Massimo Barbari, dalla provincia modenese alla Florida
Deve averne fatta di strada Massimo Barbari per arrivare ai vertici di una grande multinazionale italo-americana!
Dopo anni di viaggi da una sponda all’altra dell’Oceano la bandiera a stelle e strisce gli è diventata quasi più famigliare del tricolore: anche se ci tiene a sottolineare che ha imparato ad apprezzare maggiormente le peculiarità dell’Italia e della sua gente.
Dalla sua intervista trapela un certo entusiasmo: la sua esperienza gli ha insegnato i vantaggi del connubio fra pragmatismo americano e inventività italiana.
In Florida ha trovato un mondo molto diverso ma ha anche scoperto come le differenze possono creare sinergia anziché divisione.
Per quale motivo sei approdato negli Stati Uniti?
La mia e’ stata una scelta dettata dal fatto cha avevo maturato 7 anni di viaggi di lavoro negli usa con permanenze di circa 4/5 mesi ogni anno dal 1999 al 2006. Nel 2006 il gruppo ceramico italiano per cui lavoro (Panariagroup Industrie Ceramiche) ha rilevato una societa’ Americana (Florida Tile) e mi ha offerto la grande possibilita’ di trasferirmi in veste di vice presidente vendite e marketing. Era una grande opportunita’ di crescita professionale che richiedeva dall’altro lato grandi sacrifici familiari (mia moglie non si e’ trasferita per motivi familiari). Insieme abbiamo deciso di provarci lo stesso, quindi io torno ancora in Italia qualche volta e lei mi accompagna a sua volta in USA in qualche occasione. Rispetto all’Italia trovo gli stati uniti un posto un po’ piu’ semplice dove fare le cose, in termini di mentalita’, la gente e’ molto “easy going” e fondamentalmente si tratta di una popolazione con molte analogie rispetto alla nostra, ma che mantiene tratti unici che la contraddistinguono.
Io ho un rapporto meraviglioso con l’Italia, nel senso che viaggiare tanto e conoscere altre culture ti aiuta anche a capire le cose belle del tuo paese. Con tutti I suoi problemi e difetti ritengo comunque l’Italia uno dei piu’ bei paesi al mondo dove si possa vivere.
In che cosa consiste la tua attività negli Stati Uniti?
Sono Vice President Sales e Marketing per questa azienda, Florida Tile, produttrice e distributrice di materiali ceramici sul mercato nordamericano.
Abbiamo sale mostra di proprieta’ e poi vendiamo anche attraverso una rete di distributori indipendenti. Mi occupo inoltre dello sviluppo prodotti per questa azienda. Vendiamo inoltre mosaici di vetro , pietre naturali , e materiali per la posa.
Cosa ti ha colpito della vita del nuovo Paese?
Se intendi della vita negli USA , il fatto che le persone hanno comunque una mentalita’ molto aperta e sono veramente una societa’ multirazziale. Trovo a volte l’americano un po’ troppo superficiale e tendente a seguire la massa, ma al tempo stesso trovo le persone piu’ semplici, a volte e’ un pregio e a volte puo’ anche essere un difetto.
Torneresti in Italia, e se sì cosa ti mancherebbe negli Stati Uniti?
In italia ci torno almeno 4 mesi ogni anno da quest’anno e quindi riesco a non farmi mancare niente delle due culture al momento. Ho inoltre notato in questi anni che i problemi sembrano essere sempre gli stessi sia per l’Italia che per gli USA.
Cosa ti manca di più dell’Italia?
Quando sono in USA, sicuramente la famiglia (mia e allargata), gli amici e la pasta fatta bene.
Come era la tua giornata tipo in Italia e com’è negli Stati Uniti?
Mi sveglio presto e sono al lavoro per tutta la giornata durante la settimana, in piu’ devo anche viaggiare spesso per visitare distributori in tutti gli stati uniti, andare a fiere ecc.
