Rinascere dalle proprie ceneri e cambiare vita:
L’incredibile storia di Paolo Goglio che dopo una vita di soddisfazioni e gratificazioni si è: “trovato sotto un cumulo di macerie, spento e ferito” fino a quando non gli è giunta la più elementare delle consapevolezze: “… io non ero quello che avevo! E non sono neppure quello che faccio o quello che dico.”
Da queste ceneri è nato il suo Codice di Rinascita e la sua nuova vita.
Ciao Paolo, vuoi presentarti ai nostri lettori? Di dove sei originario e cosa facevi prima del tuo cambiamento di vita?
Paolo Goglio, milanese di Porta Romana, ho lavorato nel mondo della televisione fin dai primi anni ‘80, inizialmente come cameraman, poi come regista, quindi mi sono messo in proprio e ho avviato una impresa di servizi televisivi a 360°.
Era un momento epico per la televisione: avevo studi televisivi e una regia mobile, lavoravo molto con le emittenti commerciali e per quasi 30 anni sono riuscito a mantenere il passo con la concorrenza dei grandi networks e con la continua evoluzione della tecnologia.
Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di cambiare vita e cambiare lavoro?
Con l’inizio del nuovo millennio ho spostato il mio core business in direzione del web.
Ho visto bene: era un mondo che stava nascendo, avevo tutte le competenze e l’esperienza necessaria per delocalizzare la mia attività, anche se inizialmente le connessioni erano molto lente e la rete mobile non esisteva ancora.
Ho trascorso un decennio di grande espansione imprenditoriale, ma con la crisi del 2009 è franato tutto: i miei principali clienti hanno chiuso o sono falliti, in pochi mesi mi sono trovato sommerso da impegni fiscali e bancari insostenibili.
Poi ho dovuto chiudere anch’io e per qualche tempo non ho fatto altro che tappare le falle di una barca che, purtroppo, era già affondata.
Mi sono ritrovato senza più nulla e l’ultima carta rimasta era quella di cambiare completamente tenore e stile di vita. Così mi sono trasferito a vivere in campeggio.
Nel tempo mi sono riadattato a vivere in un modo completamente diverso, inizialmente mi sentivo molto penalizzato ma poi ho iniziato a rendermi conto che stavo conquistando nuovi spazi, avevo meno impegni e molto più tempo per me stesso.
Avevo solamente una piccola fotocamera amatoriale, ma la creatività, il talento e la passione per le immagini non me le aveva portate via nessuno.
Ho iniziato realizzando alcune clip immerso nella natura, poi sono stato contattato da Odeon TV che mi ha commissionato 35 puntate a taglio televisivo. Ho intitolato questo nuovo format Amore con il Mondo, portavo in televisione un messaggio di rinascita, di amore per la vita e di bellezza per tutto quanto ci circonda.
Negli anni ho realizzato più di 150 puntate distribuite a 27 emittenti televisive regionali e nazionali, numerosi documentari, lungometraggi e persino un film per le sale cinematografiche.
In cosa consiste la tua nuova attività e perchè l’hai scelta?
Non ho più operato con le consuete modalità professionali o imprenditoriali anche perchè non avevo più la possibilità di farlo, in realtà non ho cambiato lavoro ma ho cambiato radicalmente il mio rapporto con quello che prima era una attività professionale, e ora una passione sincera e autentica.
Distribuisco il mio programma gratuitamente e in cambio ricevo sostegno da associazioni, enti o singole persone.
Oggi opero prevalentemente in termini di volontariato, a costi quasi zero: quando ricevo ospitalità o un rimborso spese ho fatto già quadrare le mie esigenze.
Vivo di espedienti, ma anche questa è una modalità!
Hai seguito scuole o corsi per lanciarti in questo settore?
Internet è una risorsa no limits per chiunque voglia fare qualunque cosa. Passo moltissimo tempo a studiare, leggere e informarmi su tutto quanto riguarda il mondo della comunicazione.
Oggi sta nascendo una nuova era, quella dell’intermedialità e, a modo mio, frequento forum, newsgroup, webmagazine e articoli su tutto ciò che possa indicare una rotta nuova.
Attualmente le cose cambiano in pochissimo tempo, ogni 2-3 anni c’è una rivoluzione tecnologico-digitale e questo significa essere molto elastici anche dal punto di vista della programmazione, i progetti non sono più chiusi e definiti ma aperti all’evolversi delle situazioni.
Dove hai trovato l’ispirazione e come è nata la tua passione?
Da piccolo ero già un piccolo produttore cinematografico, raccoglievo le mancette settimanali per comprare pellicole Super8 e giravo le mie prime immagini con la cinepresa a molla di mio padre.
Probabilmente è stato lui a trasmettermi passione e amore per le immagini o più semplicemente era il mio talento predestinato.
Ho superato gli esami di maturità con targa di merito, quindi mi sono diplomato con lode alla Scuola di Tecniche Cinetelevisive di Milano (CTC).
