UN VIAGGIO LUNGO IL CAMI' DE CAVALLS 9

UN VIAGGIO LUNGO IL CAMI’ DE CAVALLS – UN TRACCIATO DI CIRCA 185 KM LUNGO LA COSTA DELL’ISOLA DI MINORCA

Walter Dellisanti, di sangue pugliese (nato a Terlizzi, residente a Barletta) ma di animo cosmopolita, emigrato per gli studi universitari (a Trieste), si è specializzato in Biologia Marina. Tra batteri e specie aliene, ha svolto i suoi studi scientifici in Italia e all’estero sempre alla ricerca di qualcosa ancora sconosciuto. Educatore ambientale, guida WWF e subacqueo professionista ha trovato sott’acqua la sua ragione di vita, alla scoperta di nuovi incontri e con un occhio di riguardo ai problemi ambientali. Questo il suo diario di viaggio lungo il CAMI’ DE CAVALLS di Minorca.

PROLOGO

Sono sempre stato affascinato dalle isole, un po’ per il loro confinato isolamento, un po’ per la sproporzionata bellezza e fascino che riescono ad offrire in solo qualche chilometro: il mare intorno, questa distesa blu che governa il mondo, a giorni calmo e confidenziale, a tratti maestoso e schivo, quasi come a volersi riprendere i propri spazi tolti da innumerevoli smottamenti della terra. Quel mare da cui tutto è nato, la nostra vita e quella che ci permette di vivere: l’atmosfera, l’acqua. E poi le profondità, scure, nere, quasi impenetrabili che ancora non siamo riusciti a decifrare bene, perché sì, siamo bravi a tenere gli occhi all’insù e sognare le stelle, la luna, le galassie, ma non ad immaginare quello che condividiamo sotto i nostri piedi.

L’isola dona quel senso di confinata spensieratezza per cui sei circondato dal mare, in un certo senso protetto da quegli abissi che se saprai gestire ti daranno solo che benefici.

Il senso di isolamento di una terra che è tua e che devi poter abbracciarla e portarla con te medesimo. E poi le albe, i tramonti, il sole. La nostra gigante stella rossa che ci dà energia quotidiana e che nutre il pianeta.

UN VIAGGIO LUNGO IL CAMI' DE CAVALLS 3

Non ho mai seriamente vissuto in una terra realisticamente isolata, ma in qualche modo ho assaporati gli odori di diverse terre del Mediterraneo e non. Solo sporadicamente ho attraversato diversi punti sospesi nel blu: Isole Tremiti, Sicilia, Favignana, Ustica, Giannutri, Elba, Corsica – primo amore, Mallorca, Tenerife. E tutti con un comune denominatore: il mare nostrum.

Ho attraversato, navigato, solcato e mi sono immerso in tanti mari. Quasi 200 scoperte ogni volta che ho messo la testa sott’acqua e un autorespiratore in bocca, ogni volta che andavo incontro ad un pesce più o meno incuriosito, ad una preda più o meno terrorizzata, ad un fondale più o meno polveroso, manco avessero strascicato davanti a me.     

Dall’Adriatico da cui sono nato, un grande lago con mille contraddizioni e continuamente invaso, al Tirreno, il primo mare che ho incontrato quando ho messo la testa e gli occhi verso Ovest, brulica di vita e di colori, e poi il Mar Ligure e il Mar di Corsica, le prime esperienze di vita, i primi colori vivaci e limpidi, passando per il Mar Rosso – il primo respiro sott’acqua, i primi incontri con gli squali, per sfociare nell’Atlantico, laddove mai avrei pensato di trovare un animo così familiare in quel gigante blu.

Ero appena adolescente, avevo tredici anni quando, quasi per caso, ho fatto il mio primo respiro sott’acqua. E’ stato come rinascere, trovare un legame seppur fittizio con il mondo da cui veniamo. E’ stato un ricongiungersi con quella che era la nostra atmosfera. Da allora è nato qualcosa che difficilmente è possibile spiegare. Una curiosità che andava oltre un semplice capriccio pre-adolescenziale. Volevo capire cosa c’è lì sotto, come si vive fluttuando tutto il giorno, quali sono gli stili di vita, dove si dorme – se si dorme! Quali sono le dinamiche di vita e di morte, molto diverse da noi comuni animali.

UN VIAGGIO LUNGO IL CAMI' DE CAVALLS 4Una curiosità innata che mi ha spinto a scegliere un percorso di studi scientifici, lontano dalle classiche restrizioni letterarie che mi hanno forgiato, che mi hanno aperto la mente su una realtà finora fatta di estati bollenti e giocose. Il profondo blu era parte di me e volevo a tutti costi renderlo mio per comprendere per quali assurdi motivi Madre Natura ha creato tutto ciò e lo mantiene in un equilibrio stabile. Un equilibrio tra le cose in una continua ed attuale incomprensione della distruzione da parte dell’uomo moderno.

Un continuo De Rerum Natura interiore. Uno straziante antagonismo tra coscienza e religione – non tanto teologica, quanto spirituale, che nel corso degli anni, in un lento e costante girovagare, mi ha portato ad incontrare tante persone che ho scelto io personalmente di avere come compagni di vita, compagni temporanei di questo mio lungo viaggio. In un egoismo genuino puro.

