Alessandro Vanzi parte per amore, per stare vicino alla sua Dorota
Alessandro ha 28 anni, torinese di nascita. Nel2007 decide di andare a vivere e lavorare a Varsavia, in Polonia.
Parte per amore, per stare più vicino alla sua Dorota, ma poi con l’intraprendenza e il coraggio che non mancano mai a chi decide di espatriare riesce ad inserirsi in una multinazionale e in seguito a mettersi in proprio. Come se non bastasse crea attorno a sé una serie di interessantissime attività che ruotano intorno alla comunità italiana,pur assicurandosi comunque una distanza di sicurezza dall’Italia!
Perché hai deciso di trasferirti in Polonia?
Ho deciso di trasferirmi dall’Italia per avvicinarmi a mia moglie: Dorota, dottoranda presso l’Università di Varsavia. Prima di trasferirmi venivo già spesso per stare insieme a lei. Fin dall’inizio Varsavia mi è piaciuta – una metropoli europea con la qualità di vita molto alta (anche rispetto all’Italia) – ma ovviamente ho iniziato a conoscere realmente la Polonia (fuori Varsavia) solo dopo il trasferimento.
Impressioni iniziali?
In Polonia ho trovato sin da subito una splendida accoglienza, non solo dai membri della famiglia di mia moglie, ma da tutti i polacchi che ho conosciuto e continuo a conoscere – sono un popolo stupendo – a cui piace molto l’Italia e pertanto sono felici di stare in compagnia di un italiano. Ovviamente ancora meglio se si conosce il polacco, lingua difficile da imparare, quasi impossibile per molti.
Come ti sei mosso per trovare lavoro?
Trovare lavoro non è molto facile senza la conoscenza della lingua, le multinazionali sono una possibile soluzione ma ovviamente bisogna avere buone referenze. La mia scelta deriva dal fatto che sono molto intraprendente. All’inizio ho lavorato per una multinazionale, successivamente ho deciso di mettermi in proprio aprendomi una mia partita iva e lavorando per più società come consulente: mi occupo prevalentemente di progetti di cooperazione internazionale e comunicazione.
Fai parte del direttivo dell’Associazione “Italiani in Polonia”, com’è nata quest’idea?
Nel 2009 insieme ad alcuni amici italiani e polacchi, abbiamo costituto l’Associazione “Italiani In Polonia” con lo scopo di riunire i connazionali che si trovano in Polonia organizzando eventi sociali e culturali. Non esistevano esperienze simili prima dell’Associazione; certo sono presenti le camere di commercio e le istituzioni, ma mancava un “aggregatore” di iniziative socio-culturali. Tra le iniziative della nostra Associazione ci sono mostre e convegni in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura di Varsavia e Cracovia, la costituzione della Compagnia Teatrale “Esperiente” diretta dal Maestro Alberto Macchi e composta da italiani, polacchi e attori di altre nazionalità, l’apertura di Comitati dell’Associazione in diverse città’ della Polonia come Wroclaw, Lodz e Cracovia.
Anche il primo giornale italiano in Polonia, non ci facciamo mancare niente?
Gazzetta Italia è un progetto a cui tengo molto, abbiamo dovuto lavorarci per più di un anno prima di pubblicare il numero zero ma con la un po’ di tenacia siamo riusciti a farcela. Così da quest’anno siamo redattori del primo giornale di stampa italiana presente in Polonia, registrato presso il Tribunale di Varsavia, di cui sono il fondatore ed editore. Abbiamo 25 collaboratori circa che ci aiutano con articoli, traduzioni, impaginazione, ricerca sponsor, ecc.. Riusciamo a stampare ogni mese 5.000 copie cartacee (distribuzione nazionale) e inviamo la versione online a circa 5.000 contatti e-mail. In più c’è molta gente che lo scarica o lo legge direttamente dal nostro sito web.
Cosa ne pensano i lettori italo-polacchi?
Sin dal numero uno abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte dei lettori che ci inviano commenti e lettere; la comunità italiana è entusiasta e anche i polacchi lo sono, perché moltissimi conoscono l’italiano (nonostante il giornale sia bilingue) e molti sono amanti dall’Italia.
Hai notato differenze tra il mondo lavorativo polacco e quello italiano?
I polacchi sono grandi lavoratori molto rispettosi; la differenza sostanziale tra il mondo lavorativo italiano e quello polacco è negli stipendi circa 40% in meno rispetto all’Italia.
E nello stile di vita?
Ovviamente ci sono moltissime differenze, una per tutte: la cena, solitamente i polacchi mangiano abbondantemente a colazione e poi un pasto caldo a pranzo per poi cenare con un panino verso le 18. Personalmente non mi priverò mai della cena alle 20:30 e la mia famiglia è d’accordo con me. In ogni caso anche i polacchi stanno iniziando a comprendere l’importanza di stare tutti insieme seduti a tavola la sera, un momento unico – secondo me – per stare in famiglia.
Torni in Italia qualche volta?
Torno una volta ogni 3-4 mesi per visitare i miei genitori e la mia famiglia a Torino, a volte anche per questioni lavorative. A parte questo ogni volta non vedo l’ora di tornare a Varsavia: oramai è casa mia.
Di Emiliana Pistillo 26/10/2010
www.italianiinpolonia.org
www.gazzettaitalia.eu