Ho realizzato migliaia di servizi professionali sempre dalla parte del banco di regia o dietro la telecamera, ho acquisito esperienze in tutti i settori della comunicazione e oggi, semplicemente, sono passato di fronte alle telecamere e mi autoproduco, o meglio sto sia davanti che dietro, faccio tutto da solo!
Con questa tecnica completamente autonoma non assumo oneri né costi e ho conseguito enormi gratificazioni soprattutto nel 2018 quando in uno slancio di creatività mi è giunta l’ispirazione per realizzare un intero film da solo.
Sono partito per la Danimarca con la mia attrezzatura da campeggio e uno zaino con le nuove action-cam che pesano pochi etti, una mirrorless e un paio di videocamere smart di ultima generazione.
Pochi mesi dopo ho presentato il film, intitolato CLIC – 10 giorni guidato dal vento, al cinema Anteo di Milano. Subito ho ricevuto numerosissimi articoli, servizi e consensi, al festival di S.Vincent ho vinto il primo premio come miglior film indipendente.
Ho definito questa nuova tecnica cinetelevisiva SELFIEFILM che significa, ovviamente, fare un film completamente da soli.
Quanti e quali paesi hai visitato finora?
Prima di chiudere l’azienda ho lavorato tantissimo all’estero, soprattutto per compagnie turistiche, tour operator o case vacanza all’estero.
Sono stato 12 volte in Kenya, 2 in Giappone, Egitto, Thailandia, Cuba, Santo Domingo e Canarie e ho realizzato splendidi servizi anche a Sri Lanka, Mauritius, Maldive, Florida, Perù, Costa Azzurra e un pò tutta l’Europa Occidentale.
Nella configurazione attuale mi rivolgo prevalentemente agli organizzatori di viaggi-avventura: loro sostengono le spese e io realizzo i film che gratificano loro e i loro clienti. Con questa formula sono stato 2 volte nel Sahara Tunisino e quindi nei 7 paesi dei Balcani Occidentali.
Con la mia tenda Maggiolina invece ho girato autonomamente Olanda, Francia, Danimarca e Croazia nonchè moltissime località in tutta Italia.
Rispetto a dove vuoi arrivare, dove ti trovi adesso?
Oggi, grazie al contributo di una associazione, ho allestito un piccolo camper con cui non avrò più confini. Finalmente potrò viaggiare 4 stagioni senza limiti meteorologici.
Questo allarga di molto le mie prospettive creative e fin da subito sto aggregando appassionati camperisti per realizzare un nuovo film tutti insieme.
Il fatto di vivere in campeggio lo consideri downshift-style?
Ammetto di aver googlato per rispondere a questa domanda, è la prima volta che sento questo termine :-))
Inizialmente è stata, come detto, una necessità abbastanza drammatica e disperata, ho sofferto molto i primi anni ma via via mi sono adattato, ottimizzando anche il piccolo spazio in cui vivo.
Oggi devo dire che non tornerei indietro anzi, amo moltissimo questo stile di vita che mi mantiene in continuo contatto con tutti gli elementi che amo: il sole e la pioggia, le nuvole e le stelle, tramonti meravigliosi, profumi e fiori, panorami e camminate.
Ho trovato un nuovo modello di felicità che personalmente considero molto più autentica e profonda di quella precedente. La vita in campeggio è più semplice di quella tradizionale e una volta adattati ad uno spazio abitativo minore tutto si semplifica.
Questa mattina osservavo le formiche che giravano in cucina tra un fornello e il lavandino. Fino a qualche tempo fa le combattevo, ora mi sono limitato a lasciare qualche briciola di pane a loro disposizione sul davanzale in modo da convivere al meglio senza interferire con la loro operosità.
Non ho più un istante di noia e se ho del tempo da impiegare posso viaggiare anche con la mente, accompagnato dal canto dei merli sui rami e dal tintinnare del ruscello sotto il mio piccolo nido.
Qual’è la tua definizione di successo? Senti di averlo raggiunto? Perchè?
Domanda da mille punti! Per alcuni anni ho addirittura cantato le lodi del non-successo! :-))) Ho scritto libri, articoli in materia proprio perchè il mito del successo è quanto di più distorto ho riscontrato sul mio cammino.
Se il successo è il denaro, la carriera, la fama e la notorietà, l’impresa sportiva, il potere o la gloria… ammetto di averci creduto fino a quando il castello è crollato.
Poi ok… mi sono fatto molto male, mi sembrava di stare sotto un cumulo di macerie, spento e ferito, fino a quando non mi è giunta la più elementare delle consapevolezze: io non ero quello che avevo! E non sono neppure quello che faccio o quello che dico.
Io sono quello che sono. E questa modalità centrata sull’essere può cambiare continuamente, esattamente come le nuvole portate dal vento. Oggi più che mai i miei valori principali non sono in ambito materiale, ma in ambito esistenziale.
Paradossalmente, in era Covid, vivere in campeggio è stata la mia più grande ricchezza, potermi riflettere quotidianamente con le acque dorate del lago, prendere il sole nel giardino immerso nel silenzio, raccogliere le ciliegie e i funghi, correre nei boschi e pagaiare all’alba con la canoa, tra gabbiani e cormorani.
