Vivere NO LIMITS, non è una filosofia, ma sicuramente è uno stile di vita, dove una nuova sfida prende corpo, dalla natura antropizzata ha origine un nuovo modo di vivere, di rapportarsi e confrontarsi sportivamente con gli altri, attraverso la fatica il coraggio, la sfida, la curiosità, la responsabilità.
Riprende quindi la sfida con noi stessi e con i limiti che il vivere moderno ci pone e si ricomincia anche se solo per un giorno o poche ore a lottare per la vita come alle origini degli uomini cacciatori, o dei guerrieri primitivi…
Si torna alle origini per raggiungere lo stesso traguardo
La VITTORIA FINALE dove mente e corpo agiscono sinergicamente. Ma oggi il vivere NO LIMITS è soprattutto un gioco “estremo possibile” alla portata di tutti coloro che hanno voglia di emozionarsi ancora, di riscoprire il gusto della vita, l’istinto libero, naturale ed animalesco sopito nel vivere quotidiano.
L’amore per il vivere NO LIMITS deriva da un vizietto che l’uomo ha da quando è nato, cioè quello di superare se stesso, di non accontentarsi dei risultati che ha raggiunto e di voler sempre andare oltre; un personaggio che sapeva bene ciò di cui si parla è Icaro il quale, nonostante sia morto dopo aver provato a volare, resta comunque un eroe positivo, così come lo è stato Ulisse e tutti coloro che hanno cercato di superare i limiti raggiunti fino a quel momento.
Ma, da dove nasce il desiderio dell’uomo di vivere NO LIMITS?
Le ragioni per cui gli amanti del rischio sono attratti da sfide in luoghi pericolosi, dalla possibilità di trovarsi faccia a faccia con elementi ignoti incontrollabili della natura o dalle condizioni in cui si vivono sensazioni fisiche fuori dal comune, sono indubbiamente intrecciate al proprio rapporto con la vita, alla necessità personale di sfidarla, di sentirsi padroni e di controllarne anche gli eventi più incerti.
Questi aspetti hanno delle sfumature diverse che vanno approfondite e rielaborate nel momento in cui ci si accorge che predominano in queste attività delle tendenze distruttive, come nel caso in cui il rischio non viene calcolato o considerato importante oppure, quando si osserva una sensazione di onnipotenza nella sfida alle proprie capacità.
In questi casi, infatti, dietro alla tendenza a rischiare potrebbe celarsi una sopravvalutazione di sé oppure una svalutazione della vita, con tratti più o meno consapevoli di tipo depressivo che possono avvicinare a ciò che viene latentemente desiderato o sopravvalutato: la morte.
Tuttavia, la maggior parte degli amanti degli sport estremi non sono mossi da tendenze autodistruttive.
Infatti, uno dei primi aspetti che esercita un grande fascino negli sport “OLTRE IL LIMITE” è la possibilità di fare esperienze in cui è possibile sentire in modo inconsueto “DI ESSERE VIVI”, quelle che fanno provare un’euforia che viene descritta con espressioni quali “STARE NELL’OCCHIO DEL CICLONE”, o “SENTIRE I BRIVIDI E LA PELLE D’OCA” o ancora “SENTIRE LA SCOSSA DELL’ADRENALINA”.
Questi vissuti in alcune persone sono gli unici momenti in cui esse hanno la POSSIBILITÀ DI SENTIRE CHE HANNO UN CORPO, dal momento che il contatto con quest’ultimo, in tali individui, viene percepito solo in condizioni di IPERATTIVAZIONE in cui la sua incolumità viene messa a rischio o più semplicemente in situazioni in cui le certezze fisiche (es. punti di riferimento per l’equilibrio e l’orientamento) vengono tolte.
Il vivere NO LIMITS attualmente è considerato un fenomeno a sè stante
Forse è per questo che sono state effettuate delle ricerche in merito. Alcune delle quali hanno cercato di spiegare anche i motivi neuropsicologici che possono guidare alcune persone più di altre a ricercare esperienze. Solo perché godono del PIACERE DEL BRIVIDO. Tali studi hanno associato la capacità che alcune attività possiedono di aumentare l’ADRENALINA. Al bisogno di rischiare di alcune persone, cioè alla loro propensione a cercare sensazioni estreme. Lontane dalla ripetitività delle azioni quotidiane.
Inoltre, le descrizioni riguardanti il fascino delle vertigini fornite dagli appassionati degli sport estremi
Hanno portato ad individuare una semplice ed importante caratteristica posseduta da tali attività. Che affascina numerosi individui portandoli alla pratica delle attività sportive oltre i limiti. Soprattutto di alcune basate sul rotare e il rimanere sospesi. Si tratta della capacità di stimolare quello stadio interiore che è stato definito “DINAMIC JOY”. Cioè il puro divertimento che può nascere dal semplice movimento rotatorio o dall’oscillazione nel vuoto. E che è un retaggio infantile, sperimentato attraverso giochi come il dondolare o il girare.
La dedizione di vivere no limts è tipica nelle persone che mantengono questo retaggio infantile. E’ soddisfatto soprattutto con attività basate sulla caduta o sul lancio nello spazio. Rotazione vertiginosa, velocità ed accelerazione lineare o rotatoria.
Di Jilian Cosci 27-04-2011