21 Americhe. Viaggio in solitaria dall’Alaska alla Patagonia su una vecchia Vespa
Un incredibile viaggio in solitaria di 18 mesi tutti trascorsi su una vecchia Vespa del 1970.
Questa è l’avventura di Ilario Lavarra, un giovane impiegato milanese di 34 anni che ha raccontato nel suo libro “21 Americhe – Viaggio in solitaria su una vecchia Vespa” … Avventura è la parola giusta perchè Ilario non aveva un programma preciso e nemmeno un itinerario preciso.
Partire da New York, puntare all’Alaska, scendere in California, girarsi l’Arizona, poi giù nel Messico, per il Centro America… quindi Venezuela, Guayane, Brasile, Argentina, Capo Horn, Cile, Bolivia, Peru’… poi ancora Centro America e costa ovest degli USA.
Un viaggio senza sponsor durato 18 mesi e lungo 82.000 chilometri su un mezzo a due ruote di quasi 50 anni fa.
Durante questo viaggio di un anno e mezzo Ilario ha speso in tutto solo 11 mila euro; si è affidato solo ai suoi risparmi di tre anni.
“Sponsor non ne ho voluti…” scrive Ilario “… per credere di potermela cavare da solo, fin dall’inizio, senza rischiare di corrompere la delicatissima sostanza del viaggio con interessi troppo materiali e invasivi.”
Nel suo libro “21 Americhe. Viaggio in solitaria su una vecchia Vespa” Ilario Lavarra racconta il viaggio in solitaria che ha compiuto da nord a sud attraverso l’intero continente americano.
Il libro è avvincente, si legge tutto d’un fiato.
Un’avventura alla scoperta del continente americano, senza fretta, al ritmo della vespa.
Trasportati dalle parole di Ilario si ha come la sensazione di diventare suoi compagni di viaggio.
La voglia di partire una volta letto il libro è tanta.
Un viaggio durato 18 mesi e 82.000 km, senza sponsor e senza un itinerario preciso.
Ogni giorno una scoperta, un fuori programma.
A volte le immagini della fantasia trovano riscontro nella realtà, come nello Yukon di Jack London, nella “Frisco” di Kerouac, nei Caraibi di Hemingway, nella Patagonia di Chatwin.
Con grande sincerità e passione, l’autore trasporta sulla carta esperienze, avventure e disavventure, ma anche impressioni e pensieri, nonché la sua personale filosofia che, prima di tutto, vede il viaggio come un momento di crescita personale.
Se lo scopo del viaggio è il viaggio stesso, questo si inserisce nella migliore tradizione dei grandi globetrotter di un’epoca, purtroppo, ormai trascorsa.
Di Massimo Dallaglio