Certamente vorrei raggiungere traguardi cinematografici e televisivi maggiori, ho realizzato un nuovo format per le reti nazionali ma non ho ancora trovato i canali per distribuirlo.
Proprio stamattina però mi ha scritto una signora da Trieste ringraziandomi perché, visionando una mia puntata televisiva, ha trovato le parole giuste per confortarsi in un momento di difficoltà.
Ecco, questo per me è il vero successo e prescinde da qualunque altro genere di riscontro.
Quale sogno hai realizzato?
A modo mio veramente tanti.
Quando avevo 16 anni ho comprato una chitarra elettrica e ho subito sognato di fare un disco. 2 anni dopo era in sala di registrazione e, pur senza alcuna competenza di musica né di canto, ho registrato un 45 giri.
Forse se avessi sognato di fare concerti internazionali o canzoni best-seller sarei andato oltre ma già a quei tempi i miei stessi sogni erano rivolti alla gratificazione.
Nel 1990 ho visto a S.Siro il nuovo tabellone, era un enorme schermo televisivo e ho subito sognato di lavorare nello stadio. Due settimane dopo ero in cabina di regia.
Così, quando desideravo viaggiare mi spostavo in quella direzione e via via ho realizzato un pò tutto quello che sognavo maturando preziose esperienze nei settori della moda, sport, attualità, didattica, spettacolo e pubblicità.
Durante i momenti difficili come hai trovato la forza di non gettare la spugna?
Certo ho passato anche tanti momenti difficili e proprio negli ultimi anni, su questo tema ho scritto un libro intitolato: Codice di Rinascita. A volte, per rinascere, reinventarsi, superare un momento difficile, è necessario cambiare rotta.
Gli eventi, anche quelli drammatici, spesso indicano un tracciato, è il momento di cambiare strada o direzione. E in molti casi sono proprio i falsi sogni quelli che ci portano fuori dalla mappa, a cadere, inciampare o franare.
Viviamo in una società completamente mistificata, i messaggi che riceviamo idealizzano sogni in tutte le direzioni: la casa dei tuoi sogni, il materasso dei tuoi sogni, la pastasciutta dei tuoi sogni… ma queste sono solamente strategie di marketing pubblicitario che non a caso sfruttano il potere del SOGNO per incentivare i consumi.
E questo avviene a vari livelli della vita ma troppo spesso quel modello di sogno che tanto abbiamo rincorso a caro prezzo si rivela una trappola che fagocita la nostra felicità per ingabbiarci in un modello che neppure ci appartiene!
A volte sembra impossibile superare alcuni ostacoli, poi ci rendiamo conto che erano invisibili, impalpabili, evanescenti e neppure esistevano.
La vita è un pò come una scalinata, pensi sempre di essere sul gradino più alto. Ti guardi indietro e vedi quanta strada hai percorso ma poi, al termine della salita, scopri una nuova scala, magari più lunga e non puoi tornare indietro, devi sempre e comunque trovare la forza e il coraggio di andare avanti.
Hai dei consigli da dare a chi desiderasse seguire le tue orme?
Più che altro consiglierei a ciascuno di trovare autonomamente il proprio miglior tracciato di vita. Anch’io a volte seguo delle orme, mi guardo intorno, ascolto e domando, mi informo e chiedo aiuto. Ma i consigli sono come delle piccole luci che ti sostengono quando la notte è profonda e il buio è totale.
Possono trascorrere anni e decenni interi ma ognuno di noi è chiamato a compiere un cammino, semplice o complesso che sia.
I consigli da dare ad un architetto sono diversi da quelli che potrebbe avere un agricoltore, uno scrittore o un astronauta.
Aprire gli occhi sulla realtà reale, sul contesto di vita che ci circonda è il principio con cui ho iniziato a uscire dal pozzo delle abitudini e dei luoghi comuni per trovare un mio tracciato.
A volte incontro qualcuno, a volte sono solo. Ma quando seguo il mio cuore sono perfettamente allineato con la stella polare che indica il mio cammino.
Se avessi la bacchetta magica, quale desiderio vorresti avverare?
He he… ma io ne ho tante di bacchette magiche! Negli anni ‘80 mi sono anche dilettato a fare il mago professionista e ancora oggi custodisco con passione numerosi giochi di prestigio e numerose bacchette con dei poteri straordinari!
La vera ragione per cui ho drasticamente cambiato vita è perchè, tra le infinite difficoltà di un momento di svolta drammatica, ho concepito un nuovo progetto intitolato, come detto in apertura, Amore con il Mondo. Non è solamente un format televisivo.
Oggi sono anche presidente della Associazione Amore con il Mondo ODV, partecipo come socio fondatore al direttivo di altre associazioni e forse vorrei, come unico desiderio, che gli ostacoli e le difficoltà svanissero nel nulla, si diradassero per lasciare spazio solamente agli aspetti positivi e costruttivi della vita.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Si, certamente! Voglio ringraziare Pamela per la sua disponibilità. Sei stata gentilissima e ti abbraccio con l’augurio che tutto, nella vita, sia sereno per te e per chiunque orbita nella tua galassia, popolata di splendide stelle.