Sognando l’Australia? Forse. Intervista a un immigrato quasi pentito.

Secondo un articolo de L’Espresso dello scorso Dicembre dal titolo “Sognando l’Australia” nel 2010 circa 50.000 italiani sono partiti per l’Australia per studiare, viaggiare o tentare di rifarsi di vita. Un trend in aumento visto che le stime per il 2011 erano di 60.000!
Ma com’è questa Australia? Vale la pena davvero di mollare tutto e ripartire da zero in una nuova terra come facevano nei decenni del secolo scorso i nostri emigranti?
Lo abbiamo chiesto a chi c’è stato… Jonathan è partito nel Febbraio 2009 alla volta di Sydney… e c’è rimasto per 2 anni e mezzo ma ora sta per tornare.

Ciao Jonathan, ci riassumi in poche righe il tuo percorso in Australia?

Sono partito per fare un corso di inglese a Sydney di 12 settimane. Ma in realtà il corso era solo una scusa, il vero obiettivo era “un’esplorazione di nuove opporunità di vita”. Alla fine del mio corso avevo ancora un mese di visto: o trovavo un lavoro o era il caso di tornare indietro. Per fortuna l’ho trovato. E quindi sono rimasto in Australia, anche se con una Student Visa (un trucchetto adottato dalla maggioranza dei migranti in Australia). Student Visa significa andare a scuola, obbligo di frequenza (80% o il tuo visto si annulla), perdere ore o giorni di lavoro. Ma ne valeva la pena, pur di restare li. Poi, alcuni mesi fa sono dovuto tornare in Italia per questioni familiari. “Family comes first” si dice in inglese. E’ comunque qualcosa da tenere in conto quando si va dall’altra parte del mondo: amici e familiari… sono a diverse ore e sopratutto a diverse migliaia di euro di distanza! Ora invece devo tornare per questioni burocratiche: anche se la tecnologia mi permette di lavorare da ovunque ci sia una connessione internet (faccio il SEO)… la burocrazia no. Quindi devo tornare per… aggiustare un po’ di cose.

Wow! Mi sembra che hai acceso diversi spunti per questa intervista. Partiamo dall’inizio. Perchè hai preso la decisione di partire e perchè proprio l’Australia?
Ho deciso di partire per un sacco di motivi: ero stanco della situazione politica ed economica italiana, avevo una prospettiva di lavoro tanto stabile quanto mediocre, volevo imparare l’inglese come si deve, ma sopratutto avevo bisogno di una botta di vita! La prima volta che mi è venuta la voglia di partire per l’Australia è stato quando ho letto un articolo nel quale si dichiarava che in Australia non esiste stress (non è vero naturalmente ma il ritmo di lavoro è decisamente meno stressante del nostro). Poi, dopo qualche anno, in una domenica pomeriggio triste e piovosa mi sono ritrovato su internet a rispolverare quel vecchio sogno… e ho scoperto che era fattibile! Un Euro parecchio forte nei confronti del Dollaro Australiano e un po’ di risparmi mi permettevano di finanziare il progetto di stare diversi mesi in Australia anche nell’eventualità di non lavorare nei primi mesi. E così ho approfondito, fatto qualche giro di email, valutato diverse opzioni e piano piano la decisione è maturata e si è realizzata.

Ma hai mollato il tuo lavoro? Non hai avuto paura di mollare qualcosa di stabile per gettarti nell’ignoto?

Certo che ho avuto paura! Partire è un po’ un gettarsi nell’ignoto anche se alla fine è sempre più facile di quello che la nostra mente tende a farci credere. Comunque mi sa che sono stato mosso… mi verrebbe da dire dalla disperazione! Non nel senso che la mia situazione era disperata, ma piuttosto nel senso che la prospettiva che mi presentava l’Italia era di una mediocrità senza speranza: quando puoi ambire al massimo ad un lavoro stabile ma mai abbastanza gratificante e remunerativo… ti sembra sempre più lontana qualsiasi possibilità di realizzazione personale. Una situazione comune a moltissimi giovani italiani, che probabilmente sono anche i più fortunati, perché i più sfortunati sono veramente in una situazione disperata, ovvero senza lavoro. E queste considerazioni mi fanno talmente indignare nei confronti di un sistema Italia – che nessuno ha capito chi ha creato, ma che comunque ha abbandonato quelli della mia generazione – che partirei altre 100 volte! Alla fine, per farla breve, il rischio valeva la candela!

