Guglielmo Sartor, il cuoco errante che vive, cucina e gira il mondo in un Ape Car
Ciao lettori di Mollotutto, mi chiamo Guglielmo Sartor, 27 anni, originario di Merate paesino in provincia di Lecco. Il mio diploma dice che sono un cuoco.
Sono cresciuto con una padre che mi raccontava di viaggi lontani, di paesi esotici e cibi misteriosi. Lo zaino me lo misi sulle spalle quando avevo circa 10 anni con i Boy Scout e fino ai 20 girovagai per l’Italia, mari e montagne. Una volta finita la scuola alberghiera mi spostai a Londra per la mia prima esperienza all’estero, apprendere una nuova lingua fare carriera e diventare un grande cuoco. Mi resi conto in fretta che la metropoli, seppur all’estero non faceva per me e le aspettative scolastiche non sempre risultano fondate. L’avventura esercitava un fascino magnetico che la vita da cuoco di batteria non poteva darmi, o almeno cosi` credevo.
Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?
Londra l’ho vissuta per due anni e mezzo, poi Barcellona per un anno e qualcosa, continuando la mia esperienza lavorativa, imparando la lingua risparmiando qualche soldino e viaggiando il più possibile. Fu proprio in uno di questi tanti viaggetti da week end che conobbi la persona che avrebbe per sempre cambiato il mio futuro.
Sei partito in viaggio da solo o in coppia?
Le prime esperienze le ho sempre fatte da solo, in cerca di me stesso, di libertà. Quando viaggi solo la vita e` piu` facile, ti sposti ai tuoi ritmi incontri costantemte nuove persone e sei obbligato ad apprendere il più possibile lingue e tradizioni dei paesi dove ti rechi per sopravvivere al meglio.
Ma il viaggio vero, quello che tutt’oggi continua dopo 18 mesi sulla strada, e` un viaggio di coppia, che non si limita al turismo ma si basa su di un progetto specifico, una collaborazione tra il sottoscritto, cuoco vagabondo e James Cameron Starr film maker e scrittore, non scherzo si chiama proprio cosi`.
Siamo partiti insieme zaino in spalla da Milano dopo due anni passati a risparmiare. La nostra destinazione venne decisa dal fato il giorno del nostro primo incontro a Parigi. Si andava a Singapore, via terra alla ricerca di storie e ricette. Non avevamo bene idea come mescolare i nostri giovani e inesperti talenti ma confidavamo nella strada e nelle sue pronte risposte.
Passammo 9 mesi ad affinare le nostre tecniche e una volta giunti a Singapore avevamo un concept: food for stories. Usiamo il cibo per sedurre personaggi incontrati lungo il nostro cammino e raccogliere le loro testimonianze di vita. In 9 mesi riuscimmo a produrre circa 20 cortometraggi, dall’artista circense di Taiwan al professore del tuono in Shangai, dal contadino vietnamita al velista fiorentino.
Lavoravamo senza pausa lungo il cammino, non perche` qualcuno ce lo aveva imposto ma semplicemente per stare bene, per sentirci impegnati e alimentare costantemente il fuoco della nostra amicizia.
Una volta giunti a Singapore fummo ripagati. Trovammo investitori interessati nel progetto i quali decisero di finanziare qualunque idea ci venisse in mente.
Decidemmo che la scelta piu` razionale tra tutte consisteva nel comprare un Ape Car Piaggio in India, trasformarla in una cucina/studio/casa e ripartire alla volta di casa.
Sono passati sotto le nostre ruote 7000 km di India a 45km/h e un numero infinito di avventure e la strada e` ancora lunga, guideremo Monika (tuktuk) fino al punto di partenza, un gioco dell’oca da 21 mesi e passa.
Hai intenzione di fare il giro del mondo?
L’idea di creare una casa di produzione basata su cibo e storie consiste esattamente in questo, girare il mondo, a tratti o tutto d’un fiato non fa grande differenza per me, l’importante e` continuare a viaggiare ed esplorare il piu` possibile questa antica relazione tra cibo e racconti e portarla negli angoli piu` remoti della terra in cerca di testimonianze vere, viscerali.
Se si, hai un progetto o un itinerario prestabilito?
Dopo tutto questo camminare la prossima missione consiste nel tornare a casa, riabbracciare amici e famiglie dopo quasi due anni di viaggio filato e poi guidare la nostra Monika fino a Berlino.
Una volta raggiunta la capitale tedesca faremo il possibile per espandere i nostri spazi e sostituire le delicate pareti del mezzo con muri di cemento di una WearHouse dove continuare a fare ciò che abbiamo fatto per cosi` tanto tempo, cucinare e raccontare.
Dobbiamo mettere insieme un documentario che descriva dei nostri viaggi ma principalmente che racconti di tutte quelle incredibile persone incontrate lungo la strada e farci aiutare da intraprendenti menti conosciuti in città per realizzare questo mastodontico progetto.
Il tutto accompagnato da cucina casalinga prodotta al 100% da noi.
“Viaggiare senza soldi” quanto ti identifichi in questa frase?
Relativamente devo dire, mi immagino una bilancia a due piatti sulla quale tengo in equilibrio due tipi di approccio al viaggio, sul primo viene pesata la vita parca: vivo in un’ape car con il mio migliore amico/collega, mangiamo dove mangiano i contadini o i camionisti, ci laviamo in fiumi e torrenti o stazioni di servizio e facciamo il possibile per limitare le spese inutili. Sull’altro si trova lo svago, l’euforia dei nuovi incontri, i quali non sempre avvengono in remoti angoli del pianeta ma talvolta in ristoranti sfarzosi all’ultimo piano di un grattacielo, speak easy underground, co working spaces e fablab.
