Lasciare l'Italia per trasferirsi a lavorare in Francia a Parigi

Maurizio, alla scoperta di un nuovo inizio

Lasciare un lavoro ben avviato – nel campo televisivo – per amore, e per rimettersi in gioco. Maurizio, bergamasco di nascita ma friulano d’adozione, l’ha fatto. Ha lasciato famiglia, lavoro a Milano per volare nella Ville Lumière alla ricerca di una vita e nuova sfida, iniziare daccapo a Parigi. Nonostante le difficoltà linguistiche, ama la città.
In Italia, almeno per il momento non pensa di tornare. Forse, un giorno. Quando le cose potranno essere diverse. A chi vuole partire, consiglia di farlo a prescindere dalla meta, per formarsi, ingrandire i propri orizzonti e conoscere culture di diverse. A chi resta, augura di “poter cambiare le cose uscendo da questa corrente malsana”.

Il Movente: l’amore

L’idea di lasciare l’Italia era già in programma da un po’ di tempo. La scelta é poi caduta su Parigi grazie all’incontro con la mia attuale compagna, di origine francese. Inoltre ho sempre amato questa città, la sua cultura e la sua storia. Ho lasciato un lavoro ben avviato e in carriera, una famiglia che si era da poco trasferita accanto e molti amici, ma la voglia di sperimentarmi, la delusione nei confronti dell’Italia e sopratutto l’amore, hanno preso il sopravvento per questo mio cambiamento.

L’impatto con la città


L’impatto é stato da subito buono, data la motivazione e la ricerca di ispirazione che avevo al mio arrivo. Inoltre frequentavo Parigi già da due anni.

Il lavoro


Attualmente, a Parigi, creativo televisivo e sviluppo format. In passato, a Milano, direttore di produzione televisivo.

La difficoltà più grande


Lasciare l'Italia per trasferirsi a lavorare in Francia a ParigiLa lingua é ovviamente il primo problema. Non potersi esprimere liberamente e non poter fare conoscere agli altri le proprie sfumature caratteriali porta molta insicurezza e frustrazione. La cosa positiva é che é un problema destinato a scomparire.

Il mio primo colloquio di lavoro é stato molto ridicolo, in quanto parlavo ancora male il francese, ma é adato bene visto che mi hanno assunto. Questo dimostra che ci sono altre forme di comunicazione e persuasione molto efficaci oltre la lingua… escludendo il denaro, la violenza e la prostituzione molto presenti invece in Italia.


I luoghi del cuore

Adoro il mio quartire, Montmartre e sono molto legato ad un luogo che frequentavo i primi tempi, ovvero il palazzo Beaubourg, conosciuto da noi italiani come centro Pompidou, ritrovo di arte, cinema e biblioteca pubblica.

Italia e Francia, così vicini eppure diversi


Le differenze con l’Italia sono molte pur essendo due paesi molto vicini. In termini pratici qua manca il sole e spesso fa freddo se vivi nel centro e nel nord.
Parlando di cose un po’ più serie, la Francia risulta un paese credibile a livello europeo, a differenza dell’Italia che presenta un governo (al di là del tuo credo politico) palesemente invischiato in intrecci mafiosi, scandali, nepotismi e chiuso dentro la sua piccola realtà.
 Parigi, Londra, Berlino etc sono aperte alla comunicazione mondiale a differenza di Milano. Inoltre, dove mi trovo adesso, regna un’onestà intellettuale che difficilmente ho trovato nel mio paese.

In Italia purtroppo, (attualmente e secondo la mia esperienza) c’è la cultura del “provarci” sempre e comunque. In Francia vedo che nessuno prova a fregarti, perché qui si scatenano vere rivoluzioni di massa. L’omertà non ho ancora avuto modo di vederla. Altro punto a favore della Francia é il cosmopolitismo e l’accettazione a culture e popoli diversi, questo grazie anche alle molte colonie francesi sparse per il mondo. In Italia c’é un razzismo inconscio (quando non é dichiarato) anche tra il nostro nord e il nostro sub e l’immigrazione non é affatto regolata legalmente e attentamente. 
Altra cosa negativa é la mancanza di tutela e sfruttamento al lavoro, scandalosa e spesso in nero. Personalmente sono sempre stato fortunato e il mio bilancio é positivo, ma non posso comunque ignorare le innumerevoli esperienze negative dei miei coetanei, che rappresentano una realtà allarmante e che superano il 70% delle mie conoscenze.
 Mi fermo qua, dispiaciuto per il potenziale non espresso che possiede l’Italia, e nostalgico per la bellezza delle nostre incredibili città.

Gli affetti


Gli amici sono la cosa che mi manca di più. I genitori no, li porto sempre con me ovunque vada e rappresentano un legame che non ha bisogno di contatto diretto.

Partire o Restare?


Si, consiglierei di trasferirsi, a prescindere dalla meta e da Parigi. Viaggiare é fondamentale per una formazione ed esperienza personale, per ingrandire i propri orizzonti e per conoscere culture diverse. Ognuno ha la sua Parigi, sparsa per un mondo fin troppo grande per una sola vita. Io un giorno tornero’ in Italia, di sicuro diverso e spero migliore. Chi non potesse, o non volesse partire rimanga pure in Italia, ma cerchi di cambiare le cose uscendo dalla corrente malsana.

Di Viviana Attard 02/11/2010

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