E infatti alla fine ti è andata bene. Cosa ci racconti del mondo del lavoro in Australia?

L’Australia è un paese che funziona. E questo ti fa ancora più incazzare con il sistema Italia, perché ti rendi conto che le cose potrebbero funzionare anche da noi! Ad ogni modo… in Australia paghe e stipendi sono buoni. In confronto all’Italia, ti sembra quasi ti aver rubato quando ricevi il primo stipendio! Sopratutto se trovi un lavoro un minimo qualificato (e per trovarlo hai bisogno di un buon inglese). In alternativa, anche se fai uno dei cosidetti “casual job” (cameriere, barista, commesso…), ti ritrovi comunque con una remunerazione più che dignitosa. Il problema è un altro tuttavia. Ed è quello che accennavo prima: i visti! I più fortunati, ma anche i più perseveranti, trovano una sponsorship, ovvero si fanno assumere da un’azienda con questo tipo di visto (che non è facile da ottenere). Altrimenti la soluzione che va per la maggiore è la Student Visa: iscriversi ad una “scuola” e fare finta di studiare. Qualsiasi scuola: puoi trovare scuole di business, Information Technology, turismo, scuole per diventare cuochi, parrucchieri… io sono iscritto ad una scuola di Fitness! In teoria la Student Visa prevede che dovresti andare a scuola 20 ore a settimana. E sempre in teoria non dovresti avere diritto a lavorare più di 20 ore a settimana. Ovviamente nessuno lo fa, si va a scuola un po’ di meno e si lavora un po’ di più. Alla fine il tuo tenore di vita è sostenibile ed anche gratificante. Certo che non puoi continuare ad andare a scuola per sempre!

E allora cosa farai? Non vuoi più continuare con la Student Visa? Hai possibilità di trovare altre soluzioni?

Ora la mia situazione è un po’ cambiata: se fino ad un anno fa la maggior parte del mio reddito arrivava dal lavoro che facevo in agenzia a Sydney ora ho i miei clienti e posso lavorare da dove mi pare (da ovunque ci sia una connessione internet). Sono appena tornato da una fantastica isoletta tropicale (ma con una buona connessione a Internet): se penso che posso lavorare e vivere alla grande, super-rilassato nella mia isoletta! Chi me lo fa fare di tornare in Australia? Anche la situazione in Australia è cambiata: innanzitutto è sempre più difficile trovare un visto decente. La Student Visa ci sarà sempre, perché finché paghi per la scuola (si, la scuola costa!) e finché vai a scuola e quindi dai senso a diversi posti di lavoro che altrimenti non ci sarebbero… hanno tutto l’interesse ad averti lì e a spremerti come si deve (e la cosa scandalosa è che è sempre meglio che stare in Italia). Poi il Dollaro Australiano è fortissimo e, almeno a Sydney, i prezzi si sono alzati. Ho fatto il conto e ora per la mia stanzetta in condivisione dovrò pagare quasi 800 euro al mese!

Insomma non sei tanto contento di tornare in Australia. Ma sconsiglieresti di andare in Australia anche ad altri possibili interessati?

Al contrario! La mia esperienza in Australia è stata preziosissima sotto tutti i punti di vita. E’ grazie all’Australia che sono diventato freelance (non sono sicuro che ce l’avrei fatta in Italia, a causa di un più complesso e pesante sistema fiscale e di un mercato alla fine meno maturo). Ma adesso per me è diventato un limite: o perdo diverso tempo (perché devo frequentare una scuola) o devo trovare una sponsorship, in altre parole perdere il mio stato di freelance (e non è una prospettiva che mi piace). Ma per altre persone il discorso sarà sicuramente differente: l’Australia, con le sue grandi città multietniche, potrebbe essere un’esperienza formativa, lavorativa ed esistenziale importantissima. Al di là del discorso economico e lavorativo (che spero di aver illustrato chiaramente) in Australia troverai persone provenienti da tutte le parti del mondo, persone come te, partite all’avventura, per farsi un’esperienza importante, per rifarsi una vita o per realizzare un proprio sogno o progetto. E quando si è accomunati da situazioni e aspirazioni come queste si possono creare amicizie nuove e – spero per voi – anche più gratificanti. Senza contare gli stimoli delle grandi città australiane e la natura esuberante delle coste e dell’interno.

