Un viaggiatore ne guinnes dei primati con 3 giri del mondo

Matteo Pennacchi, nel suo secondo giro del mondo, è partito senza soldi e senza bagagli! E con il terzo è entrato nel Guinnes dei Primati.

Un viaggiatore ne guinnes dei primati con 3 giri del mondoMatteo Pennacchi ha tre giri del mondo alle spalle, tre grandi viaggi completamente diversi tra di loro.

Il primo giro del mondo. A 23 anni, laureato in Scienze delle Comunicazioni a Parigi e subito dopo aver conseguito un master in Relazioni Pubbliche, Matteo decise di prendersi un periodo per sé, proprio come tanti studenti, soprattutto del nord Europa, che non appena concluso il proprio percorso di studi decidono di prendersi un anno sabbatico, o meglio un gap year.
Matteo, rispetto a comprarsi una moto o una macchina, ha preferito usare i suoi soldi per esplorare i 5 continenti all’insegna della libertà, facendo anche qualche lavoretto e qualche gioco di prestigio nei bar, per mantenersi.

– Il secondo giro del mondo invece è nato come una sfida. Matteo questa volta decise di aggiungere qualche difficoltà al gioco e partì senza soldi. Lasciò lavoro, appartamento e ragazza per realizzare il sogno, fatto durante il suo primo viaggio. Di provare a girare il mondo solo con ciò che era, senza portarsi dietro quello che aveva.

– Il terzo giro del mondo è di natura totalmente diversa, sponsorizzato da grandi marchi come Benetton, Vodafone e National Geographic. Matteo mette in piedi un format avveniristico, nell’anno in cui la televisione italiana presenta il Grande Fratello, lui presenta la Nomad Community. Contrapponendo a dieci persone chiuse in una casa aspettando che il pubblico decida chi di loro debba andare via, cinque persone che girano per il mondo. Dei nomadi del terzo millennio guidati da un pubblico che li segue da casa e decide quali azioni fargli fare nel campo umanistico, ecologico, culturale e artistico.

In pratica Matteo Pennacchi ha trovato il modo di unire la sua grande passione per il viaggio e la sua competenza professionale nell’ambito della comunicazione, facendone uno stile e una ragione di vita.

Chi è il viaggiatore tipo che parte per il giro del mondo?

Un viaggiatore ne guinnes dei primati con 3 giri del mondoCi sono tre target: Il primo sono giovani studenti, solitamente tra i 25 e i 32 anni, che quando si laureano decidono di prendersi un anno sabbatico. In questa fascia di età ci sono anche degli ottimi sconti per i Round the world ticket. Biglietti aerei pensati appositamente per chi vuole fare il giro del mondo.

Il secondo target è quello dei viaggi di nozze, per definizione il viaggio della vita in cui una persona è disposta a spendere di più. Questo trend è diffuso soprattutto negli Stati Uniti e nei paesi più ricchi del sud est asiatico, come Singapore e Hong Kong.

L’ultimo target è invece quello della terza età. Persone sopra i 60 anni con una buona disponibilità economica che hanno finalmente tempo per realizzare il sogno di una vita.

In realtà c’è ancora un quarto target, in via di sviluppo, che si rivolge a chi ha un interesse specifico e lo vuole perseguire in giro per il mondo. Per esempio mi è capitato di essere contattato da dei golfisti che vogliono girare i più bei campi da golf del mondo. O dei sub che vogliono scoprire i più bei diving center.

Tu invece eri partito “senza una lira”. E’ possibile viaggiare con pochi soldi e allo stesso tempo viaggiare in sicurezza?

Un viaggiatore ne guinnes dei primati con 3 giri del mondo

Io penso che il viaggiare in sicurezza abbia due punti fissi: il buon senso e la fortuna. Per esempio io vedo anche tante donne dei paesi scandinavi. Belle ragazze alte e bionde che viaggiano da sole nei posti più inaspettati. E se la sanno cavare veramente bene: è importante sopratutto l’attitudine con cui si affronta il viaggio.

