Iris ha conosciuto suo marito durante l’Erasmus e da allora vive in Francia a Chalon sur Saone, non lontano da Digione, in Borgogna.
Stupisce la definizione che Iris Tagliatti dà di se stessa:
«Un vero fallimento per il sindacalismo italiano».
Perché?
«Perché non ho la mia opportunità lavorativa in Italia. Tante persone della mia età vivono la stessa situazione, oppure si adeguano a fare lavori malpagati e senza contratto. È che siamo una generazione di precari».
Pur essendo una giovane italiana di Rottofreno, in provincia di Piacenza, laureata in Scienze dei Beni Culturali a Pavia, ed avendo un curriculum che contempla tra le sue esperienze il lavoro in fabbrica, la vendemmia e il bar, Iris vive da tre mesi a Chalon sur Saone, non lontano da Digione, in Borgogna.
«Ho conosciuto mio marito, un ingegnere chimico, durante l’Erasmus e da allora vivo in Francia. Ho lavorato per tre anni presso il Consolato Generale d’Italia e poi all’Albo degli avvocati. Oggi sono un’impiegata in cerca di lavoro».
Perché non tornare e cercare in Italia, allora?
«Forse senza amore sarebbe diverso. Mi piacerebbe tornare a Rottofreno, dove ho la mia famiglia ed i miei amici, ma un precedente esperimento si è rivelato fallimentare: a Pavia abbiamo lavorato soltanto in cooperative e per la nostra conoscenza della lingua francese. Dopo un ‘anno di prova’ siamo ritornati in Francia».
Le politiche sociali lì, infatti, permettono a Iris di cercare lavoro ed organizzarsi percependo mensilmente un indennizzo di disoccupazione sottostando ai controlli di un consigliere statale, un tutor che visiona, a scadenza periodica, la sua effettiva ricerca di occupazione. Per percepire questa indennità occorre soddisfare alcuni requisiti, come l’aver perso involontariamente il lavoro e l’avere un’età inferiore a quella di pensionamento ed essa dipende dalla durata dell’assicurazione e dall’età della persona disoccupata.
«La percezione che l’italiano fuori sede ha del suo Paese è quello di uno Stato che ti abbandona. Eppure noi abbiamo una caratteristica che manca agli stranieri: abbiamo un forte senso di adattabilità, siamo per natura flessibili, ‘ci arrangiamo’, insomma. – continua Iris – Ma in Italia la flessibilità sul lavoro non ha come sua ovvia conseguenza il lavoro, non c’è nessuno che controlli che quel contratto a termine o a progetto diventi un contratto a tempo indeterminato».
In cos’altro manca lo Stato, a parer tuo?
«Manca una politica di welfare state, un sistema sociale, economico e politico in cui lo Stato promuova il benessere sociale ed economico dei cittadini tramite la pianificazione e la programmazione economica. Ed è assolutamente assente il concetto di meritocrazia. Io posso dire di avere avuto le mie occasioni in Francia solo per le mie capacità e le competenze maturate nel corso degli anni».
Pensi mai di tornare?
« La Francia mo ospita e mi dà la possibilità di realizzarmi… ma… beh… se avessi lavoro, sì! ».
Di Silvia Coco 24/05/2011