Quindi consiglieresti di partire comunque. Ma come la mettiamo con il costo della vita e le spese da sostenere, almeno all’inizio, prima di trovare un lavoro?

Proprio per questo fortissimo Dollaro Australiano infatti suggerirei un piano diverso da quello che ho attuato io. Ho descritto questo mio nuovo piano in questo articolo: “Un piano B per fuggire in Australia”. Essenzialmente si tratta di dirottare verso Brisbane invece che andare a Sydney o a Melborne, dove di solito atterrano la maggior parte degli “immigrati”. Brisbane infatti, la terza città dell’Australia (2 milioni di abitanti), non mancherà di darti le opportunità delle grandi città australiane, ma ha il vantaggio di essere meno cara delle 2 sorelle maggiori. Il che di questi tempi è un bel vantaggio, sopratutto se si ha bisogno di migliorare il proprio inglese e si pianifica di iscriversi ad una scuola di inglese. Magari questo punto sento il bisogno di sottolinearlo: più il tuo inglese è buono e più hai possibilità di trovare un (buon) lavoro. Mi verrebbe da dire, anche a rischio di essere un po’ troppo riduttivo:

No Inglese, No Lavoro!

Quindi per farla breve il piano è:

1. Metti da parte i soldi per il viaggio: biglietto aereo (di sola andata), corso di inglese, costo della vita per un paio di mesi (concentrati sull’inglese in questo periodo).

2. Vieni in Australia (Brisbane) ed inizia a seguire il tuo corso di inglese; Nota: per lavoro sono in contatto e mi sento di consigliare i corsi di inglese in Australia di questa scuola: BROWNS ELS, presente a Brisbane e Gold Coast e nominata nel 2010 “Milgior Scuola dell’Emisfero Sud”.

3. Ora che sei in Australia guardati intorno, fai colloqui, cercati un lavoro e, se non lo trovi, cerca un lavoretto, un “casual job”.

4. Una volta che ti senti a tuo agio con l’inglese puoi iniziare a cercare un lavoro nel tuo settore o un lavoro più qualificato e, se il tuo visto sta per scadere puoi continuare ad iscriverti ad un’altra scuola meno impegnativa di una scuola di inglese e che ti dia abbastanza tempo per lavorare.

5. Piano piano, con determinazione e pazienza, dovresti riuscire a trovare qualche opportunità di sponsorship o altra soluzione più ottimale per rimanere in Australia con un visto permanente.

Good luck, mate!

Di Massimo Dallaglio 01/06/2012

CONDIVIDI SU:
You May Also Like
Lavorare in giro per il mondo: Daniele è partito con 2000 € e 5 kg di bagaglio

Lavorare in giro per il mondo: Daniele è partito con 2000 € e 5 kg di bagaglio

Lavorare in giro per il mondo: Daniele è partito con 2000 euro…
Francesca Cabaletti web designer a Perth in Australia

Francesca Cabaletti si è trasferita a vivere a Perth in Australia

Francesca Cabaletti si è trasferita a vivere a Perth in Australia Francesca…
Viaggiare e lavorare in giro per il Mondo: Ce ne parla Gianfilippo Capotosti

Viaggiare e lavorare in giro per il Mondo: Ce ne parla Gianfilippo Capotosti

Viaggiare e lavorare in giro per il Mondo: Ce ne parla Gianfilippo…

Fabia ha deciso di mollare tutto per trasferirsi a Griffith in Australia

FABIA HA DECISO DI MOLLARE TUTTO PER TRASFERIRSI A GRIFFITH IN AUSTRALIA…