Josè Bezzi, una vita degna di un romanzo, una persona unica nel suo genere

Josè Bezzi, la frase per descriverlo potrebbe essere “Uno, nessuno e centomila”, Uno : perché è unico nel suo genere; Nessuno: perché nessuno è stato in grado di fermarlo; Centomila: perché tante sono le esperienze che ha vissuto nella sua vita.
Ora ha deciso di fermarsi a vivere per sempre a Bali, come dice lui “ Dio permettendo” e racconta la sua testimonianza di vita in questa intervista.

La mia vita non è stata delle più facili.
Chi ero io prima di tutte queste esperienze??? Un povero disgraziato come se ne vedono tanti, in tutte le nostre televisioni, che messi a confronto con una vita reale e non dorata, se la fanno sotto. Sono nato a Roma, ma la mia famiglia è mista, nelle mie vene scorre sangue spagnolo, irlandese e francese.

A 18 anni decisi di andare via da casa, di scappare da un padre troppo severo e ubriacone e da una matrigna troppo giovane. Decisi di entrare nella Legione d’Onore, nel contingente reclutazioni di Marsiglia, per cercare di contenere i miei bollenti spiriti.
Rimasi di leva per 4 lunghi anni, periodo prestabilito dal contratto. Furono anni duri per le leggi severe della Legione, ma ricchi di esperienze e di ricordi indelebili, specialmente quelle vissute nei territori che mi furono assegnati: Marocco, Algeria e il deserto del Tenerè.

Ciò che mi forgiò come uomo e mi colpì maggiormente, fu l’incontro non di una singola persona, ma dell’umanità intera, la fratellanza, l’amicizia con la “A” maiuscola, con gente che forse, nella vita, ne aveva combinate di tutti i colori e sapori, ma che, come nella poesia di Lucio Dalla, erano rimasti tutti ..**Gesù Bambino**. Non ho più trovato nulla di simile in tutta la mia esistenza, né tra gli amici cosiddetti normali, né nella moglie, figli e affini…


Essere stato nella Legione d’Onore quando ero solo un’adolescente, mi ha fatto capire il significato delle diverse etnie, mi ha chiarito il concetto di amicizia e soprattutto, mi è servito a capire che quasi tutti i Governi creano solo danni irreparabili. Parlano di aiuti al Terzo Mondo e intanto sparpagliano milizie in tutti i punti nevralgici del mondo. Governi che, con il loro capitalismo corrotto, contribuiscono ad aumentare il fenomeno del terrorismo, oltre ad arricchirsi sempre di più sulle spalle dei più poveri.

Quando sono stato in Iran, in Iraq e in Afghanistan, i miei occhi hanno visto cose che nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare dettagliatamente! Immagini di bambini deturpati dalle bombe, il loro triste sguardo, carico di dolore e innocenza, che mi porterò dietro per tutta la vita. Dopo quell’esperienza, ho girato tutto il mondo come giornalista free lance e in uno dei miei viaggi, ho conosciuto e collaborato con Tiziano Terzani. Era il lontano 1990, ero reduce da interminabili viaggi per un reportage in tutta l’Asia: Cina, Birmania,Thay..etc. eccetto l’Indonesia. Ci ritrovammo in un vecchio albergo coloniale dei tempi passati, ora smantellato per lasciare il posto ad un ricco condominio. In quell’occasione parlammo a lungo, ci scambiammo idee, pareri, sogni, racconti di passate esperienze… specialmente sul mondo delle profezie e portenti. Purtroppo, nel nostro mondo attuale, queste cose non vengono prese in considerazione. In Asia e soprattutto in Indonesia invece, l’occulto è parte integrante del vivere quotidiano e le superstizioni sono una ragione di vita. L’arte di leggere il futuro, gli sciamani, il feng-shui, l’arte del vento, dell’acqua, la geometria cosmica, sono parti integranti della vita asiatica. Dalla nascita di un figlio, alla compravendita di un terreno, comportano decisioni dipendenti da criteri che non hanno nulla a che fare con la nostra logica. Quello con Terzani fu un incontro importante, che ricordo sempre con tanta gioia e affetto.


Successivamente mi ritirai a Bali dove, nel 1997\98 fui insignito dalla Farnesina del titolo di corrispondente diplomatico, per le mie vaste conoscenze dei territori e per la conoscenza delle diverse lingue.
Già diversi anni prima avevo avuto un’esperienza simile a Yakarta, nella prima ambasciata italiana: una casupola di tipo indonesiano, con un ridente giardinetto che la delimitava.
Ora quella casupola si è trasformata in un bunker inviolabile, delimitato da una fossa di coccodrilli e tanti deficienti asserragliati dentro a scaldare le sedie! A quei tempi, l’ambasciata era composta da me, da un aiutante, una consolessa ex suonatrice ambulante di violino, una signorina zitella in pantofole per i calli e timorata di Dio e un ambasciatore fuggito dalla Cina. Insomma, ero decisamente in buona compagnia…

