Trasferirsi a vivere e lavorare a Berlino in Germania

Pietro, dopo anni di vagabondaggi tra Lisbona e Seoul, ha scelto Berlino. Pietro, studente di architettura, originario della provincia di Roma è partito in giro per il mondo e dopo anni di vagabondaggi tra Lisbona e Seoul ha scelto la sua meta: si è trasferito a vivere e lavorare a Berlino in Germania per la società di e-commerce Zalando.

Ciao Pietro, vuoi presentarti ai nostri lettori?

Sono Pietro P., ho 26 anni e dopo anni di vagabondaggi vari ho finalmente preso la decisione di fare un biglietto solo andata e puntare a un trasferimento a tempo indeterminato. Destinazione: vivere e lavorare a Berlino in Germania.

Di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Vengo da un paesino della provincia di Roma, e negli ultimi anni in Italia sono stato sostanzialmente uno studente. In particolare uno studente di architettura.

Quando e perché è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

La voglia in verità c’è sempre stata, sin da quando sono piccolo ho sempre avvertito una particolare esigenza di evadere, di andare, di scoprire, di conoscere. Ricordo che da adolescente avevo imparato a memoria tutte le capitali del mondo e tra me e me pensavo: “un giorno vivrò in ognuna di queste città”. Non vivrò in ognuna di quelle città, ma spero in almeno una decina di quelle.

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Trasferirsi a vivere e lavorare a Berlino in GermaniaSì, ho vissuto prima a Lisbona, dove ho studiato per un anno attraverso il progetto Erasmus, poi tre mesi a Seoul, dove ho iniziato la mia tesi, poi terminata a Roma, e poi altri tre mesi di tirocinio a Berlino. Sempre però esperienze “a termine”, legate a borse di studio o a scambi internazionali con regole e delle tempistiche da rispettare. Certo che tutti questi viaggi sono stati fortemente voluti da me. Ma la coscienza di sapere che devi ritornare nella tua città (causa laurea da terminare) le rende sì delle esperienze di vita, ma non ancora un cambiamento di vita, un mollare tutto.

Il vero salto è quando poi decidi di andare lì, un giorno, senza troppe sicurezze. Ma con la volontà di rimanerci forse per sempre! Ed è quello che è successo a me con Berlino, la città di cui mi sono innamorato. Alla quale ho promesso che sarei ritornato non più solo per qualche mese.

Perché hai scelto proprio di vivere e lavorare a Berlino in Germania?

Per la sua internazionalità, il suo fascino underground e industriale, per la capacità che ha di accogliere ogni diversità, per l’essere così pazza, aperta ma anche organizzata e funzionale. E poi perché è economica, pur essendo una delle città più all’avanguardia sotto molteplici punti di vista.

Sei partito da solo o con il partner?

Da solo. Credo che la solitudine in questi casi velocizzi il processo di integrazione. Non è sempre facile, neanche per una persona avventurosa e che vive senza rimpianti come penso di essere io. Ma per avvicinarsi meglio a una nuova realtà credo sia migliore partire in solitaria.

In che cosa consiste la tua attività?

Contrariamente ai miei studi in architettura, ma grazie alle esperienze internazionali che risultavano sul cv, sono riuscito ad ottenere, dopo una selezione e un’intervista, uno stage per Zalando, società di e-commerce nata a Berlino. Oggi leader europeo nel settore. Io in particolare mi occupo di marketing on-line.

Sotto quali aspetti ti piace o si distingue la tua attività?

La mia attività mi permette un contatto diretto con una realtà ancora in crescita, quella dell’e-commerce. Che in questo momento non soffre appunto una crisi così profonda come tanti altri settori. Inoltre il luogo di lavoro è particolarmente stimolante in quanto 14 team dei diversi paesi europei lavorano a stretto contatto. Il clima è assolutamente internazionale.

Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Trasferirsi a vivere e lavorare a Berlino in GermaniaA livello lavorativo è evidente come qui ci sia una grande attenzione per i giovani. Nell’azienda dove lavoro l’età media si aggira attorno ai 28 anni. Una grande percentuale sono ancora studenti. Cosa che invece noi italiani non siamo abituati a fare, ma anche perché poco spinti dal sistema università. A mio avviso ancora molto incentrato su stesso e poco in grado di relazionarsi con il vero mondo del lavoro, e quindi poco concorrenziale. In Germania ho riscontrato una grande organizzazione, dinamismo e internazionalità. Ma soprattutto un forte contatto tra il mondo del lavoro e quello universitario, e quindi col mondo dei giovani, col futuro. Caratteristiche che non sento quasi mai nominare da persone che lavorano in Italia.

Com’è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale differente da quella italiana?

Non volendo incontrare solo italiani, o mangiare solo italiano, o vivere o uscire solo con italiani. Non cercando insomma di crearmi una mia little Italy. Piuttosto cercare il contatto con gli autoctoni, lingua permettendo (ancora grande scoglio da superare per me…)

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?

Un ricordo forse lo era diventato ancora prima di trasferirmi a vivere e lavorare a Berlino in Germania. Non sapevo dove mi sarei assettato per un bel po’. Ma ho sempre saputo che l’Italia non è un posto che fa per me.
Ovviamente ho nostalgia qualche volta, soprattutto di famiglia e amici, ma anche del fascino delle sue città, l’autenticità delle cose, l’elasticità degli italiani, l’esigenza di parlare sempre e voler comunicare, l’esasperare le storie ed emozionarsi mentre le si racconta, l’espresso economico, l’espressività e la comicità degli italiani, Roma.

Vivere a Berlino in Gemania sotto quali aspetti è meglio che in Italia ? E sotto quali aspetti è peggio?

Gli aspetti positivi sono sicuramente l’organizzazione, i trasporti, l’essere economica e molto divertente. Le possibilità di scelta che ti offre sotto tutti i punti di vista, l’essere cosmopolita, dinamica, culturalmente molto vivace.
Non ho ancora trovato aspetti negativi da sottolineare, forse a volte qui sono poco elastici… ma raramente…

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero trasferirisi a vivere e lavorare a Berlino in Germania?

Trasferirsi a vivere e lavorare a Berlino in GermaniaLasciarsi alle spalle il passato, la mamma, gli amici, i parenti, le insicurezze, e ricominciare da zero. Ma per un pò, mica per sempre, e solo per velocizzare il processo di integrazione. Non stare attaccati a skype, al telefono o a facebook e aggiornare tutti costantemente su cosa fai. E tenersi aggiornato su cosa sta accadendo dalle tue parti. Cominciare invece dal primo giorno la tua nuova vita. E poi rispettare le regole, sempre, magari incuriosendosi sul perché esistano e cercare di capirle. Ma senza mai lamentarsi o discutere sul fatto che avrebbe molto più senso fare in altro modo, magari “all’italiana”. Prendere subito per buone la loro cultura, la loro società e tutte le regole che ne derivano.

Pensi che ci siano molti italiani che hanno scelto di vivere e lavorare a Berlino in Gemania?

Tantissimi. E’ uscita di recente tra l’altro una statistica che dice che nel 2012 sono ulteriormente aumentati del 40%. E qualcosa mi dice che questo aumento non si fermerà presto.

Consiglieresti Berlino come meta per espatriare o più per una vacanza?

Dipende da che tipo persona sei. Non tutti gli italiani che conosco che si sono trasferiti vivere e lavorare a Berlino in Germania si trovano bene. Berlino non è la tipica città ricca della Germania, sta diventando sempre più difficile trovare lavoro. Ha degli inverni grigissimi e lunghissimi, e i prezzi si stanno alzando velocemente. Fattori che comunque non riuscirebbero mai a condizionare una persona che realmente ama questa città. Detto questo non consiglierei una vacanza mordi e fuggi. Sì, può essere molto divertente, ma quello che consiglio è venirci a passare almeno un mese. Per un corso di lingua o per un lavoro a breve termine, e a quel punto capire se è la città che fa per te.

Siti utili per chi vuole viaggiare o vivere a Berlino: www.visitberlin.de/it
www.berlin-kombinat-blog.net

Di Massimo Dallaglio 29/05/2013

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