Enzo, ha mollato tutto quasi 15 anni fa, ora è parrucchiere a Sydney

Enzo ha 43 anni e, dal piccolo paesino sardo dove è nato, ha deciso di cambiare vita e trasferirsi in Australia.
Questa è la sua storia di speranza, gioia e realizzazione. Che serva da spunto per tutti gli indecisi con in quali voglio condividere un consiglio che Enzo mi ha dato: step out of your comfort zone, parafrasando trovate il coraggio di rischiare!

Il mio nome e’ Enzo Congiu e sono nato in un paesino del Sulcis Iglesiente (sud ovest sardo) di nome Villamassargia, più o meno 4000 anime.
Sono cresciuto negli anni settanta in una realtà che, per questioni politiche, era stata trasformata in zona d’assistenzialismo e dove molta gente in cassa integrazione veniva pagata per rimanere disoccupata e poter assicurare così il loro voto ai protettori politici. Mio padre faceva il muratore ed ha sempre lavorato anche sottopagato o non assicurato ripetendoci che solo la gente che non vuole lavorare non trova lavoro, mentre mia madre è un’ex sarta che ha smesso di lavorare con il mio arrivo, il terzo ed ultimogenito della famiglia Congiu.

A 15 anni cominciai a lavorare in un salone di parrucchiere come apprendista, pur continuando a studiare da geometra. Il mio capo era un giovane appassionato del suo lavoro e questo per me fu molto importante. Mi appassionai da subito a quel lavoro anche se i miei genitori non mi permisero di abbandonare gli studi fino alla fine del primo biennio di scuola superiore. Il mio capo era un insegnante dell’ANAM una delle scuole di mestiere più serie a quel tempo in Italia ed io feci i miei primi corsi con lui e, visto che avevo una buona conoscenza della chimica, decise di mandarmi a Torino a studiare con la l’Oreal.

A 19 anni partii lasciando la Sardegna alle spalle per un’esperienza nella capitale della moda, Milano.

Rientrai in Sardegna dopo poco tempo e comprai un salone a Cagliari e, a 21 anni, iniziai la mia attività da parrucchiere con un salone tutto mio in centro città: “Colorimetria Parruchiere Unisex” in via G.B.Pergolesi.
Quando hai 22 anni e ne dimostri anche meno ed hai un’attività che gestisci da solo, in Italia, tutti se ne approfittano, clienti e rappresentanti in primis. Avrò sempre memoria di quanto i miei genitori fossero pazienti e fiduciosi anche quando tutti se ne approfittavano. Avevo 22 anni e neanche un briciolo d’idea su gestire e far crescere un’azienda, ma ben presto imparai a mie spese.

Imparai che la cosa fondamentale per il mio salone era il mio staff, più stavo dalla loro e più crescevano con me.
Imparai che le grandi aziende con i loro rappresentanti tirati a lucido non ti danno niente.
Imparai che i clienti che si lamentano hanno un tetto sopra la testa e tu no.
Imparai che se lavori sodo in Italia e sei onesto è meglio che chiudi bottega.
Imparai molto giovane che L’Italia forse era una repubblica fondata sul lavoro, ma per gente come me era impossibile viverci.
Iniziai a collaborare con delle aziende importanti e tutte le energie di cui disponevo le investivo nel mio lavoro, ma capivo che nonostante mi aiutassero a vivere meglio, alla fin fine tutti i miei sforzi svanivano in un sistema ingiusto, un sistema fatto e gestito da più di 35 partiti politici che alla fine riuscivano nell’intento di separare i cittadini su ideologie in cui nessuno di loro poi fondamentalmente avesse mai creduto.

La cosa che veramente mi cambiò fu perdere diversi amici per cause veramente ingiuste, in italiano si chiama ictus o emorragia cerebrale. Fino a quel punto avevo perso degli amici per cause varie; chi negli incidenti del sabato sera chi per via di droghe o altre cavolate causate dall’essere giovani e sentirsi immortali, ma quando diversi amici morirono a causa di un ictus, decisi si concentrami davvero sul presente a dispetto di tutto quello che mi avevano insegnato i miei genitori sull’importanza del pensare al futuro.

