India
Capitale: Nuova Delhi
Lingua ufficiale: hindi e inglese (la Costituzione prevede altre 18 lingue)
Moneta: rupia
Forma istituzionale: repubblica democratica federale (26 Stati)
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Principali trattati stipulati con l’Italia
Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica federale indiana per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito, con protocollo, firmata a New Delhi il 19 febbraio 1993, ratificata in Italia con la legge n. 319 del 14 luglio 1995 e in vigore dal 1° agosto 1995.
Il sistema tributario
Il potere legislativo in materia fiscale è assegnato al governo centrale ed agli Stati federali. La Costituzione, pertanto, distingue le seguenti sfere di competenza:
– Union list: le disposizioni tributarie per le imposte sui redditi non di provenienza agricola, le imposte sulla vendita dei beni ed i dazi sono di esclusiva competenza del Governo Centrale;
– State list: la disciplina del regime impositivo su redditi agricoli, successioni, terreni e fabbricati, nonché le tasse sui beni di lusso è attribuita ai singoli Stati;
– Concorrent list: ambito di giurisdizione in cui il Governo Centrale ed i singoli Stati operano di concerto, con prevalenza del governo centrale.
Le principali disposizioni legislative tributarie si riconducono alle seguenti fonti normative: Income Tax Act del 1961, Interest Tax Act del 1974, Expenditure Tax Act del 1987 e Finance Acts.
L’imposta sul reddito
Tassazione delle persone fisiche
Si distinguono tre categorie di contribuenti: i soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche residenti tassati sui redditi ovunque prodotti in applicazione del worldwide principle, i soggetti non residenti assoggettati ad imposta sui redditi prodotti nel territorio dello Stato ed i soggetti “non ordinariamente residenti” (Nor) tassati come i contribuenti non residenti ma assoggettati ad imposta domestica sui redditi generati all’estero se provengono da un’operazione gestita e controllata in India. Il contribuente, pertanto, assume lo status di residente se presente in India per a) 182 giorni all’anno, ovvero b) 60 giorni in un anno e sia stato presente per almeno 365 giorni nei 4 anni precedenti. Se non ricorre alcuna delle precedenti condizioni, il soggetto passivo è qualificato come non residente. Parimenti, un soggetto è Nor qualora c) non sia stato residente in India per 9 anni durante gli ultimi 10 periodi d’imposta, ovvero d) nei 7 anni precedenti il periodo d’imposta considerato non sia stato presente in India per almeno 729 giorni. I redditi del contribuente sono classificati secondo 5 categorie: salari, redditi da proprietà immobiliari, profitti da attività o professioni, redditi di capitale e redditi da altre fonti. I fringe benefits erogati dal datore di lavoro sono assoggettati alla FBT (fringe benefits tax) con una aliquota del 30 per cento sul valore del bene, calcolato secondo determinate regole stabilite dall’ordinamento domestico. Di conseguenza, in caso di applicazione della FBT, il valore dei beni ricevuti dal datore non è computato nell’elaborazione della base imponibile su cui calcolare l’imposta delle persone fisiche.
Inoltre, è prevista una sovratassa del 10 per cento sui redditi che eccedono 1milione di rupie. Il periodo di imposta decorre dal 1° aprile al 31 marzo dell’anno successivo ed i contribuenti in stato coniugale hanno l’onere di presentare separatamente la propria dichiarazione dei redditi.
Tassazione delle persone giuridiche
L’Income Act del 1961 disciplina l’imposta sul reddito delle persone giuridiche e stabilisce che il reddito d’impresa è formato da ogni provento che deriva dall’esercizio di attività industriale, commerciale o speculativa. Una società è tassata in India se ivi residente. Una società si considera residente se costituita secondo le norme di diritto indiano ovvero se la sua direzione amministrativa e manageriale è situata in India. Mentre i soggetti non residenti sono assoggettati all’imposta sulle società esclusivamente su redditi d’impresa generati a fronte di operazioni eseguite sul territorio domestico, ad eccezione degli acquisti di merci o beni destinati all’esportazione. Il periodo d’imposta si chiude il 31 marzo, il reddito è assoggettato alle aliquote vigenti dal 1° aprile successivo e la presentazione del modello di dichiarazione deve avvenire entro il 31 ottobre. In particolare, l’aliquota effettiva corrente per le società residenti è del 33,66 per cento, incluse sovrattassa del 10 ed education cess del 2 per cento (particolare tipo di sovrattassa destinata a finanziare la diffusione dell’istruzione in India), e qualora l’imponibile, determinato secondo le disposizioni dell’Income Tax Act, risulta inferiore del 10 per cento rispetto all’utile contabile, si determina il presupposto per l’applicazione della Mat (minimum alternative tax) sugli utili d’impresa, determinata assoggettando il risultato d’esercizio all’aliquota del 10 per cento più sovratassa ed education cess. L’aliquota prevista per le società non residenti è pari al 40 per cento del reddito imponibile maturato in India. L’ordinamento prevede la possibilità di compensare e “riportare in avanti” (carry forward) per massimo otto esercizi le perdite della società, mentre non è prevista la possibilità del riporto all’indietro (carry back). Il sistema tributario non ammette il regime di tassazione consolidata di gruppo.