Nel ’97 invece, il mio compito di console consisteva nel tenere a bada tutti gli italiani residenti, di passaggio e quelli che finivano in galera per droghe e affini. Iniziai così a collaborare con la polizia locale, dietro incarico della nostra carissima Farnesina. Aiutavo un po’ tutti, compatrioti e non, disastrati, fuggitivi, cercando di mitigare la mia buona indole con le norme della giustizia. Purtroppo, nella primavera del 1997, la mia vita fu messa a repentaglio. In Indonesia scoppiarono alcune sommosse a sfondo religioso\politico, le ambasciate chiusero i battenti e tutti gli uffici e le rappresentanze, ordinarono il rimpatrio dei propri dipendenti e famiglie. La nostra ambasciata, appena ebbe ordine di evacuazione dall’unità di crisi della Farnesina, diede disposizioni ben precise al sottoscritto.

Mi trovai così a coordinare l’evacuazione di 2.000 italiani, turisti e non, da Bali, tutto senza un sussidio o una pur minima ricompensa, solo per amore deis.
La cosa ben più grave fu la promessa, da parte della Farnesina, di aerei per il rimpatrio, mai arrivati. Di conseguenza dovetti arrangiarmi e portare, a mie spese, un convoglio di 5 pullman all’aeroporto, cercando in tutto questo caos, di far partire la folla impazzita con i diversi aerei stranieri.

Mi misi alla testa del convoglio con la mia vettura e una sparuta compagnia di amici poliziotti militari, che mi furono di grande aiuto e supporto nell’aprire la strada ai pullman, tra botti, sparatorie, copertoni incendiati, etc… Ringraziamenti??? Dalla Farnesina ebbi solo una proposta di cavalierato che rifiutai… sono già conte di mio e mia nonna era una principessa Gonzaga, quindi quella per me sarebbe stata solo una retrocessione di grado… ahaha!!! A parte gli scherzi, dopo tutto quello che feci per la Farnesina, mi defenestrarono senza una ragione apparente.


Dopo questi terribili avvenimenti, presi le mie dovute distanze da tutte le morbose istituzioni italiane, che con Berlusconi e Monti stanno coronando il successo dovuto…
Mi ritirai a vivere una nuova vita fatta di meditazione e di aiuto verso il prossimo, per cercare di raggiungere quella comprensione che tra un po’ gli eventi mostreranno in tutta la loro più cruda realtà.

Ora faccio il pittore e il decoratore di ristoranti a tempo pieno, oltre ad occuparmi di alcuni bambini sordomuti che cerco di aiutare come posso, ho anche aperto una rosticceria con alcuni amici, si chiama “Spizziko” e vorremmo farne un franchising.

Sono divorziato e ho 2 figlie meravigliose che sento poco, perchè poco posso dare in questi frangenti, avendo perso tutto con i giochi ambasciatoriali e, perchè no, per la mia dolce stupidità che mi porta a capire meglio i delinquenti e non le persone normali. Vivo a Sanur, a circa 15 minuti dalla città di Dempasar e a mezz’ora da Kuta, dove si trova il mio ristorante.

Vivere qui, costa sicuramente meno che da noi in Italia, con mille dollari al mese puoi condurre una vita agiata. Per quanto riguarda gli affitti, si possono trovare delle casette a circa 2 mila dollari l’anno, ovviamente in zone non centrali, è possibile anche trovare molte occasioni vicino al mare. Anche qui ci sono ville con piscina che vengono a costare cento mila dollari l’anno, ville che comparate alle nostre costerebbero molto, ma molto di più.

Per quanto riguarda il permesso di soggiorno, è possibile trovare molte occasioni a seconda di quanto si ha intenzione di investire, la cosa più sicura è quella di creare una Società chiamata PMA, che permette di usufruire immediatamente, di due permessi di lavoro, anche se si dovrebbero depositare nella banca del posto 100 mila dollari a garanzia.
La tempistica per tutta la documentazione, porta via all’incirca due mesi, periodo in cui è possibile preparare un piano di lavoro. Altrimenti, chi ha superato i 50 anni può usufruire del visto pensione che costa 1500 dollari l’anno.

Se qualcuno volesse a trasferirsi a Bali per investire, questo è il momento giusto, vista anche la situazione precaria che si sta vivendo in Italia. E chiunque voglia venire qui, troverà sicuramente il sottoscritto, Josè Bezzi, pronto a tendergli una mano e a dare tutto il supporto possibile. Vorrei concludere dicendo a tutti coloro che avranno letto la mia storia, di non pisciare mai contro il sole o la luna, ma di sedersi ad ascoltare la voce della natura…quella natura che tutti inconsapevolmente, stiamo distruggendo.

Email: bezzi@dps.centrin.net.id

Di Nicole Cascione 09/05/2012

 

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