Avevo 28 anni, i miei affari andavano bene, ma decisi che c’è di più nella vita che cercare di far quadrare i conti sopratutto in un paese in cui i conti non sono fatti con una matematica/democratica esattezza. Vendetti allora il mio salone e la mia attività e a 29 anni Mollai Tutto.
La mia avventura cominciò con l’Inghilterra, dove rimasi sei mesi principalmente a divertirmi ma subito mi accorsi anche dalle piccole cose, che la realtà inglese era diversa da quella italiana. Mi trovavo bene in Inghilterra ma non avevo voglia di rimanerci a lungo e, tra le diverse prove di lavoro, mi proposero di andare alle Bermuda, dove per 6 mesi, diventai un Afro-Careebean Hairdresser. Sarei potuto rimanere lì anche per sempre ma le isole erano troppo piccole per il mio ormai cresciuto senso di internazionalismo, quindi decisi di andare a trovare il mio amico Antonio in Australia.

Sin dal primo giorno, di Sydney mi piacque tutto, anche le zone vicino all’aeroporto, un po’ industriali con i loro canali di acque torbide, per non dire di quando attraversai l’Harbour Bridge in una bellissima giornata di sole, il mare e il cielo blu mi fecero sentire a casa.
Durante i primi tempi ero in vacanza con un visto “holiday” e stavo dal mio amico Antonio che al tempo viveva a Mosman, una bella zona residenziale nel Lower North Shore di Sydney vicino alla spiaggia di Balmoral.

Seguendo il consiglio del mio amico mi presentai con il curriculum in diversi saloni della zona ed anche nella City e dopo pochissimo tempo ricevetti due offerte di sponsorship, di cui una per un salone di Mosman. Dopo dovetti però seguire l’iter burocratico, lasciare l’Australia e aspettare che il visto fosse processato. Passai così quattro mesi fortunatamente estivi nella mia amata Sardegna per poi ritornare a Sydney a inizio primavera.

Una volta rientrato a Sydney mi trasferii a vivere con un amico a Bondi Beach, conobbi un avvocato che si occupava di immigrazione che si offerse di aiutarmi ad ottenere un visto indipendente grazie alle mie capacità sia lavorative che linguistiche.
Decisi di provarci, così la mia vita e la mia carriera in paese straniero cominciarono nel verso giusto. Anche se non è stato tutto rose e fiori, tutto sommato il mio amore per questa terra e per la sua gente e’ stato ripagato.

Nel 2000 divenni padre di una bellissima bambina di nome Marli, anche se poco tempo dopo le cose non andarono così tanto bene con la madre e quindi mi trasformai in genitore single, ma queste cose capitano ovunque.
Nel 2002 venni assunto da una delle televisioni di stato, la SBSTv, come parrucchiere nella loro sala trucco, dove mi fu data la possibilità di conoscere parte delle persone che fanno e/o raccontano la storia dell’Australia moderna, comprarmi un appartamento e rendere il mio curriculum ancora più prestigioso, anche se tutto questo me lo sono sudato. Per quattro anni e mezzo feci due lavori, quello alla televisione a tempo pieno e part-time continuai a recarmi a Mosman per vedere i miei clienti privati.

Dopo qualche tempo aprii un salone con una collega e fu così che decisi di dare le mie dimissioni dal lavoro alla televisione e riprendere solamente la carriera del salone. Tre anni e mezzo dopo ho aperto il mio; esattamente lo scorso novembre ho aperto Enzologic, e anche se sono passati solo pochi mesi le cose vanno piuttosto bene.

Mi piace tornare in Italia una volta all’anno, vedere i miei genitori che invecchiano in Sardegna. Tra l’altro sono stati qua un paio di volte anche loro e sin dal loro primo arrivo hanno capito il perché della mia scelta.
L’Australia può avere i suoi problemi come tutte le nazioni ma e’ diversa per tanti aspetti dall’ Italia, non penso che oggi come oggi riuscirei più a vivere bene in Italia, d’altronde non ho mai sopportato la classe politica italiana, la carenza generale di senso civico il nepotismo ed altre brutte cose che fanno il quotidiano e sì, mi mancano gli amici con cui sono cresciuto e buona parte della famiglia e forse un giorno ritornerò, ma per il momento non sono dell’idea.
Quando i miei clienti che ritornano dall’Italia dopo una bella e romantica vacanza mi chiedono se l’Italia mi manca e se è difficile vivere così lontano dalle persone che amo io rispondo: “Quando mi viene la nostalgia mi guardo il telegiornale and I’m happy to be here in Australia”

Di Federica Tadini 09/05/2011

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