Inviare il curriculum all'estero: una testimonianza importante

Mandare il proprio curriculum o CV europeo all’estero non è sempre facile, bisogna prima di tutto capire cosa si vuole, saper comprendere i propri desideri e le proprie aspirazioni. Poi è necessario cercare le aziende che sono in grado di fare in modo che il sogno si realizzi.
Ma non è tutto. Occorre saper scrivere il proprio curriculum, essere incisivi, decisi e chiari. Importante testimonianza che può chiarirci le idee, è quella di Alessio Tarantino, un ragazzo di soli 26 anni, originario di Maglie, in provincia di Lecce, che per motivi di studio, si è trasferito a Pisa, dove studia presso la facoltà di Ingegneria aerospaziale. Da sempre Alessio ha coltivato il suo sogno, mantenendo fermo il suo traguardo, cioè quello di diventare un grande ingegnere aerospaziale. Per farlo non è rimasto immobile, aspettando che gli eventi facessero il loro corso, ma ha fatto di tutto per essere notato e apprezzato per le sue enormi doti. Alessio ha inviato numerosi curriculum soprattutto all’estero.

Qui di seguito è riportata la sua testimonianza:

“Dunque, io di CV all’estero ne ho inviati tre per la triennale e una decina per la specialistica; in totale ho fatto due colloqui di cui uno è andato a buon fine. Al momento sto aspettando risposta per quelli della specialistica.
 I settori sono stati: industria aerospaziale, magari qualche azienda impegnata anche nel settore meccanico e qualcosa di nautica.
Chiaramente gran parte delle domande sono state per internships, ovvero tirocini.
 Sulla forma del CV, ci sono aziende che ti fanno compilare il loro curriculum online, secondo procedure loro. Io ho un curriculum scritto secondo lo standard europeo (Europass) solo in inglese, perché tutte le domande che ho fatto, sono state per aziende straniere.
Prendendo come esempio la domanda fatta per il tirocinio della triennale per Airbus UK, ho compilato il loro curriculum on-line, in cui sono presenti tutti i campi che sono presenti nei normali curriculum di formato standard e, in più ho scritto una cover letter (lettera di presentazione).
 In questa ho spiegato i motivi per i quali volevo lavorare per loro, spiegando sia le ragioni prettamente tecniche, sia quelle più personali, per far capire loro i motivi per i quali, mi ritengo adatto al loro lavoro.
 In seguito, ai candidati, viene chiesto di parlare di loro stessi nei momenti extra-lavorativi: sport, letture, attività di volontariato, interessi culturali. Tutto ciò è considerato positivamente da loro, poiché serve a mettere in luce la propria personalità.

Per quanto riguarda il colloquio:

Il primo colloquio è stato telefonico, in inglese, con quelli che poi sarebbero stati i miei responsabili. Un colloquio di circa un’ora con una prima parte di domande più personali: perché Airbus? Come ti comporti in momenti di difficoltà? Ecc…
 La seconda parte tecnica.



Il secondo colloquio, anche questo per Airbus, ma tenuto a Bristol, è stato più complesso: oltre ad un colloquio tecnico e comportamentale, c’è stata una prima parte che consisteva in un lavoro di gruppo in cui veniva valutato il nostro comportamento in dinamiche, appunto, di gruppo. Dietro ognuno di noi c’era un ingegnere che prendeva nota di quanto dicevamo e facevamo.
Questa parte è quella che mi ha penalizzato: l’azienda mi ha permesso di conoscere i motivi del perché sono stato successivamente rifiutato e mi ha spiegato che sono stato eccessivamente aggressivo in questa parte, mentre tecnicamente ero valido.



Questo motivo, per uno come me, che si ritiene tutt’altro che aggressivo, mi ha un po’ sorpreso; l’ingegnere, però, che mi ha dato il feedback, mi ha spiegato i motivi: gli inglesi sono meno aggressivi di noi, vogliono gente che sappia ascoltare, che stia in silenzio e che parli nei momenti giusti. 
Noi italiani, invece, cresciamo in ambienti lavorativi che ci chiedono di essere aggressivi e competitivi per poter sopravvivere. Paradossi che però si imparano solo confrontandosi con gli altri. La prossima volta starò più attento.



Questo è in generale quello che ho imparato: inoltre, standoci dentro, ho capito che, in grandi aziende di ingegneria straniere, è bene mettere in luce la propria disponibilità a lavorare in team, spesso con colleghi di altre nazionalità, con esigenze e abitudini differenti; essere dinamici, aperti e disponibili è sempre una marcia in più.”

Questa testimonianza sarà sicuramente d’aiuto a tutti coloro che hanno intenzione di inviare curriculum all’estero, poiché mostra chiaramente quelle che sono le principali differenze tra l’Italia e altre realtà. In Italia, mancando la meritocrazia, si è abituati ad essere più aggressivi e competitivi, a differenza di quanto avviene all’estero, dove durante i colloqui si respira aria di estrema serenità, sapendo di essere valutati per quello che si è e non per come ci si mostra. Un’altra importante differenza è la capacità di lavorare in team, di collaborare l’un con l’altro, al fine di raggiungere un obiettivo comune. Al contrario, in Italia, si lavora per se stessi e, molto spesso, contro gli altri.

Di Nicole Cascione 22-04-2011

Inviare il curriculum all'estero: una testimonianza importanteL’Unione Europea ha finalmente rinnovato la grafica del Modello CV Europass. Cioè il curriculum standard da Compilare per le proposte di lavoro in tutta Europa.
Come nella versione precedente, è disponibile in tutte le lingue del UE (inclusa ovviamente anche l’italiano), con l’obiettivo di rendere più facile l’approccio nel mercato del Lavoro.
Questo esempio di CV ha il vantaggio di non essere molto difficile da comprendere e da compilare, avete infatti tutto già pronto; basta inserire i propri dati personali (formazione, esperienze di lavoro …ecc.).
Qui in alto potete vederlo in anteprima (immagine), e per scaricare il Curriculum Europass in formato Word potete andare qui: Download.

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