Proteggere l’ambiente non è qualcosa di astratto. Difendere la terra della quale siamo meri ospiti temporanei è un atto di dovere verso chi ci dà l’acqua quando siamo assetati, il cibo quando siamo affamati e il sole quando siamo tristi. Entonces, todos los dias sale el sol.

E sono convinto che questo spirito si trova restando isolati, per lo meno geograficamente, lontani dal cemento e dallo smog che ci offusca le menti quotidianamente. L’isola dona quel senso di appartenenza che dimentichiamo di avere, un senso di amore verso tutto ciò che di naturale vediamo. Un po’ come succede quando nuoti con la testa sott’acqua, immergendoti in un mondo che non è fisiologicamente il tuo.

E’ da questo presupposto che ho scelto di intraprendere questo cammino. L’idea di inoltrarmi in un sentiero sconosciuto è nata quasi per caso, cercando di tappare quel buco esistenziale estivo, amalgamandole con il senso di libertà e curiosità che un posto nuovo può dare.

Il Camì de Cavalls si snoda per 185 km, lungo le coste dell’isola di Minorca. Nato per sorvegliare le coste dalle invasioni nemiche, è probabilmente fratello minore di Santiago, per quanto spiritualmente diverso.

Non sono un esperto di trekking in solitaria, ma organizzare le tappe e le soste in una delle tantissime cale, pensando alle difficoltà e agli ostacoli cui sarei andato incontro, è stato divertente.

Il perché reale per cui ho scelto questa avventura non lo so, forse lo scoprirò solo camminando. Forse me lo diranno le persone che incontrerò, e gli attimi che scambierò, in una comune condivisione di idee e di beni. Sicuramente mi darà quella forza che vado cercando per dare un significato a tutto ciò, ogni tanto troppo titubante, per il quale dobbiamo lottare ogni giorno per un mondo migliore.

E credo fermamente che il mondo migliore lo possiamo creare solo noi che lo viviamo, solo noi che siamo passeggeri di un mondo destinato alla rovina. Chissà quali saranno le avversità, chissà quali gli avvenimenti gioiosi condividerò, chissà quali saperi apprenderò e al tempo stesso scambierò.

Ho ancora vivo un ricordo di Roma, durante una serata letteraria in uno spazio occupato aperto alla socialità da poco. Vado per chiedere del cibo, locale, genuino – che non avevo minimamente idea di cosa poteva essere. La ragazza al bancone mi chiede: “E tu di dove sei?” – “Ora vivo a Roma, ma…” non sapevo cosa realmente dire. “ma sei cittadino del mondo”.  Un sorriso, e poi via

Yo quiero sentir
que el viento me acompaña a caminar
quiero descubrirte
sueños que no pude recordar

(Libre – Bongo Botrako)

UN VIAGGIO LUNGO IL CAMI' DE CAVALLS 5Non sono mai stato un esperto di trekking, probabilmente fino ad un anno fa non avevo assolutamente idea di come affrontare giornate di salite e discese. Sono stato a Susa, una ridente cittadina ai piedi delle Alpi Occidentali solo un paio di anni fa, uno dei rari incontri con la montagna. Ho attraversato qualche sentiero ai piedi del Teide, il gigante canario di oltre tremila metri. Mai ho affrontato un cammino, né tantomeno in solitaria. Non so cosa mi aspetta nei prossimi giorni, ma sarà sicuramente qualcosa di nuovo, che non ho mai vissuto prima.

L’idea di organizzare il materiale da incastrare nello zaino l’ho avuta guardando il primo film che mi ha aperto gli occhi sul significato e sulle motivazioni di un viaggio in solitaria. Una spesa in un negozio dedicato alle escursioni di ogni tipo speravo fosse sufficiente ad affrontare quattordici notti sotto un tetto di stelle e galassie. Berretto, t-shirts tecniche, calzettoni, integratori, creme, cibo disidratato, frontale…non avevo fatto però i conti con il peso.

Si può essere molto capaci a riempire un esile zaino da 40 litri, ma la vera sfida è tirarlo su e tenerlo sulla schiena chilometro dopo chilometro. Mi sono immedesimato molto nei personaggi dei film che avevo visto, con un senso misto a simpatia e rancore.
Non ho nemmeno testato le mie capacità intellettive nel montare una tenda da campeggio con solo due mani, ma ero sicuro che la lampada dell’ingegno si sarebbe accesa nel momento giusto. Non sapevo nemmeno dove campeggiare al sicuro, al riparo da occhi indiscreti.

Non ho mai neanche pianificato un cammino, non sapevo quali erano le avversità che dovevo prevedere, né come poterle superare.

Mi sono affidato totalmente ad una guida trovata per caso e ai consigli letti in rete, scovando tra quelli più recenti e lasciati dalle persone del posto. Sull’unica cartina che avevo, sono riuscito ad individuare alcune calette e spiagge dove campeggiare e paesi dove soggiornare. Ho tentato di pianificare le tappe in base ai rifornimenti di cibo e acqua. Così ogni giorno avrei dovuto sapere quanti chilometri affrontare ed ogni notte dove riposare.

Ma il tutto è fatto per non essere rispettato. Mi sono affidato al fato, al destino, a come mi sarei sentito fisicamente e psicologicamente.

Ogni giorno una scoperta, ogni notte un pensiero.

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