Per assurdo, quando ero in giro per il mondo senza soldi in un certo senso avevo meno paura perché la gente non poteva rubarmi niente. Penso che la sicurezza non è data tanto da quanti soldi hai ma da come ti comporti, nel senso che anche se parti con il portafoglio pieno e vai nel Bronx, ti sentirai comunque a rischio perché i soldi non ti basteranno a sentirti più sicuro, anzi.

C’è qualche rischio o inconveniente in cui è più facile incappare mentre si viaggia senza soldi?

Un viaggiatore ne guinnes dei primati con 3 giri del mondoA me, per esempio, è capitato di essere cacciato in malo modo da un parco in cui stavo dormendo, o di vivere momenti imbarazzanti nei mercati, quando cercavo di accaparrarmi della frutta che tanto la gente stava per buttare via.

E poi certo, gli inconvenienti ti capitano se salti sui treni merci: io lo facevo spesso e un giorno a New Orleans mi sono rotto un polso scivolando sui binari, mentre altre volte mi è capitato di saltare su treni che andavano nella direzione sbagliata. Se avessi avuto i soldi per comprare un biglietto, questi inconvenienti li avrei certamente potuti evitare. Anche per quanto riguarda l’autostop, l’attitudine non è sempre sufficiente e serve anche un po’ di buona fortuna.

Hai qualche consiglio da dare a chi parte con pochi o senza soldi, per evitare pericoli inutili?

Oggi il web permette di organizzare veramente molti aspetti del proprio viaggio in anticipo. In modo da risparmiare qualcosina, a partire dal car sharing ai vari social network per viaggiatori. Meno soldi hai, più hai bisogno di organizzarti tramite il web.

In un’intervista (uscita sull’espresso se non sbaglio) avevi affermato che durante il tuo giro del mondo senza soldi non hai mai ricevuto aiuto in cambio di niente. E’ proprio così? Dato che viaggiavi senza soldi, che cosa offrivi?

Un viaggiatore ne guinnes dei primati con 3 giri del mondo

È vero. Per esempio la mia sfida era quella di comunicare la fratellanza tra gli uomini. Però io sono uno che balbetta e se fai il giro del mondo e ti ritrovi per esempio in Cina, non parli una parola di cinese e per di più balbetti… Non è semplice trasmettere il tuo messaggio a un cinese che tra l’altro non parla neanche un po’ di inglese.

Io non credo nell’altruismo gratuito. Nel senso che secondo me anche Madre Teresa di Calcutta in cambio del suo aiuto ricercava un ritorno spirituale. Tutti facciamo delle cose per ricevere qualcos’altro in cambio, non importa se materiale o spirituale.
Io cercavo di individuare dei target e, in base a questi, cercavo di capire che cosa potevo dare in cambio: innanzitutto prima della mia partenza avevo raccolto una serie di articoli sul mio conto, da mostrare alla gente per acquistare credibilità.

Poi, per esempio, viaggiavo con una lettera di un mio zio gesuita e, quando incontravo persone particolarmente religiose, gliela mostravo. Promettendogli le preghiere di mio zio in cambio del loro aiuto. Quando incontravo dei giovani gli mostravo dei giochi di prestigio. Se incontravo delle ragazze grassottelle mi vantavo delle mie doti culinarie e gli promettevo di preparargli delle lasagne in cambio dell’ospitalità.

Negli stati Uniti invece, dove la cosa più importante è essere famosi, quando arrivavo in un posto andavo nelle redazioni dei giornali locali e raccontavo la mia storia. Mostrando il certificato del Guinness e altra documentazione. Così il giorno dopo, quando il giornale pubblicava un articolo su di me, io lo portavo nei ristoranti o altro. E questi mi offrivano il pranzo. Insomma per ogni target cercavo di inventarmi qualcosa da offrire in cambio.

Invece non ti è mai capitato di ricevere un atto di generosità inaspettato?

Si, mi sono capitate per esempio delle persone che mi davano un passaggio mentre facevo autostop. E poi finivano per fare anche 30 chilometri in più per portarmi dove dovevo andare. Quelle sono state delle esperienze veramente splendide e inaspettate.

