Luca, dal 2008 vive a Kelibia con la sua famiglia

Luca Patrizio Ciuti 48 anni – dopo un viaggio da turista nel 1996 – nel 2008 parte da Ascoli Piceno e sceglie di andare a vivere in Kelibia in Tunisia dove vive con la sua famiglia.

Ciao Luca dove vivevi in Italia?

Ascoli Piceno

In quale paese vivi ora e per quale motivo hai deciso di andare via dall’Italia?

Risiedo stabilmente a Kelibia dal 2008 ma ho iniziato a frequentare assiduamente la Tunisia per lavoro dal 2004. All’epoca pensavo di cogliere un opportunità di lavoro nel settore tessile.

È stato difficile il primo impatto con la Tunisia?

No, pur non conoscendo ne Arabo ne Francese non ho trovato grandi difficoltà, sia per il mio carattere aperto e facilmente adattabile, sia perché ho trovato molte persone che parlavano Italiano.

Lavoravi ad Ascoli Piceno?

Ho sempre lavorato nel settore tessile abbigliamento, in Italia gestivo la produzione di prototipi e campionari per conto di importanti marchi.

E allora come mai hai deciso di andare via ugualmente?

In seguito mi è stato proposto di gestire in autonomia alcune commesse di produzione per cui, dopo averne inviate in Tunisia per farle confezionare, nel 2007 ho deciso di aprire qui un mio laboratorio. Purtroppo non avevo fatto bene i conti con una mentalità diversa dalla nostra per cui, mi sono ritrovato a fare presto i conti con la scarsa affidabilità di alcuni personaggi locali ai quali avevo delegato la gestione dell’azienda e che mi hanno creato molti problemi costringendomi a lasciare i miei impegni in Italia per tentare di recuperare i problemi “tunisini”. La crisi internazionale, che ha colpito profondamente il settore di mia competenza, ha fatto si che decidessi di fermare tale attività e di orientarmi verso altri settori. A dire il vero per un attimo ho pensato di rientrare in Italia ma, una volta integratomi e conosciuto bene questo paese, ho capito che le opportunità per rigenerarsi erano sicuramente più presenti in un Paese come questo che è fortemente avviato ad uno sviluppo orientato ad un economia di mercato all’occidentale e che ha grandi risorse ancora da scoprire, valorizzare e sfruttare.

In Tunisia di cosa ti occupi esattamente?

C’è da dire che ho sempre avuto una personalità creativa, sono un intuitivo con spiccate doti di osservatore perspicace ed attento, con una discreta propensione all’analisi dei contesti socio culturali economici ed ambientali nei quali mi muovo, per cui ho iniziato a comprendere le tante potenziali opportunità che questo Paese può offrire. Ho così iniziato a studiare con attenzione ogni aspetto di questa realtà immaginando come il Paese avrebbe potuto evolversi attraverso alcuni interventi strategici mirati a riqualificare, valorizzare e promuovere le sue enormi potenzialità.
La Tunisia è infatti un Paese ricco di risorse naturalistiche, storiche, culturali, agricole ed umane ma la politica fino ad ora perseguita allo scopo di sviluppare la Sua economia, a mio avviso, non ha ottenuto altro risultato che la svendita di tali potenzialità e l’arricchimento di pochi fra cui, in primis, la famiglia dell’ex presidente Ben Alì. La politica economica perseguita fino ad ora è stata basata su una forte incentivazione all’esportazione ed alla concessione di forti agevolazioni fiscali ai tanti imprenditori stranieri che hanno impiantato in Tunisia attività il cui prodotto è totalmente destinato all’esportazione.
Il conseguente sviluppo economico non lo considero sano in quanto non radicato al territorio. Queste società, infatti, operano importando (con forti agevolazioni) le materie prime necessarie alla filiera produttiva ed esportando il proprio prodotto utilizzando solamente manodopera locale non qualificata ed a basso costo. Ogni qualvolta che le congiunture internazionali cambiano, queste società sono sempre pronte a chiudere o a trasferire altrove le loro produzioni lasciando in loco solo disperazione e braccia disoccupate. L’incentivazione all’esportazione, inoltre, ha fatto si che anche i prodotti tunisini (soprattutto agricoli) fossero massivamente esportati, spesso non trasformati, e valorizzati altrove anche se di gran qualità.
Un classico esempio è il caso dell’olio di oliva che il Tunisia è un prodotto di ottima qualità e rappresenta il 90% del totale dei prodotti agricoli esportati. Esso, ancora oggi, viene esportato principalmente in cisterna ed imbottigliato e valorizzato all’estero e spesso finisce sulle tavole di consumatori europei senza che neanche se ne conosca la provenienza. Ho avuto modo di confrontarmi con le Istituzioni su tali problematiche ed ho riscontrato che il nuovo esecutivo è in pieno accordo con tali osservazioni per cui ho sviluppato diversi progetti che hanno come finalità l’inversione di tale tendenza:
Il primo progetto si chiama “Le eccellenze della Tunisia” ed ha preso forma in maniera definitiva il mese scorso attraverso la costituzione della Società S.E.V.P.A. (Société Expérimentale de Valorisation des Produits Agricoles) con finalità di produrre, confezionare, valorizzare e commercializzare prodotti agricoli biologici seguendo un rigido protocollo atto a garantirne l’altissima qualità.
Per il momento ci occuperemo della produzione di Olio Extravergine Biologico e confetture di frutta spontanea certificata biologica ma abbiamo intenzione, nel tempo, di estendere la sperimentazione a molti altri prodotti.
Il secondo progetto, di prossima attuazione, sarà la costituzione di una Società che si occuperà di sviluppare e promuovere progetti d’intervento in vari settori dell’economia tunisina e di fornire consigli ed assistenza ad imprenditori intenzionati a perseguirli ed investire in Tunisia. Faremo ciò in pieno accordo di vedute con il Governo tunisino interpretandone l’orientamento e cercando di creare un economia capace di valorizzare al massimo le risorse offerte dal Paese e che, oltre a creare occupazione, sia capace di dare un opportunità in patria ai tanti giovani altamente scolarizzati dando loro la possibilità di formarsi in settori strategici ed innovativi. Al momento stiamo seguendo alcuni progetti interessantissimi nel settore turistico e delle acque minerali per i quali cerchiamo investitori interessati a parteciparvi. A proposito voglio lanciare un appello attraverso la Vostra testata per cui, se vi fossero persone interessate, non esitino a contattarmi per avere ulteriori informazioni in merito. Sono molto motivato e soddisfatto anche se per il momento siamo ancora lontani dall’avere un ritorno economico tangibile.

