e a piedi.
Ho deciso di mollare tutto proprio dalla necessità di cercare in altre culture quei valori che mancano nella società occidentale materialista. Riguardo alla decisione di non prendere aerei non mi sono ispirato a Hughes di cui non conoscevo ancora la storia, ma da altri viaggiatori tra cui Terzani. Volevo rendermi conto delle reali dimensioni del mondo. Condividere lunghi viaggi con i popoli locali, attraversare losche e poco turistiche frontiere secondarie. Volevo semplicemente avere un contatto più intenso con il viaggio. Cercando un via un po’ più complicata. Proprio perché so che le strade più difficili sono le migliori.
Secondo il tuo parere, è stata una decisione cosciente o incosciente? Pensi che sia più rischioso rimanere in un Paese in difficoltà? O più incosciente lasciare un posto fisso per andare a inseguire un sogno?
È stata una decisione assolutamente cosciente perché avevo viaggiato circa 3 anni vivendo e lavorando in Spagna, Australia e Pakistan. Sapevo già il vero valore del viaggio. Secondo me entrambe le possibilità possono essere coscienti perché dietro alle scelte ci sono troppi fattori personali che sono relativi.
Quanto è durato il viaggio e quali Paesi hai visitato?
Il viaggio è durato 528 giorni e ho attraversato 24 Paesi: Nepal, India, Sri Lanka, Malesia, Thailandia, Laos, Cambogia, Vietnam, Cina, Corea del Sud, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile, Argentina, Brasile, Spagna, Francia, Belgio, Germania, Polonia, Ucraina e Russia.
Si dice che è inutile scappare se la guerra è dentro di te. Ma molti invece vivono il viaggio come un momento di riflessione, rinascita, come fosse quasi una cura. Tu che hai viaggiato da solo e avrai avuto modo di stare molto tempo faccia a faccia con te stesso, come lo hai vissuto?
Per me il viaggio è stato la cura della mia anima. Mi ha salvato da un forte malessere interiore che mi ha trasmesso la società materialista e consumista in cui sono cresciuto. Per me il viaggio è soprattutto introspettivo e grazie alla solitudine ho potuto scoprire realmente chi sono e cosa voglio. Ho trovato un’armonia interiore straordinaria e la mia vita ora è una favola. Il viaggio non solo ti insegna a confrontarti ogni giorno con culture diverse ma soprattutto è un potentissimo strumento per conoscere se stessi.
Cos’hai lasciato quando sei partito e cosa hai portato con te nello zaino per il tuo giro del mondo senza aerei?
Mi sono liberato da tanti oggetti superflui. Ho ridotto le esigenze al minimo. Viaggiando per 18 mesi con un bagaglio di 12 chili per affrontare il rigido inverno siberiano e la rovente estate sudamericana. Oltre a pochi vestiari ho portato i tappi per le orecchie. Un sacco a pelo termico, qualche buon libro che trovavo per strada in altre lingue e un mini netbook per aggiornare blog e raccogliere gli appunti del libro.
Quanto tempo hai impiegato per organizzare la partenza per il tuo giro del mondo senza aerei?
Solo il tempo di fare lo zaino perché nulla era organizzato tranne la prima tappa. Biglietto di sola andata per Kathmandu (capitale del Nepal, in Asia meridionale, ndr) dove ho iniziato il giro del mondo senza aerei, lasciandomi trasportare dagli eventi e dai suggerimenti della gente.
Durante il tuo giro del mondo senza aerei hai sempre aggiornato il tuo straordinario blog “Girovagando il mondo” (http://karl-girovagando.blogspot.it/). Quindi eri sempre in contatto con i tuoi familiari? Come hanno preso a casa, i parenti e gli amici la tua decisione?
Non sempre ma spesso ero in contatto con la famiglia grazie a Skype. A casa dopo anni in cui non condividevano le mie scelte di vita finalmente si sono arresi. E resi conto che ho trovato una meravigliosa serenità. Quindi le persone che mi amano hanno accettato le mie scelte. Sembrano tutti felici per me e ciò mi dà grande gioia.
Raggiungere certi Stati è stato piuttosto complicato? Puoi dirci alcune disavventure se ci sono state? E se hai mai pensato di non completare il tuo giro del mondo senza aerei?
Beh, sì trovare i mercantili non è stato facile come tutti gli attraversamenti marittimi. Come disavventure ho contratto la malaria in Laos trovandomi con 40° di febbre in una guesthouse di cinesi che non parlavano inglese. Mi hanno abbandonato al mio destino in quello stato. Oppure la mafia filippina ha cercato di farmi una trappola per drogarmi e derubarmi nella capitale cambogiana. Ma mai assolutamente ho pensato di abbandonare il mio progetto che è una scelta di vita. E’ ciò per cui sono disposto a morire perché è ciò che amo e mi fa sentire vivo. Non potrei mai rinunciare alla mia grande passione. Avevo già messo in preventivo la possibilità di morire anche in questa esperienza quindi ero pronto a tutto.
Quale posto ti è rimasto più vicino al cuore o quali persone non ti scorderai mai?
L’India infatti mi sto trasferendo là. Per quanto tempo non lo so, ma di sicuro devo andare ad approfondire la conoscenza di quella affascinante e magica cultura. Le persone che non mi scorderò mai sono soprattutto quelle spirituali come santoni, monaci e sciamani che mi hanno insegnato e trasmesso tanti insegnamenti. Ma soprattutto semplici contadini che mi hanno deliziato con il loro sorriso e la loro serenità. Senza dimenticare i bambini di ogni cultura nei momenti di solitudine erano i primi a cercare un contatto con me.
Adesso che il tuo reportage di viaggio è diventato un libro che stai presentando in tutta Italia, dove sarai prossimamente e dove si può acquistare il tuo libro? Rimarrai in Italia per un po’ o continuerai a viaggiare? Hai qualche progetto per il tuo domani?
Ho appena concluso il giro d’Italia per la presentazione di “Vagamondo”. Ora voglio proseguire meglio come scrittore di libri di viaggio. Inoltre sto per partire per l’India dove prenderò in gestione un ristorante, una guesthouse e un centro di meditazione. Non voglio rimanere qua a farmi contaminare dal lato commerciale e dal grande successo che sta avendo il libro. Credo nel passaparola della gente che fino a ora si è dimostrata davvero entusiasta riguardo alla mai esperienza. Questo entusiasmo mi dà grande conforto. In ogni caso non devo perdere di vista il mio obiettivo. Torno sulla strada a vivere la mia vita al massimo delle mie possibilità e dell’intensità per fare qualcosa di grandioso. Perché il giro del mondo è solo l’inizio di una favola.
Di Simona Cortopassi 1/11/2013
Leggi la nuova intervista a Carlo Taglia