Donatella Sorrentino, una mamma italiana a Suzhou

Dal celeste mare di Castellammare di Stabia alle terre del Celeste Impero cinese: Donatella Sorrentino ci racconta cosa ha significato per lei questo complesso passaggio.
Ha messo in conto di cambiare gli stili di vita e le abitudini ma della sua identità di mamma italiana proprio non può farne a meno.

Avete scelto voi la Cina o è stata la Cina a scegliere voi?

In realtà è questo paese che ha scelto noi, è ormai qualche anno che non si fa altro che parlare di Cina, e quando la ditta di mio marito ha deciso di aprire una filiale qui e ci ha proposto un impiego ci è sembrata un’occasione d’oro per guardare il mondo da un’altro punto di vista e soprattutto per farlo vedere ai nostri figli.
L’Italia è un paese meraviglioso sarebbe veramente un posto fantastico in cui vivere, ma purtroppo arranca faticosamente per stare al passo con i tempi, mediamente l’italiano guarda solo al suo orticello ed ha una paura folle delle novità e dello straniero. Qui in Cina il rapporto con gli autoctoni non è molto semplice lo scoglio linguistico è praticamente insormontabile, io studio cinese da un paio di anni e solo adesso riesco a scambiare qualche parola con l’uomo della strada.

Tanto interesse e tanta volontà ma…è facile integrarsi con una realtà così differente?

Descrivere la vita all’estero è sempre piuttosto difficile, si vive circondati da persone che non conosci… splendide persone ma che in realtà sono estranei che hai avuto solo la fortuna di incontrare durante il viaggio e che vengono da Paesi diversi, con usanze diverse. Personalmente non credo nell’integrazione ma solo nel profondo rispetto degli altri.
Usanze ma anche percorsi mentali differenti che molto spesso non riesco a capire, che mi lasciano mortificata ed affranta, che cozzano con il mio modo di essere.


Dal confronto con una realtà così diversa in che prospettiva vedi adesso il tuo paese d’origine?


Viviamo in una bolla sospesa tra un mondo straniero, (per quanto uno si professi cittadino del mondo la Cina è una terra straniera), e la Nostra casa, la Nostra famiglia lontano, i nonni e gli zii vedono crescere i nipoti su Skype, gli amici ti aggiornano su facebook, le notizie sempre meno confortanti dei giornali, lo spettro di un Italietta triste e rovinata, le notizie arrivano amplificate e complicate dalla lontananza e mentre tu vivi in questo mondo ovattato a misura di straniero, e il tuo mondo quello della terra che hai lasciato si arrabbata per arrivare a fine mese.

Ma so di essere fortunata, nonostante le tempeste emozionali, nonostante la solitudine tra la moltitudine, sono fortunata, e non sapete quanto mi costano queste parole, a volte non vorrei sentirmi fortunata, a volte vorrei sentirmi come quegli emigranti che si portavano le zolle di terra con le viti, e le piantine di basilico, che anelavano al ritorno che sognavano la Patria, ed invece nò nonostante tutto è vero mi sento fortunata, so che questa è la scelta migliore per me e per i miei figli.

Il futuro dei tuoi figli parla cinese ?

Stanno crescendo liberi di pensare, si fanno domande e si aspettano delle risposte, rispettano gli altri profondamente, rispettano la cultura, il cibo e l’inno degli altri paesi, fanno progetti e predentono l’aiuto degli adulti per realizzarli, hanno gli occhi aperti sul mondo, amici di tutti in maniera semplice e profonda, senza problemi di distanza,di lontanza di comunicazione, e se un amico parte sono certi che si rincontreranno nuovamente, il mondo è piccolo, prendo un aereo e sono da te, e poi con internet non ci si perde mai di vista!

Cosa ti ha colpito maggiormente della sua gente?

