vivere a Capo Verde
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MOLLARE TUTTO? SI PERO’… ECCO COSA DEVI SAPERE SE TI INTERESSA VIVERE A CAPO VERDE

Mollare tutto è possibile ma… occhio a non accelerare. Meglio prendersi del tempo per pensare a come e quando agire, mentre il perché è noto a tutti.

Se in Italia si stesse bene, se ci fosse la possibilità di lavorare e di guadagnare il giusto, in pochi farebbero la valigia. Se poi si potesse contare anche su una giusta dose di meritocrazia, allora sì che varrebbe la pena restare.

Cambiare Paese è una sfida, che non tutti vincono, e non è mai bello accettare la sconfitta e tornare a casa; per questo, nel mio piccolo, consiglio di pensarci e ripensarci, prima di mollare.

Cabo Verde, ad esempio, è un posto bellissimo che però, oltre al sole tutto l’anno, alle spiagge e all’oceano, offre veramente poco.

In vacanza sembra un paradiso terrestre, ma viverci è tutt’altra cosa. Vi parlo di Santa Maria, piccolo paese dell’Ilha do Sal, dove vivo dall’ottobre del 2011, perché è il territorio che conosco.

Le altre isole dell’arcipelago le ho visitate, anche se non tutte, solo che non potrei descrivervi opportunità o carenze locali, dato che si scoprono sono abitandoci.

vivere a Capo Verde
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Tornando a Sal, per sei mesi l’anno c’è tanto lavoro, e si guadagna il giusto.

Gli altri sei, il lavoro va in vacanza; diciamo che l’isola si svuota e ne acquista in bellezza ma ne perde in economia. In pratica da novembre ad aprile il turismo europeo, tanto o poco, a seconda dei casi, porta denaro, gli altri sei mesi ci pensa il deserto a lasciarti a secco.

Si vive a Sal per la buona qualità della vita, non certo per arricchirsi, anche perché bisogna fare i conti con le spese, poche rispetto all’Italia ma comunque presenti. Acqua e luce sono cari e gli affitti dei locali sono ai livelli europei. Da qualche mese inoltre il governo sta cercando di concedere meno licenze agli stranieri e anche ottenere visti o carte di residenza, sta diventando complicato.

C’è poi il costo del personale, con relativi Inps e sicurezza sul lavoro.

Circa 250 euro di stipendio più 100 di contributi, e le varie tasse, anche se irrisorie. Se si arriva con pochi soldi, c’è la possibilità di dover tornare in Italia con le tasche bucate mentre se già in partenza non si ha denaro, è meglio perdere il volo.

Ho incontrato tanti italiani, ultimamente, che mi hanno confidato di aver voglia di trasferirsi qui. Quello che non hanno chiaro è che senza euro, non si va da nessuna parte.

Meglio fare il barbone nella propria Terra che altrove, ve lo posso garantire. Almeno da noi ci sono i parenti, gli amici o nel peggiore dei casi, la Caritas.

Per aprire una piccola attività non bastano dieci, venti, trentamila euro. Con quei soldi puoi prenderla in gestione ma…il problema è che se l’attività non è tua, le spese salgono e non è detto che si riesca a coprirle tutte.

Consiglio: venite qui in vacanza, poi tornate in Italia, poi ritornate a Sal e cercate lavoro da dipendenti, con uno stipendio di circa 500 euro al mese (gli europei guadagnano più dei locali); cominciate a farvi quattro conti (affitto, luce, acqua, spese varie), e a guardavi attorno. Solo successivamente, fate il piccolo o grande passo di mettervi in proprio.

/Carmen Vurchio trasferirsi a Capo Verde. Fuga dallItaliaPotrebbe non piacervi il posto, potreste capire che non è tutto oro ciò che luccica.

O invece, come spero, aumentare in modo incalcolabile l’amore che provate per quest’isola, tanto vicina all’Italia (sei ore di volo) ma anche tanto lontana.

Io ad esempio ci vivo molto bene ma a volte sento la mancanza della nostra abbondanza: vorrei andare al cinema o anche solo in edicola. Mi piacerebbe entrare in una pasticceria, o girare col carrello nell’ipermercato e poter scegliere tra mille marche di biscotti. Ecco, dopo un po’ che vivrete a Sal, vi renderete conto di quanto l’isola vi porterà a fare a meno di tante cose.

L’acqua, ad esempio, la userete col contagocce e, ne sono sicura, spesso farete la doccia fredda per non accendere il boiler e far girare a mille il contatore dell’elettricità. “Tanto fa caldo”, direte voi. Sei mesi l’anno sì, gli altri sei mesi, la temperatura di sera cala e la doccia fredda vi farà gelare il sangue nelle vene.

Scrivo queste cose perché sono stata accusata di parlare sempre e solo bene dell’isola in cui abito.

La esalto perché mi ci trovo bene (ovviamente anche io ogni tanto perdo l’equilibrio, che definisco instabile), ma chi mi critica ha ragione: non bisogna sempre descrivere solo ciò che di bello offre un luogo, occorre essere sinceri.

Io l’ho già fatto nel mio libro, FUGA DALL’ITALIA, destinazione Cabo Verde – Daniela Piazza Editore, ma non è mai troppo, specie se può servire a evitare a chi ha voglia di mollare tutto, di commettere inutili errori.

Detto ciò, preparate la valigia e metteteci dentro coraggio e pazienza, sperando anche in un pizzico di fortuna. Il resto, se è destino, verrà da sé.

Di Carmen Vurchio

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