Quando sono a casa in italia si lavora sempre tanto e in piu’ in italia mi occupo di sviluppo prodotti, quindi in buona sostanza durante tutta la settimana sia in un posto che nell’altro si lavora sempre tanto
Quali le principali differenze nella filosofia di vita e nel tenore di vita fra Italia e Stati Uniti?
Americani piu’ organizzati e sistematici in ogni approccio, la procedura e’ una delle basi di funzionamento del lavoro in USA, piu’ veloci nelle valutazioni e con filosofia basata sulla velocita’ di decisione e velocita’ nell’aggiustare gli errori.In italia ponderiamo le decisioni di piu’ prima di passare all’azione, quindi siamo un po’ piu’ lenti , ma commettiamo meno errori, quindi alla fine i due approcci un po’ si equivalgono. Approccio piu’ individualistico in italia, piu’ collettivo in USA.
Vita Americana basata su famiglia ristretta, svaghi costituiti dagli sport e dallo shopping e viaggi anche qui non ci sono grandi differenze rispetto all”italia. L’americano e’ mediamente piu’ dotato nel rapporto con l’informatica, molto meno dotati in lingue straniere e un’altra cosa che mi piace degli USA e che mediamente si lavora sodo, ma alle 5 quasi tutti staccano e quindi cercano comunque di trovare il tempo per socialita’ e sport, un po’ meno in italia. Una cosa dove noi italiani siamo grandi nel mondo e’ la capacita’ di adattamento e di improvvisazione e di reagire agli imprevisti. Un Americano in media di fronte ad un imprevisto o ad una cosa che non segue la procedura va’ un attimo in panico. Un piccolo difetto e’ un po’ la mentalita’ dell’americano di sentirsi il centro dell’universo, ma ho anche notato che quasi ogni popolazione crede alla fine di essere migliore di tutte le altre.
Come ti sembra l’Italia vista da lì?
La solita bella Italia che traffica sempre, con grandissime potenzialita’ che sono anche sfruttate, ma mai al 100%. Credo che l’italia abbia enormi lati positivi sia dal punto di vista della popolazione (noi italiani siamo forti) che del paese che della cultura, chiaramente I problemi ci sono un po’ ovunque, tasse, sanita’, politica ecc, ma come carattere sono abituato a non lamentarmi , sono uno che cerca di fare le cose nel mio piccolo per cambiare quello che posso in meglio. E poi avendo potuto viaggiare per lavoro in altri paesi non solo gli usa , impari anche molto ad apprezzare quello che l’Italia ha da offrire e non solo a vederne I problemi. In italia ci sono anche grandi eccellenze a tutti I livelli.
Hai scoperto qualcosa di te stesso che non conoscevi stando negli Stati Uniti?
Ho imparato a stare da solo e ad affrontare problemi anche grandi , non ritengo per niente che questa sia una cosa facile e ho capito che alla fine la determinazione, il sacrificio e il lavoro sono una grande arma per progredire e svilupparsi.
Hai degli hobby, pratichi qualche sport, sei inserito nella vita sociale degli Stati Uniti?
Adoro il calcio, ma ormai lo pratico solo saltuariamente, abbiamo costituito una squadra di calcetto nella nostra azienda e giochiamo settimanalmente, livello terribile ma grandi risate.
Mi piace anche fare jogging. Non sono molto inserito nella vita sociale perche’ lavorando molto nel weekend cerco di riposarmi.
Consiglieresti al tuo miglior amico italiano di mollare tutto e andare a fare un’esperienza negli Stati Uniti?
Io non consiglierei mai di mollare tutto a nessuno a meno che uno non abbia niente da perdere, c’e’ sempre qualcosa per cui vale la pena restare e uno deve valutare bene I pro e i contro prima di fare una scelta del genere. Credo pero’ al tempo stesso che consiglierei a chiunque di avere un’esperienza prolungata all’estero, ti aiuta comunque ad aprirti la mente, ti fa conoscere culture e mentalita’ diverse che alla fine ti arricchiscono veramente tanto.
Di Raffaele Ganzerli 18/10/2010