Siamo un po’ come pirati, esploratori di mari sconosciuti alla ricerca di tesori, talvolta maledetti. Questo lungo progetto ci ha insegnato che i soldi hanno un valore molto relativo e meno li cerchi meno ne senti il bisogno ed eventualmente il fato e la fortuna ti ricompensano e ti permettono di sopravvivere un giorno in piu` magari sotto un ponte, magari in un appartamento milionario.
Quali abitudini o strumenti utilizzi per ridurre le spese di viaggio?
Generalmente sorridiamo moltissimo, quello aiuta sempre. Bisogna affrontare la strada a cuor leggero e fare il possibile per dimenticare cio` che i media ci ripetono ogni giorno, che viviamo in un mondo matto. Sono in disaccordo, i matti sono il 10% o meno e fanno di tutto per progettare le loro insicurezze e i loro avari desideri sul resto della popolazione mondiale.
Ma in verita` vi dico che gli esseri umani vogliono solo “essere”… come in India dove la poverta` e` elevatissima ma la popolazione vive la quotidianità con il sorriso e un piatto caldo sara` sempre pronto per te sconosciuto, se dimostri umilta`.
Il sorriso ci aiuta a trovare supporto nelle persone incontrate lungo la via.
Inoltre sapersi cucinare qualcosa ti aiuta a risparmiare dall’uno a ai tre pranzi al giorno e alla fin dei conti se ci si adatta e piace dormire sotto le stelle, si risparmia sulle due maggiori spese dell’abitudinario viaggiatore.
Quali lavori fai per mantenerti nei tuo girovagare?
Dopo 9 mesi passati a cucinare per la gente di tutto il mondo, senza chiedere nulla in cambio all’infuori di una storia abbiamo provato a trasformare la cucina errante in un evento coinvolgente.
Singapore si dimostro` la piattaforma perfetta per fare un giro di prova, quindi grazie a nuove amicizie nel mondo della ristorazione e del co working space nel quale svolgevamo la funzione di creativi, ho iniziato a preparare menu da quattro portate pareggiate a quattro film realizzati da Cameron, con l’intento di servire piatti e cortometraggi allo stesso tempo, per aggiungere un altro livello sensoriale all’esperienza culinaria.
L’evento prese il nome di Banquet of Stories e venne ripetuto 7 volte. Un discreto successoo.
Ci e` anche capitato di aprire un ristorante pop up in Shillong, nord est dell’india, cucina Assam con influenze italiane.
Con il ricavato siamo riusciti a pagarci le modifiche apportate al piccolo TukTuk.
Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia nei paesi che hai visitato?
L’Italia e` molto simile all’India in un certo senso, la gavetta dura decadi, rispetto a molti paesi del nord Europa o dell’Asia dove quello che conta veramente e` la tua intraprendenza la capacita` nel risolvere problemi velocemente e adattarsi a ambienti lavorativi differenti.
Il mio background culinario mi ha insegnato a lavorare in modo pulito ed organizzato, grazie a questo semplice sistema organizzativo sono riuscito a trasportare le mie scarse abilita` in altri ambiti e oggi giorno posso permettermi di lavorare in un mondo precedentemente a me sconosciuto e relazionarmi con persone che non si limitano allo scrutinio del tuo CV ma che si concentrano sulle tue capacita` imprenditoriali.
Qual’è il paese che ti ha colpito di più e perché?
Taiwan, la cucina cinese mi affascina piu` di tutte e quella provata a Taiwan e` finora la meglio curata. Inoltre l’isola e` densa di persona incredibilmente educate e gentili, curiose e disponibili. I centri urbani si estendono principalmente sulla costa o montagne a ridosso del mare.
Il centro dell’isola e` una gigantesca riserva naturale con infiniti percorsi trekking e abbondanti fonti d’acqua sorgenti e panorami mozzafiato rispettati religiosamente dai loro isolani.
Dove ti trovi adesso e quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Vi scrivo da Delhi, in attesa di imbarcare il nostro tuk tuk su di un cargo spedizioni per mandarlo a Istanbul. Noi voleremo a Tehran e dopo un 4 settimane di zaini in spalla ci riuniremo a Monika e la guideremo fino a Milano, una brave vacanze e poi Berlino, per scrivere il nostro libro di ricette e storie e provare ad aprire uno spazio dove cucina e idee si mescolano e si evolvono, perche` alla fine siamo quello di cui ci nutriamo. Buona cucina e buone idee creano progetti migliori.
L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?
I sapori semplici di casa, il caffè al mattino, la risata delle persone a me piu` care.
Si tratta in ogni caso di una nostalgia relativa.
Provengo fortunatamente da una famiglia molto aperta, che creda fortemente in questo folle progetto e che mi incoraggia ad andare avanti giorno dopo giorno. La mia terra d’origine non e` lontana e dopo una breve ricarica a base di cappuccini e cornetti saro` pronto a ripartire alla volta di nuove avventure.
Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme ed iniziare a viaggiare moneyless?
Se riuscite a inventarvi un progetto nel quale credete con anima e corpo i soldi non servono, qualcuno ve li dara`.
Ho imparato che il modo per viaggiare o meglio per vivere e` fare cio` che ami e se fai cio` che ami e con passione la strada se ne accorge, e vi dara` cio` di cui avete bisogno.
Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail better.
Buona Strada!