La Cina ti entra proprio nelle ossa, ricordo la prima volta a Shanghai, sono stata sopraffatta dagli odori e dalla confusione, continuavo a ripetermi che io in questo paese non potevo viverci ed invece eccomi qua…. innamorata persa dei cinesi sempre di più…un turbinio di colori e di idee strane.
La Cina è un altro mondo, non è facile sintetizzare in poche righe di quante contraddizioni è capace questo paese, non è facile descrivere un popolo che gioisce e si accontenta di far volare gli aquiloni sul prato di fronte al lago, che ti accoglie nelle loro umilissime case come un ospite di riguardo solo perchè vieni dall’Italia, perchè la nostra cultura e la loro sono entrambe millenarie, perchè si ricordano di Marco Polo e di Matteo Ricci, e poi abbiamo la moda…quasi tutto quello che copiano è Made in Italy, quasi tutto quello che fa tendenza è made in Italy.
E’ difficile descrivere i negozietti fatiscenti che vendono mercanzie di ogni genere che fungono anche da casa, i vecchietti che lavano i vestiti nel fiume, le famiglie intere che vanno in giro in motorino, i bambini in divisa che ordinatamente inquadrati escono da scuola. Difficile descrivere che ci sono cinesi che fumano sigarette da 10 euro al pacchetto e che guidano grosse macchine da migliaia di euro, che si guardano intorno con la spocchia di quelli arrivati, è difficile descrivere i vecchietti che ancora raccolgono le foglie cadute o sistemano le aiuole, chiacchierando o canticchiando… è difficilissimo descrivere la promiscuità di questo paese il contatto fisico e verbale continuo.

Torneresti in Italia ?

No, non tornerei a vivere in Italia definitivamente, mi dispiace un pò dirlo ma la vita all’estero mi ha dato molto, mi ha regalato tanta elasticità mentale tanta voglia di conoscere e di fare, mi ha fatto conoscere gente interessante, ambiziosa, creativa. Se ci verrà data la possibilità di continuare a lavorare all’estero ci piacerebbe proseguire quest’esperienza anche in un paese diverso da questo.

Eppure ci sarà qualcosa che ti manca dell’Italia?

L’aria di casa, la banalità della vita italiana… le paste la domenica, la latteria del paese con i mille tipi di formaggio, le grigliate in giardino con gli amici, le passeggiate in campagna, l’aperitivo in piazza, i vecchietti che leggono il giornale al parco, le librerie del centro città, le montagne con la neve e il verde dell’erba, i profumi ed i rumori di casa. Solo a casa in Italia mi sento a casa, cammino a piedi nudi nell’erba e percepisco di essere un tutt’uno con la mia terra.

Come era la tua giornata tipo in Italia e com’è in questo paese?

A casa mi dividevo tra la famiglia, casa ed il lavoro, non avevo tempo per nulla, i genitori in Italia fanno da Taxi per i figli, il calcio, la danza, le ripetizioni, si passa la mattina a lavorare ed il pomeriggio e fare la spola tra i diversi impegni dei figli, arrivavo a sera senza avere neanche la voglia di aprire un libro.
Da quando sono in Cina i miei ritmi sono rallentati molto, e mi sono trovata a gestire tanto tempo libero, confesso che all’inizio mi sentivo a disagio a non avere nulla di preciso da fare, mi sentivo improduttiva. Adesso godo di questa libertà, ho cominciato a studiare il cinese, ho perfezionato l’inglese, ho seguito un corso di cucina Cantonese, ho cominciato a fare sport, passeggio per la città infilandomi negli Houtong per cogliere sempre nuovi scatti con la mia macchina fotografica, coltivo la passione per la scrittura e poi leggo…leggo tantissimo, mi godo il lusso di passare ore con un libro in mano, erano anni che non potevo farlo.

Quali le principali differenze nella filosofia di vita e nel tenore di vita fra Italia e questo paese?

La semplicità è alla base di tutto, la domenica comitive di ragazzi si ritrovano sul lago per far volare gli aquiloni, pattinare o girare in bicicletta, se li paragono agli adolescenti che vedo in Italia posso notare un abisso tra i bisogni dei primi e le necessità primarie dei secondi. Il nostro tenore di vita è sicuramente migliore qui, abbiamo una casa più grande, una persona che ci aiuta nei lavori domestici, riusciamo a fare almeno due viaggi all’anno e qualche fine settimana fuori, mangiamo al ristorante almeno due volte a settimana….il tenore di vita è migliore.