Redditi da investimenti
Persone fisiche
I redditi da capital gains, interessi e dividendi percepiti da soggetti residenti sono assoggettati all’imposta in India, indipendentemente dallo Stato in cui sono maturati; i soggetti non residenti ed i NOR sono ivi tassati solo se tali redditi sono generati o ricevuti in India. In particolare, i capital gains relativi ad attività detenute per più di tre esercizi sono assoggettati ad un’aliquota del 20 per cento, più una sovratassa del 10 per cento per i redditi che superano 1milione di Rupie e l’education cess del 2 per cento. Gli altri redditi da investimenti sono imputati nella determinazione della base imponibile del contribuente e, quindi, l’imposta si calcola in base allo scaglione di appartenenza. Per i soggetti non residenti, i capital gains da investimenti a lungo termine sono assoggettati ad un’aliquota del 10 per cento, più una sovratassa del 10 per cento per i redditi che superano 1milione di Rupie e l’applicazione dell’education cess del 2 per cento. Per i capital gains derivanti da investimenti a breve termine in relazione a determinate attività indicate in appositi elenchi, l’aliquota prevista è pari al 10 per cento, più sovratassa del 10 per cento ed education cess del 2 per cento.
Persone giuridiche
Le società residenti sono tassate secondo il principio di attrazione del reddito ovunque prodotto (worldwide principle); una società non residente è assoggettata sul reddito percepito in India e si applica il trattamento più favorevole considerando le previsioni dela Convenzione contro le doppie imposizioni. I redditi da capital gains possono derivare da investimenti che si qualificano a lungo o a breve termine se derivanti dalla cessione di titoli detenuti rispettivamente per più o meno di 36 mesi (12 mesi per le azioni). Pertanto, lo smobilizzo di investimenti a lungo termine è tassato come reddito da capitale, assoggettato ad un’aliquota del 20 per cento e, per la determinazione dell’imponibile, il costo di acquisto del titolo è indicizzato al tasso di inflazione. I redditi da capitale derivanti da investimenti di breve periodo sono tassati alla stessa percentuale dell’imposta sul reddito. Per le società residenti, gli interessi sono assoggettati ad un’aliquota del 22,44 per cento; gli interessi percepiti da società non residenti sono tassati in base al trattamento previsto nella Convenzione. I dividendi distribuiti da società indiane e percepiti dagli azionisti sono esenti da imposta, senza discrimini in relazione alla residenza o meno del percettore, mentre la società indiana erogatrice subisce la dividend distribution tax con un’aliquota pari al 12,5 per cento. Tale tributo è dovuto in aggiunta all’ordinaria imposta sul reddito corrisposto dalla società distributrice. L’ordinamento, inoltre, prevede la possibilità di assegnazione gratuita di azioni e la non imponibilità dell’operazione nel momento di assegnazione dei titoli all’azionista.
Le imposte indirette
L’imposta sul valore aggiunto (Vat)
Entrata in vigore dal 2005, la Vat ha sostituito la precedente imposta sulle vendite. L’aliquota generalmente applicata è pari al 12,5 per cento ma sono previste anche delle aliquote agevolate del 4 e dell’1 per cento per determinate categorie di beni espressamente individuati. L’imposta è computata sul valore aggiunto del bene ad ogni cessione, neutralizzando l’imposta ad ogni passaggio intermedio della cessione e facendola ricadere sul consumatore finale. Ad esempio, se un soggetto rivenditore acquista un bene pagandolo 100 rupie, di cui 12,5 rupie rappresentano la Vat pagata sull’acquisto del bene, e lo cede a 120 rupie, di cui 15 rupie rappresentano la Vat pagata dal consumatore finale cessionario, l’imposta dovuta dal rivenditore sarà pari a 2,5 rupie, ovvero la differenza fra l’imposta a credito di 12,5 rupie e l’imposta a debito di 15 rupie. La Vat riguarda sia le cessioni di beni che le prestazioni di servizi, a differenza della service tax che assoggetta soltanto la cessione di beni.
L’imposta sui servizi (service tax)
Alcune tipologie di servizi individuati in un apposito elenco di categorie nei Finance Acts, come le attività di pubblicità, i servizi aeroportuali, i servizi assicurativi ed i servizi bancari e finanziari. Tali prestazioni sono assoggettate ad un’aliquota del 12 per cento sull’imponibile, con l’ulteriore applicazione dell’education cess del 2 per cento. Ad esempio se il valore di un servizio è pari a 100 rupie, la relativa service tax sarà pari a 100 X 12 per cento = 12 rupie e l’education cess sarà pari a 12 X 2 per cento = 0,24 rupie.
Agevolazioni
Gli ordinamenti dei singoli Stati e del governo centrale prevedono una serie di agevolazioni fiscali finalizzate ad attrarre investimenti esteri nel territorio indiano ed, in particolare, in determinate zone per accrescerne lo sviluppo economico e sociale. A tal fine, sono state identificate delle SEZs (Special Economic Zones) considerate dei territori franchi in cui le unità produttive per la realizzazione di beni destinati all’esportazione sono esonerate dall’osservare le regolamentazioni previste nei singoli Stati federati e non sono previsti dazi riguardanti le attività di import-export. In particolare, le imprese per cui il governo ha previsto dei particolari incentivi per promuoverne la localizzazione sono il settore petrolifero, prevedendo l’esenzione dall’imposta sulle persone giuridiche per i primi 7 anni e la totale deducibilità delle spese di ampliamento, esplorazione e sviluppo, il settore di progettazione e realizzazione di software ed apparecchi hardware, prevedendo la totale esenzione da imposizione su redditi prevista per le società ed incentivi all’esportazione.
di Francesca Santini
Fonti informative:
– Periodico di fiscalità ufficiale: www.fisconelmondo.it pubblicazione dell’Agenzia delle Entrate – Settore Comunicazione Istituzionale
– sito ufficiale del government of India, ministry of Finance:
– sito ufficiale del Cbdt – Central Board of Direct Taxes
– sito ufficiale del Cbec
– Central Board of Excises and Customs.