“Il viaggio di Sergio”, il professore che ha deciso di vivere fuori dagli schemi viaggiando e lavorando…
Sergio Beato, nato ad Alcamo (TP) nell’estate del ’65, ad oggi ha visitato ben 102 nazioni ONU ed altre 18 non riconosciute o considerate territori (come Puerto Rico, La Martinica, Transnistria, Cipro Nord…).
In 40 anni avrà trascorso un buon 30% del proprio tempo in viaggio!
Vi starete chiedendo come sia riuscito, non essendo un milionario, a conciliare la sua vita lavorativa con tutti questi viaggi…
È che Sergio ha semplicemente avuto il coraggio di scegliere una vita “diversa” da quella “standard”.
Inoltre, occupandosi di formazione in qualità di tecnico di sala presso un centro di formazione professionale in provincia di Bologna (FOMAL), ha un contratto che gli permette di avere circa sei mesi liberi all’anno; gli è capitato spesso anche di viaggiare durante i brevi periodi settimanali nei quali non aveva lezioni a scuola.
“Il mio lavoro a scuola e viaggiare sono le mie passioni. Frequentemente mi occupo anche di catering: è un mestiere che mi offre sia l’opportunità di lavorare in luoghi diversi che di viaggiare in occasione di fiere o consulenze.
Alcuni posti li ho scelti sulla base di libri o di racconti, altri mi sono capitati… ma mai per caso.
Lo considero “viaggiare” solo quando dura più di un mese.
Normalmente viaggio sempre da solo, a volte mi raggiungono degli amici…”
Ci sono paesi in cui ti sarebbe piaciuto rimanere a vivere?
Se avessi voluto l’avrei fatto ma vivo in quella che considero una delle città più belle del mondo nelle quali rimanere: Boston! No, scherzo: Bologna.
Come hai deciso di trascorrere la tua vita viaggiando molto, a differenza di molti altri italiani che si concedono una vacanza all’anno?
Inizio col dire che sono nato in viaggio: i miei genitori si spostavano ogni tre anni per lavoro. Non ho sviluppato un vero e propio sentimento di appartenenza ad un luogo…
A 15 anni feci la mia prima stagione estiva lavorativa all’Isola d’Elba e l’anno successivo replicai l’esperienza a Curmayeur con la stagione invernale .
Andai per la prima volta all’estero nel 1982: Villars Sur l’Ollon, nella Svizzera francese. Lavorai lì per la stagione invernale e parte di quella estiva.
A 18 anni mi imbarcai sulla Love Boat, la nave da crociera Island Princess… Vancouver, Alaska, California, Messico, Panama, Colombia, Venezuela, Antille Olandesi, Antille Francesi, Isole Vergini e Puerto Rico e… a fine imbarco, un mese di vacanza in California, prima di rientrare in Italia.
È stato lì che ho capito che il mondo è un po’ piu grande di quanto pensavo e che viaggiare è la cosa che più mi piace fare e… posso farlo lavorando!
Feci un anno come militare nei Carabinieri Paracadutisti, e poi via, di nuovo sulle navi… Questa volta nel Mediterraneo: Grecia, Israele, Egitto, (Italia), Croazia, Spagna, Portogallo, Madera.
Poi attraversando l’Atlantico: Barbados, nuovamente Puerto Rico, San Diego.
Ed a San Diego sostai per 2 mesi, prima di ripartire per il Pacifico: Hawaii, Polinesia Francese, Fijii, Tonga, Samoa, Pago Pago, Nuova Zelanda ed Australia.
Prima di rientrare trascorsi un mese e mezzo di vacanza tra California e New York.
Dopodichè, per qualche anno rimasi vicino a casa, tra Mantova e Milano… per ripartire nel ’90 ed andare a trascorrere due anni in Florida (con una puntatina a Quebec).
Tornai nuovamente in Italia e decisi che sarebbe stata la mia base di partenza.
Cominciai a pensare di viaggiare con lo zaino in spalla… La prima esperienza fu in Thailandia, poi in Malesia, a Singapore e in Indonesia, con venti giorni a zonzo nel Borneo.
