Rita, con il “chiodo fisso” per la Russia, oggi vive e lavora a Mosca
Una prima visita fugace undici anni fa e la Russia, coi suoi inverni lunghi, il freddo – ma “sempre meglio del clima umido della pianura padana”- le è rimasta nel cuore.
È così che Rita, 32enne di origini modenesi, ha preso al volo l’occasione di un’offerta di lavoro a Mosca non appena le si è presentata, e ora vive stabilmente in Russia da più di quattro anni. D’altra parte per lei questo Paese così lontano geograficamente e culturalmente dall’Italia era da sempre stato “un chiodo fisso” e la sua forte motivazione personale – nonché la buona conoscenza della lingua – le ha permesso di far fruttare al massimo questa esperienza.
“In realtà prima di trasferirmi a Mosca ero già stata diverso tempo in Russia, a San Pietroburgo -racconta Rita-. La prima volta sono arrivata nell’estate del 2000, quando ancora ero studentessa di lingue straniere, e l’esperienza in Russia, seppur limitata come tempo e possibilità (parlavo russo ancora molto poco) mi è piaciuta a tal punto che ho deciso che prima o poi mi sarei trasferita a viverci.
Poi a fine 2006 mi è arrivata la proposta dalla ditta per cui avevo iniziato a lavorare allora: mi si chiedeva di venire a seguire il lavoro da Mosca… ho detto subito di sì! Ora sono ormai quattro anni e mezzo che vivo stabilmente a Mosca e lavoro nel settore dei trasporti internazionali.
Contrariamente a quanto potrebbero pensare in tanti, devo dire che tra la Russia e l’Italia non ho riscontrato grosse differenze.
Per quanto agli occhi di molti questo sia ancora un Paese semi-sconosciuto, lontano e freddo, devo dire che la vita -per lo meno nelle grandi città- non è molto diversa. O meglio, faccio le stesse cose che facevo a casa, nel tempo libero vedo gli amici, si va a bere qualcosa, a ballare, poi cinema, teatro, ogni tanto qualche museo o qualche mostra, il tutto però in una metropoli di oltre 15 milioni di abitanti, che implica quindi problemi di spostamenti lunghi, di traffico, di caos ecc… Poi certo, l’inverno è freddo e dura a lungo, ma per me non è una difficoltà: preferisco i -20 gradi a cui ogni tanto scendiamo qui al clima umido della pianura padana!
Anche se a Mosca sto bene naturalmente penso spesso all’Italia: mi mancano gli affetti, gli amici con cui sono cresciuta, la famiglia; c’è però da dire che essendomi portata dietro per anni questo “chiodo fisso” della Russia, credo che tutti fossero preparati all’idea che prima o poi sarei partita. I miei genitori d’altra parte mi hanno sempre appoggiata e mai ostacolata, perché si sono resi conto che era quello che volevo e in fondo -come si dice- la vita è mia. Ricordo poi che i primi anni i contatti con casa erano più difficili, invece, da quando sto a Mosca, con internet sempre a disposizione è molto facile sentire parenti e amici. Io uso soprattutto socialnetwork e skype, oppure e-mail. I costi sono contenuti, anzi praticamente nulli, e le comunicazioni in tempo reale.
Appena mi sono trasferita in Russia le uniche difficoltà che ho incontrato sono state legate alla burocrazia, che qua è veramente impressionante, parlo dei documenti e delle carte da fare per visti, permessi di lavoro e quant’altro. Il mio ambientarmi in fretta in questo Paese è stato dovuto in gran parte al fatto che quando sono arrivata definitivamente a Mosca parlavo già un buon russo, e questo sicuramente mi ha aiutata molto. Inoltre qui avevo qualche contatto tramite amici e conoscenti, e per mia fortuna queste persone sono state presenti e mi hanno sempre consigliata e aiutata.
Insomma, ad oggi posso assolutamente dirmi soddisfatta della mia scelta di venire a vivere in Russia.
Era quello che volevo, quindi non potrei dire diversamente.
Consigliare un’esperienza come la mia ad un mio connazionale?
Sicuramente un’esperienza all’estero, che sia breve o a lungo termine, aiuta sia a livello professionale che a livello personale. Certo, per venire in Russia bisogna forse avere motivazioni un po’ più forti piuttosto che nel trasferirsi in un paese più “vicino” all’Italia -geograficamente e culturalmente- ma credo che sia comunque un’esperienza che merita di essere fatta”.
Di Silvia Mammarella 04/07/2011