Paolo si è trasferito a vivere in Malesia dove insegna italiano.

Paolo Coluzzi, Milanese di 53 anni, vive da più di 7 anni nel sudest asiatico prima nel Brunei e ora si è trasferito a vivere in Malesia dove insegna italiano, spagnolo e sociolinguistica presso la Facoltà di Lingue e Lingusitica dell’Università più antica della Malesia.

Ciao Paolo, presentati ai nostri lettori…

Mi chiamo Paolo Coluzzi, ho 53 anni e sono più di sette anni che vivo nel Sudest Asiatico, prima in Brunei e ora in Malesia.

Di dove sei e cosa facevi quando eri in Italia?

Sono di Milano, che lasciai tantissimi anni fa. A Milano insegnavo italiano nella Scuola Giapponese (avevo studiato giapponese presso l’IsMEO di Milano). Ad un certo punto, fatto anche il Servizio Civile, decisi di lasciare il lavoro e trasferirmi a Londra; poi, una cosa tira l’altra, finii in Spagna, poi in Olanda e di nuovo in Inghilterra per parecchi anni. Ad un certo punto riuscii a ottenere una borsa di studio inglese per laurearmi. Un paio d’anni dopo decisi di investire in un Master ad Exeter che poi mi portò a svolgere un Dottorato in Sociolinguistica presso l’Universita’ di Bristol, grazie ad un’altra borsa di studio offerta dall’Università stessa.

Quando e perchè è arrivata la voglia o la necessità di lasciare l’Italia?

È arrivata molto presto: avevo 27 anni e molta voglia di scoprire il mondo. E sapevo che se non mi muovevo in quel momento, sarei probabilmente finito col fare lo stesso lavoro nella stessa città per il resto della mia vita…

Avevi già vissuto all’estero per lunghi periodi prima?

Sì, in Inghilterra, Olanda, Spagna e Brunei, per studio e lavoro…

Perché hai scelto proprio la Malesia?

Mentre lavoravo all’Università del Brunei, a cui ero giunto grazie ad un annuncio su un sito inglese per lavori di tipo accademico, avevo partecipato a due convegni durante i quali avevo conosciuto due diversi docenti dell’Università di Malaya dove ora lavoro, che mi avevano raccomandato di fare domanda visto che la loro facoltà era alla ricerca di docenti con dottorato ed esperienza. In Brunei mi trovavo bene, ma mi stava scadendo il contratto triennale ed avevo voglia di cambiare…

Sei partito da solo o con la partner?

Da solo, allora ero single.

Come avete affrontato/risolto il problema del visto permanente?

Non ho un visto permanente, ogni anno al rinnovo del contratto mi rinnovano anche il visto per un altro anno. Salvo rari casi, gli stranieri non possono avere visti permanenti di lavoro qui come nella maggior parte dei paesi asiatici…

In che cosa consiste la tua attività?

Insegno italiano, spagnolo e sociolinguistica e svolgo ricerca nel mio campo. Naturalmente c’è anche del lavoro amministrativo da svolgere, riunioni, ecc.

Oltre a questo per cosa altro si distingue la tua attività?

Sono ‘senior lecturer’ (un livello più basso di ‘professore associato’) presso la Facoltà di Lingue e Lingusitica dell’Università più antica della Malesia. Oltre ad insegnare ed al lavoro amministrativo, il mio compito è svolgere ricerca e pubblicare nel mio campo, la sociolinguistica. In realtà la mia specializzazione sarebbe la macrosociolinguistica, o sociologia della lingua, in particolare la vitalità delle lingue minoritarie e regionali e la pianificazione linguistica, ovvero la disciplina che si occupa della promozione delle lingue. Quando ero ancora in Inghilterra mi occupavo specificatamente di lingue minoritarie e ‘dialetti’ in Italia e Spagna, ora delle lingue indigene della Malesia.

Quali differenze sostanziali riscontri a livello lavorativo rispetto all’Italia?