Non c’è neanche un rovescio della medaglia?

Il prezzo è la qualità della vita che è sicuramente peggiore rispetto all’Italia, mio marito lavora tantissimo e passa parecchio tempo fuori casa, io frequento delle persone splendide ma non ho amici veri che mi possano supportare nei momenti di sconforto… il mio metro per misurare la qualità della mia vita è la quantità di tempo che la famiglia riesce a spendere insieme… ecco quello è veramente pochissimo.

Hai ancora contatti con l’Italia e gli Italiani?

Ritorno spesso in Italia almeno due volte all’anno e qui comunque frequento anche italiani, è quasi inevitabile che si crei una comunità.

Come ti sembra l’Italia vista da lì?

L’Italia ci arriva attraverso le notizie dei giornali online, e le notizie non sono mai confortanti, inoltre amici e parenti raccontano le loro difficoltà quotidiane e la voglia di andare via da un paese che non lascia nessuna possibilità nè ai giovani nè alle famiglie , quindi l’Italia con la CRISI che imperversa ormai da troppo tempo ci sembra un posto dal quale si vuol scappare e noi siamo stati i fortunati ad andare via in tempo.


Come significa essere una “mamma italiana Cina” ?

In realtà viaggiare non mi ha mai spaventato, ho una buona capacità di adattamento e riesco a guardare in positivo tutte le situazioni o gli imprevisti che mi si presentano, ero un pò spaventata dal fare la mamma italiana all’estero. Mantenere la propria italianità, come mamma non è una cosa semplice, i ragazzi si trovano in contatto con culture molto più aperte e permissive della nostra, che viene inevitabilmente messa in discussione…ho scoperto che nonostante le difficoltà la mia italianità riesce a vincere e che la mia famiglia seppur lontana migliaia di chilomentri dalla madre patria riesce a vivere all’italiana.

Hai degli hobby, pratichi qualche sport, sei inserito nella vita sociale di questo paese?

L’hobby principale è costituito dal mio blog http://donnegolose.splinder.com/ che ormai è diventato una sorta di forum per quelli che decidono di traferirsi in Cina, specialmente con famiglia, mi scrivono in molti per avere notizie ed informazioni, mi chiedono cosa bisogna assolutamente mettere in valigia e dov’è il miglior posto per abitare, la scuola più vicina, ma anche per quelli che vogliono viaggiare in questo paese mi chiedono consigli ed informazioni.
Mi piace molto cucinare, e mi è capitato di organizzare corsi di cucina italiana, frequento una palestra ho cominciato a fare yoga e Taichi, ho anche cominciato a correrre con il sogno di arrivare a fare la maratona sulla grande Muraglia.
Vita sociale in un paese piccolo come Suzhou non ce n’è molta, frequentiamo degli amici e organizziamo degli eventi Charity (solitamente per orfanotrofi) che cercano di coinvolgere un pò tutta la comunità expat.

Ogni tanto torni a casa?

Circa due volte l’anno…

Consiglieresti al tuo miglior amico italiano di mollare tutto e aprire un’attività a questo paese?

Sì, ma premetterei che qui ci vuole molta umiltà, soprattutto nel mondo del lavoro ci sono dei rituali da seguire, che molto spesso a noi appaiono insensati, inoltre i cinesi ragionano con percorsi mentali totalmente differenti dai nostri ed il più delle volte incomprensibili…
Inoltre occorre armarsi di tanta pazienza, e mai lasciare nulla all’inventiva cinese: nel lavoro bisogna dare indicazioni precise e non aspettarsi troppo nel breve termine (qui funzionano bene le produzioni in serie, dove non ci sono troppe variabili).

Di Raffaele Ganzerli 03/11/2010

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