Com’era la tua giornata tipo in Italia e com’è in Tunisia?

In Italia ho avviato e gestito diverse attività ed aziende per cui ero sottoposto a ritmi di lavoro stressanti. Non ero tranquillo neanche la notte in quanto gestivo molte serie di campionario commissionandone la lavorazione in laboratori gestiti da cinesi che, come noto, lavorano prevalentemente di notte ed ogni volta che insorgeva un problema ero costretto ad alzarmi per recarmi in laboratorio. I primi tempi in Tunisia la mia abitudine a tali ritmi mi creava disagio ma in seguito ho iniziato ad apprezzare uno stile di vita sicuramente più sano e rilassato.
E’ un paese dai molti contrasti si può dire che non manchi nulla ma gli spazi sono amplificati per cui per trovare qualcosa bisogna a volte spostarsi. Per quanto mi riguarda amo la tranquillità ed ho scelto, per risiedervi, una cittadina tranquilla. Chiaramente nel caso cercassi prodotti particolari o divertimento dovrei raggiungere Tunisi o Hammamet ma una volta imparato a scegliere ed utilizzare prodotti locali, gradualmente diminuiscono queste necessità ed oltretutto si risparmia parecchio.

Personalmente come ti trovi in Kelibia, lo consiglieresti ad altri Italiani per viverci?

Io mi trovo molto bene ma ognuno ha la sua storia, il proprio carattere e le proprie abitudini per cui consiglio sempre di informarsi bene e di testare prima di prendere decisioni avventate. Quello che mi sento di dire è che spesso in Europa viene trasmessa un immagine di questo Paese poco conforme alla realtà. Vengono cioè enfatizzate notizie che, tolte da un contesto ben più complesso, danno l’idea di un Paese poco tranquillo e stabile cosa che non è assolutamente vera.

Hai avuto qualche difficoltà nel trasferimento?

No, non ho avuto grandi difficoltà, grazie anche al mio carattere paziente, perseverante e facilmente adattabile.

Hai nostalgia di Ascoli Piceno?

A volte si e spero di avere presto la possibilità di tornarci frequentemente. Mi manca la sua architettura, l’ambiente e l’atmosfera. Tutte cose che comunque, anche quando vi risiedevo, avevo poche opportunità di vivere al meglio. Quello che soffro di più è la lontananza dai miei 2 figli.

Vivi da solo o hai una tua famiglia?

In Tunisia ho ritrovato l’amore ed una famiglia semplice ma sincera ed onesta.

Cosa ti piace di più’ della Kelibia?

Oltre al contesto socioculturale e naturale quello che più mi ha accattivato è l’aver da subito avuto l’impressione di un paese ancora da costruire, pieno di opportunità e non saturo come l’Italia.

Quali sono i tuoi hobby?

Amo molto il mare e la natura in genere e qui non mancano di certo. Quello che inizia a scarseggiare è il tempo per potersela godere come vorrei.

Come ti immagini tra 20 anni?

Spero di trovarmi finalmente realizzato ed in buona salute per potermi dedicare finalmente alle mie passioni che sono la natura e la famiglia.

Come definiresti la Tunisia?

Potendo preferirei definire la Tunisia come un paese in continua evoluzione dove tutto da l’idea del “definitivamente provvisorio”, come il Paese delle tante opportunità e dei tantissimi opportunisti, ma comunque un Paese ricchissimo di cultura e tradizioni dove colori, profumi e sapori creano contrasti affascinanti.

Com’è il rapporto con la tua famiglia, sei rimasto in contatto con loro?

Ci sentiamo frequentemente e mia madre viene spesso in Tunisia per trascorrere lunghi periodi con me. Non utilizzo molto Facebook ma lo considero uno strumento importante per mantenersi in contatto con il mondo e ritrovare vecchi amici dei quali si erano perse le tracce. Considero Skype un ottimo e conveniente strumento da utilizzarsi per lavoro.

Torneresti mai a vivere in Italia?

Non so, al momento non mi sono posto il problema. Certo in Italia ho lasciato dei grandi affetti ma spero di poter, nel futuro, tornarci più spesso ma non vedo in Italia il mio futuro.

Email: ciutiluca@interfree.it

Di Maria Valentina Patanè 28/10/2012

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