Devo dire che non ho mai insegnato in un’università italiana, e vista la difficoltà, per non dire l’impossibilità di trovare lavoro accademico in Italia, non credo che avrò mai l’opportunità di lavorarci. Comunque potrei dire che in generale l’università in Malesia ha un sistema più simile a quello britannico che a quello italiano. L’altra differenza naturalmente è che qui il rinnovo di contratto dipende dal nostro rendimento come insegnanti e ricercatori… Un’altra differenza, credo, è che qui in generale sono più libero di esprimermi accademicamente, non devo dar conto ai ‘luminari’ o per forza essere d’accordo con ciò che dicono…

Com’è avvenuta la tua integrazione in una realtà locale così differente da quella italiana?

Io direi che è andata bene, anche perché avevo avuto tre anni e mezzo di tempo in Brunei per adattarmi a questo clima e a questa cultura e per imparare un po’ la lingua malese, che adesso parlo discretamente. Certo, è possibile benissimo vivere in Malesia senza sapere il malese, sempreché si parli un buon inglese, ma si perde l’opportunità di ‘entrare’ nella cultura locale.

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca?

In Italia ci torno ogni anno anche se non è proprio dietro l’angolo… Sì, un po’ di nostalgia ce l’ho, e devo dire che sarebbe molto più difficile vivere così lontano dalla mia cultura se non ci fosse internet. Dell’Italia mi mancano tante cose, ma direi soprattutto la storia, che in Italia è visibile dappertutto nei centri storici di ogni città o paese, e naturalmente la famiglia e gli amici… La politica italiana però non mi manca affatto!

Vivere in Malesia sotto quali aspetti è meglio che in Italia ? E sotto quali aspetti è peggio?

Beh, qui non c’è la crisi che c’è ora in Italia, è relativamente facile trovare lavoro e gli stipendi in genere sono buoni, almeno per vivere bene in Malesia. Poi non esiste l’inverno (siamo vicini all’equatore), anche se c’è una lunga stagione delle piogge, ed è facile ed economico viaggiare per l’Asia. Quanto alla sicurezza, io direi che in questa parte dell’Asia c’è meno delinquenza che in Europa, ed in generale la gente è molto più onesta. Come docente dell’Università io sono coperto per l’assistenza sanitaria, anche se devo dire che spesso pago dei medici privati per avere un servizio migliore. Il livello degli ospedali privati qui (che costano molto meno che in italia) è notevole. Rispetto all’italia mi piace molto il fatto che qui mangiare fuori costa poco, ci sono ristoranti, locali e baracchini dappertutto e si mangia veramente bene. Non credo che molta gente in italia possa permettersi di mangiare sempre fuori, qui invece è la norma.

Cosa consiglieresti ad altri italiani che desiderassero seguire le tue orme?

Certo, non è facile lasciarsi dietro famiglia e amici, ma l’esperienza che si può fare da queste parti è meravigliosa. È stato proprio il fatto di vivere in queste terre esotiche che mi ha stimolato a scrivere delle mie esperienze di viaggio. Ad ottobre è uscito un mio libro sul Brunei Un italiano nel Borneo: tre anni nel Sultanato del Brunei Darussalam ed ho un blog sul sito in italiano sulla Malesia ‘Nella Terra di Sandokan’ www.nellaterradisandokan.com.

Che tipo di lavoro/attività/investimento è conveniente praticare per un italiano in Malesia?

La maggior parte degli italiani che conosco lavorano nella ristorazione, nel campo dell’insegnamento e del turismo. Ma c’è gente anche che svolge altri lavori: ci sono architetti italiani, uomini d’affari, programmatori, ecc.

Pensi che ci siano molti italiani che vivono in Malesia?

Non come in Europa o in America, ma ce ne sono parecchi adesso anche in Malesia… Io ne conosco personalmente una cinquantina, credo…

Consiglieresti la Malesia come meta per espatriare o più per una vacanza?

Entrambe le cose: la Malesia è un paese bellissimo dal punto di vista naturalistico, anche se l’occidentalizzazione e la globalizzazione stanno facendo i loro bei danni, e la gente in generale è gentile e disponibile. Trovarvi lavoro non è così facile come da altre parti, anche per via del visto, ma è possibile, come ha dimostrato molta gente che ho conosciuto, che in Italia sarebbe stata disoccupata o sottopagata…

Di Massimo Dallaglio 12/03/2014

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