Filippo in pochi giorni ha trovato lavoro come receptionist di hotel a Londra
Filippo, padre di cinque piccole figlie, è dovuto partire da solo all’avventura in cerca di lavoro.
Ha scelto l’Inghilterra e grazie al suo coraggio e determinazione è riuscito a trovare lavoro come receptionist di hotel.
Ora attende che la situazione si stabilizzi per trasferire anche la sua famiglia in Inghilterra.
Ciao Filippo, di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?
Vengo dalla bellissima Gubbio, città antica di pietra e ricca di storia e tradizioni, ho lavorato per più di 10 anni in 3 hotel-ristoranti diversi poi ho preso in gestione un bel ristorante.
Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?
Un po’ essendo figlio di pluriemigrati (i miei genitori hanno “fatto” più volte su e giù Italia – Belgio) son sempre stato del parere che siamo troppo stantii, legati alla piccola realtà della vita mentre basta cambiare nazione per ricominciare non sottovalutando le difficoltà che comunque conosco perché ci ero già passato con la famiglia. Poi problemi economici e mancanza di lavoro hanno influito molto.
Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?
Si in Belgio fiero nipote di un italiano minatore e a quell’epoca l’emigrazione era dura davvero!
Perché hai scelto proprio l’Inghilterra?
Effettivamente potevo andare in Belgio, francese perfetto e tutta la famiglia… mi avevano consigliato anche la Germania, cercano tanti italiani, ma ho pensato “meglio l’Inghilterra”… è più difficile, ma se ci riesco bene, sennò posso ripiegare dove è più “facile” e poi l’Inghilterra è affascinante… un isola sferzata dall’oceano, una lingua internazionale, multiculturale, abitudini completamente diverse da noi, patria della buona musica e della buona birra… ci sono ancora i reali… insomma mi affascina.
Sei partito da solo on in coppia?
Sono partito solo, ma ho moglie e 5 figlie piccole da 10 mesi a 10 anni e non potevo turbare improvvisamente la loro stabilità, scuola e amicizie…
Mi trovo qui a Londra qui da 3 mesi, se andrà tutto bene e pianificando tutto per bene vedremo se si sposteranno anche loro… altrimenti tornerò al paradiso perduto che noi italiani non possiamo godere.
Che lavoro hai trovato lavoro a Londra?
Si, sono receptionist in un bellissimo hotel.
Il turismo e il mondo degli hotel è cambiato molto negli ultimi anni, ora molte prenotazioni arrivano online. Molti siti italiani infatti offrono ottime tariffe per il pernottamento negli hotel di Londra e quindi il turismo verso questa città non conosce flessioni.
Lavorare in un hotel come receptionist ti permette di potere fare un confronto con gli aspetti lavorativi rispetto all’Italia?
Beh da buon italiano sono caloroso con i clienti e sempre pieno di storie locali da raccontare e piatti da consigliare… purtroppo mi son ritrovato, durante i primi 10 giorni, a dover fare “scena muta”. Per il resto, ciò che si racconta degli inglesi non è un luogo comune, sono più organizzati, precisi, puntuali! Qui far bene il proprio lavoro anche nelle piccole cose ha valore da noi invece spesso significa essere fessi.
Com’è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale così differente da quella italiana?
Be’ ho fatto subito molte conoscenze sia dentro che fuori del lavoro, nel bus per andare al lavoro chiacchiero con tutti i vecchietti pur di assimilare la cultura e la lingua, il problema è stato quando ho perso il primo lavoro causa competitività tra colleghi ITALIANI (disgustoso) e in 5 minuti ti dicono, ciao non mi servi più e devi lasciare la stanza… ma grazie al cielo tutto si è risolto in fretta, mi son rimboccato le maniche e son ripartito meglio di prima.
L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?
Dopo solo tre mesi… me la ricordo ancora bene, certo che ho nostalgia, sono un nostalgico e rimpiango tutto perché mi innamoro sempre sia delle persone, sia della vita, sia del cibo sia dei paesi. L’unica mancanza vera, forte e che mi mette a dura prova è quella della mia splendida moglie e delle mie 5 principesse.
Vivere a Londra sotto quali aspetti è meglio che in Italia ? E sotto quali aspetti è peggio?
Io in Italia ho sempre l’impressione che non puoi stare in pace, che qualcuno ti frega e che tutto è confusionario a meno che non nasci con i soldi. Qui no, come anche in Belgio, ho la consapevolezza che se stai sulla tua strada e la percorri serenamente puoi star tranquillo… è la pace mentale… emotiva… economica è uguale alla qualità della vita. Lasciamo stare il tempo, il cibo, la gente che passeggia per le strade etc… quello è un contorno… bello, stupendo, che mi manca ma sempre un contorno.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme?
Imparate a stupirvi come quando eravate bambini, una nuova avventura è da prendere con curiosità, piacere, stupore e voglia di misurare se stesso con le avversità… io ho dormito anche in stazione e son stato tre giorni con solo una tazza di caffè al dì. Abbiate pazienza, non scoraggiatevi, siate umili, siate disposti a farvi correggere e magari portate almeno 3000€ e non come il sottoscritto che è partito con un biglietto Ryanair a 15€ e 200€ in tasca. Ma purtroppo non potevo fare altrimenti.
Secondo ciò che hai avuto modo di vedere fino ad ora, che tipo di lavoro o attività conveniente praticare per un italiano a Londra?
Tutto! Noi italiani presi individualmente siamo eccezionali, forse scorre nel nostro DNA qualche reminiscenza di Da Vinci, Giotto, Archimede, Michelangelo… etc. non lo so… invece presi collettivamente spesso siamo un disastro, mi spiace ma la vedo così.
Pensi che ci siano molti italiani che vivono a Londra?
Fuori Londra no, pochi… io sto nel Kent e ne trovo pochissimi a differenza del Belgio.
Consiglieresti Londra come meta per espatriare o più per una vacanza?
Espatrio! Ma dandosi 3 mesi di tempo e portandosi via almeno 3000€. Come vacanza, tutti dovrebbero andare a Londra almeno una volta e poi scordarla per scoprire la Vera Inghilterra, quella dei negozietti, quella delle città di pescatori che il vento ha reso indomabili, quella delle campagne, dei monti, delle altre città.
Di Massimo Dallaglio 24/01/2013