Stefano, 33 anni di Reggio Emilia, Pilota Commerciale in zone remote in Indonesia

Stefano, 33 anni di Reggio Emilia, decide di mollare tutto: “Ho passato gli anni che mi hanno portato fino a qui cercando di resistere a quella dinamica per la quale le aspettative di una comunità prevaricano quelle personali portandoti placidamente verso la sicurezza di scelte già stabilite a priori. Da altri”.
Così, dopo avere conseguito le licenze di Pilota Commerciale in Texas ora lavora in Indonesia volando in zone remote non raggiungibili diversamente se non in volo.

Ciao Stefano, presentati ai nostri lettori.

Mi chiamo Stefano Stelian Ganassi, 33 anni, nato a Reggio Emilia.
Il secondo nome di battesimo è rumeno, mia madre infatti è originaria di Costanza, sul mar Nero.

Di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Sono nato e cresciuto nella “bassa” (bassa pianura emiliana) dove se non fosse per la nebbia che ogni tanto ne dissolve i contorni si imparerebbe a memoria ogni crepa lungo le strade.
Dopo il liceo classico ho passato gli anni che mi hanno portato fino a qui cercando di resistere a quella dinamica per la quale le aspettative di una comunità prevaricano quelle personali portandoti placidamente verso la sicurezza di scelte già stabilite a priori. Da altri.
Ho sempre rimandato: sono stato ufficiale dei Carabinieri durante il servizio militare, ho studiato architettura e disegno industriale, ho vissuto a Roma, Gorizia e Venezia ed in fine ho portato avanti una piccola attività commerciale a Reggio Emilia che finalmente mi ha dato la possibilità di concretizzare l’altra scelta, quella vera che restava nel famoso cassetto in paziente attesa ad invecchiare come il vino buono: volare!

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

Quando il desiderio di conoscere culture, colori, sapori, suoni ed odori differenti è diventato un bisogno.

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Si ho vissuto negli Stati Uniti, in Texas quasi un anno per conseguire le licenze da pilota commerciale. Esperienza indimenticabile.

Perché proprio in Indonesia?

Per la tipologia del lavoro, per caso e per fortuna.

In che cosa consiste la tua attività?

Sono pilota presso una compagnia regionale che oltre alle tratte normali si distingue per le operazioni in zone remote e non raggiungibili diversamente se non in volo.

Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia?

In Europa l’aviazione generale, le piccole compagnie purtroppo non sono una realtà valorizzata, tutt’altro. La burocrazia è schiacciante ed i costi impossibili.
Non c’è spazio se non per le grandi compagnie e pure quelle ormai sono stabilizzate in una crisi sistemica. La realtà aeronautica italiana è anche peggio.

Com’è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale così differente da quella italiana?

Nessun problema visto che tanto non mi sono mai integrato del tutto a quella italiana di realtà: qui gli altri ragazzi, i colleghi sono tutti sudafricani, australiani, neo zelandesi ed europei.

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?

Oltre alla famiglia, il mangiare.
Ecco su quello si, non c’è niente da dire, noi italiani siamo davvero una spanna sopra gli altri e forse anche qualcosina di più. Ripenso ad una vecchia pubblicità della pasta dove l’italiano trasferitosi in estremo oriente tornava a casa e trovava un bel piattone di pasta e lo spot recitava “dove c’è Barilla c’è casa”. Confermo, funziona.

Vivere in Indonesia sotto quali aspetti è meglio che in Italia ? E sotto quali aspetti è peggio?

E’ meglio per le opportunità, almeno per gli immigrati professionalizzati.
L’Indonesia resta pur sempre un paese del terzo mondo in forte crescita con tutte le tipiche contraddizioni del caso.

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme?

1) Risparmiare (in USA si spende la metà che in Europa dai 40000 USD ai 50000 USD e si vola di più e meglio: immagina arrivare
a New York di notte con l’aereo della scuola insieme ad un paio di amici!)
2) studiare (tanto)
3) avere un minimo di coraggio perché qui fuori nessuno morde e perché un sogno nasce senza confini per essere inseguito.

Un mio amico qui dice spesso “io faccio del mio meglio e poi guardo cosa succede.”
Ecco dare il meglio e qualcosa succede sempre.
Fare il pilota non è la scelta più semplice sotto nessun aspetto. Nessuno.
Per intraprendere questa strada non è richiesto niente di trascendentale semmai servono qualità comuni a molti ma che solo in pochi usano.

Che tipo di lavoro/attività/investimento è conveniente praticare per un italiano in Indonesia?

Direi che con la ristorazione per noi italiani è difficile sbagliare.

Pensi che ci siano molti italiani che vivono in Indonesia?

Meno che negli altri stati limitrofi ma in crescita.

Consiglieresti l’Indonesia come meta per espatriare o più per una vacanza?

Espatriare solo per un’attività o professione qualificati…la vacanza viene di conseguenza.
Finisco con M.Twain e con una sua citazione che mi ha dato una spintarella in certi momenti difficili:
“Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.” M.T

Di Massimo Dallaglio 21/05/2012

 

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