Quindi possiamo dire che in giro per il mondo può anche capitare di imbattersi in un po’ di generosità gratuita. O no?

Io credo che la più grande soddisfazione della vita sia quella di sentirsi utile. A volte il dare è il modo migliore per ricevere, anche se solo dentro.. non so se mi spiego. Poi forse tutto questo rientra nella definizione di altruismo.
La cosa più importante resta comunque l’attitudine, io penso agli insegnamenti di Patch Adams, il medico clown, e all’importanza di presentarsi alla gente con un sorriso quando ci si incontra per la prima volta.

Durante il mio viaggio ho capito che questo insegnamento è ancora valido. Nonostante la cronaca nera, virus dei nostri tempi, che ci porta ad avere paura che la nostra vicina di casa sia la Franzoni di turno. La più grande scoperta che ho fatto durante il mio giro del mondo è che la gente in fondo è molto più bella di quello che si crede. E’ molto più generosa, forse anche grazie all’attitudine del viaggiatore. E perché il viaggiare di per sé è un atto di generosità verso il prossimo e verso il mondo.

Come bisogna presentarsi alle persone che si incontrano in viaggio per metterle a proprio agio e far si che siano disposte ad aiutarci?

Un po’ ti ho già risposto con la domanda precedente, però non bisogna neanche dimenticarsi dell’aspetto fisico. Non si può puzzare e non tagliarsi mai la barba e poi pretendere che tutti siano disposti ad aiutarci. A volte uno se ne dimentica ma influisce molto su come la gente si rapporta con te.


Ti è mai capitato che qualcuno a cui ti rivolgevi avesse paura di te?


Una volta in Cina, ero stato punto da un ragno e avevo tutta la faccia gonfia. Nessuno pareva credere che stessi veramente portando avanti un progetto sulla fratellanza. Sembravo piuttosto un vagabondo che aveva fatto a botte con qualcuno.

E tu ti sei mai sentito in pericolo dopo aver chiesto aiuto a qualcuno?

No, più che altro posso raccontare qualche episodio divertente. Per esempio una sera in California sono stato invitato a dormire a casa da una ragazza che avevo incontrato in un bar. Era anche molto carina e, una volta arrivati a casa, ho scoperto che il suo lavoro consisteva nel fare telefonate hot. La cosa ancora non mi disturbava troppo. Se non fosse che quando sono andato a dormire lei mi ha detto di essere sposata con un camionista. E che non sapeva esattamente quando questo sarebbe rientrato. Ecco, devo ammettere che in quella circostanza ho avuto un po’ di paura! 


In un’altra tua intervista hai parlato di viaggio come investimento, mi puoi spiegare un po’ meglio questo concetto?


Io credo nel fatto che la più grande ricchezza che un uomo possa avere siano le sue esperienze. I beni materiali possono finire, arrugginire, qualcuno può rubarceli; invece le esperienze che uno fa se le porterà dietro sempre. E serviranno ad arricchire sia il suo carattere che il suo bagaglio di ricordi. Io per esempio non ho un grande conto in banca. Però sono molto soddisfatto delle esperienze che ho fatto nel passato. Se poi uno crede anche in Dio e pensa al giorno in cui dovrà rendergli conto della sua vita, di certo non gli parlerà della sua Ferrari. Ma preferirà piuttosto parlare delle meraviglie che ha visto in giro per il mondo.

Un ultimo pensiero da regalarci?

Ricordate che mollare tutto non vuol dire scappare ma evolversi. Non si parte quando si è reduci di una sconfitta ma quando si decide di crescere. Quindi mollo tutto per evolvere, per andare a vedere dell’altro, per crescere. Non per scappare da se stessi che tanto non si può.

Il sito di Matteo: www.igiridelmondo.it

www.aroundtheworldtours.com
www.facebook.com/aroundtheworldtours

Email: team@aroundtheworldtours.com

Di Giacomo Savonitto 01/12/2012

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