Per cambiare, pensai di esplorare i paesi dell’est in Vespa! Sono partito da Bologna, direzione Russia, attraversando Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Biellorussia e Lituania, dove la mia fedelissima compagna di viaggio (la Vespa) ha grippato.
Quindi ho proseguito con i mezzi… per Lettonia, Russia, Estonia, Finlandia, Aland, Svezia, Danimarca, Germania e Austria.
Negli anni successivi avevo aperto un’azienda ed i viaggi si erano accorciati: ho rivisto la Thailandia e visitato l’India del Nord, il Marocco e Cipro.
Nel 2014 sono partito in auto, con altri due ragazzi, dal punto più ad Ovest dell’Europa continentale (Cabo Da Rocha, vicino a Lisbona) verso l’Impero del Sol Levante… Quasi km 22.000, sempre verso est, attraverso l’Europa e toccando anche i micro stati di Andorra e Linchtenstain. Polonia, Lituania, Lettonia, Russia, seguendo il percorso della Transiberiana, attraverso gli immensi campi di grano del Kazakistan, le acque cristalline del Baikal, l’enorme corso del fiume Amur fino a Vladivostok, dove abbiamo raggiunto (col traghetto) la Corea. E poi… il Giappone!
Tecnicamente sarei anche entrato in Corea del Nord, all’interno della sala riunioni del Campo JSA a Pannmunjom. Ma questa è un altra storia…
Arrivati a Tokyo, siamo stati accolti all’Ambasciata Italiana. Abbiamo preso un buon caffè con l’Ambasciatore ed accompagnato l’auto al porto, dove è rientrata in un container… e rifatto in venti ore di aereo il percorso di due mesi di auto.
Negli ultimi tre anni ho fatto un giro per l’Europa in moto tra Italia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Olanda, Belgio e Francia.
Ne ho fatto anche un altro, sempre in moto: Albania, Grecia, Turchia, Bulgaria, Macedonia, Kosovo.
Il viaggio del 2016: Vietnam, Cambogia, Laos, Vietnam, Cambogia, Vietnam. Non mi sono sbagliato, ho proprio girato avanti e indietro… E in estate sono andato in Islanda in auto.
Altra esperienza di viaggio tra il 2018 ed il 2019: Panama – Messico via terra, in pellegrinaggio. Dal Canale al Cammino dei morti vicino a Città del Messico, attraverso le principali citta dei Maya, con una breve escursione sulla Barriera corallina del Belize.
L’ultimo viaggio importante è stato sempre nel 2019 quando ho passato due mesi in Madagascar.
Poi ho solo fatto piccole fughe: Andalusia, Atene, Montenegro, Barcellona.
Ora vi scrivo dall’Isola La Palma, nelle Canarie.
Sapresti dire qual è il posto che ti è piaciuto di più da visitare?
No.
Non riesco a fare paragoni tra le bianche montagne della Nuova Zelanda, il Tesoro di Petra, le immense dune della Namibia, il cammino dei morti con le sue piramidi… Tra il fare un bagno con i delfini ed i piranha nel lago Tarapoto nell’amazzonia colombiana, l’arrivare a Machu Pichu all’alba dalla porta del Sol dopo quattro giorni di cammino ed il correre sul tetto di un fuoristrada nel deserto di sale dell’Etiopia… O tra l’avere la cometa di Halley sopra la testa nuotando in una piscina privata sulla montagna di Papeete a Tahiti, l’essere abbandonati su un’isola deserta nelle Filippine ed il passare ore a guardare le onde su un’altalena.
Sono tutte sensazioni che porto dentro di me ed hanno lo stesso valore.
Se si arrivasse a dire “Mollo tutto e vado a vivere all’estero!”, dove consiglieresti di andare? E tu, dove andresti?
Personalmente sto valutando seriamente le Filippine per i prossimi inverni. La mia base, però, sarà sempre l’Italia… Ma dipende da ognuno di noi: in inglese c’è quella distinzione tra “house” e “home”…
…Cosa non deve mai mancare nella valigia di un viaggiatore?
La curiosità: il resto lo si compra per strada.
Dove ti immagini fra cinque anni?
Sdraiato sulla mia amaca in un’isola semi deserta… nelle Filippine.