Matteo Fabbi: “Ho mollato tutto per aprire un ristorante a Ko Samui”

Rompere con la routine, con gli schemi della quotidianità, coi ritmi ai quali siamo assuefatti da anni, con le solite facce, le solite problematiche e i medesimi impegni la cui risoluzione non ci porta che a un misero surrogato di soddisfazione.
Piuttosto: perché non aprire un ristorante su una spiaggia tropicale, così da vivere tutto l’anno in costume da bagno. Sogni, propositi, grida d’aiuto: i forum di discussione online ne sono pieni. E ogni giorno sono migliaia le persone che cercano di mettere insieme energie, risorse e informazioni per partire e conquistare il proprio posto al sole, in tutti i sensi. Italiani in testa alla lista.
Del resto i dati parlano chiaro: secondo il ministero degli Affari esteri sono 4 milioni i nostri concittadini che hanno deciso di tentare la fortuna fuori dai confini nazionali. Fra questi, poteva mancare un reggiano? Ma figuriamoci. Ebbene dall’inizio dell’anno, a circa tredicimila chilometri di distanza da piazza Del Monte, sulle pendici di Koh Samui (Thailandia), è aperto (e gli affari non vanno affatto male) il ristorante La Cantinetta. Di proprietà di un reggiano: Matteo Sergio Fabbi, 33 anni, nato a Correggio «dove non ho mai abitato» e cresciuto a Reggio Emilia, in zona centro. Figlio unico, diplomato in ragioneria, ha lavorato per una primaria concessionaria d’auto della provincia per 7 anni. Trova Voli economici per Bangkok Trova Hotel economici a Bangkok

Quando e come ti è venuta l’idea di aprire un ristorante in Thailandia?

L’idea di aprire un ristorante non era nelle mie previsioni. L’unica mia certezza è che sarei venuto a vivere qui, per iniziare una nuova vita. Sul come e in che modo sarei riuscito a mantenermi era un problema che sapevo che avrei risolto facilmente, quindi non era in cima ai miei pensieri.

Quindi?

Mi sono guardato in tasca, ho fatto due conti e ho deciso: apro un ristorantino. Nel frattempo ero venuto a conoscenza che un altro italiano aveva messo in vendita il suo locale, ed ecco qua la Cantinetta.

Quando il tuo primo viaggio in Thailandia?

Era il 2004, avevo 27 anni. Da allora avevo cominciato a venire qui in vacanza tre volte all’anno.

Sempre a Samui?

No, qui ero venuto solo un paio di volte. Nel frattempo, avevo girato un po’ tutto il Paese, così come ho visitato il Vietnam, la Cambogia e il Laos.
La tua prima vacanza in Thailandia: con chi sei venuto e cosa ti ha lasciato il viaggio?
La prima volta sono venuto solo. Ricordo che avevo ancora una settimana di ferie da fare: ho cercato un volo low-cost e ho trovato un’ottima offerta per Bangkok. Non ci ho pensato due volte: ho prenotato all’istante. Ricordo che era il marzo del 2004 e che, quando atterrai mi ritrovai in un mondo che non pensavo neanche esistesse…

In che senso? Un cocktail di benessere capace di soddisfare tutti i sensi… Questa è Bangkok?

No, a Bangkok sono rimasto solo due giorni, dopodiché, su consiglio di un collega “esperto” di Thailandia sono andato 5 giorni a Pattaya: la Riccione della Thailandia, discoteca e belle ragazze ovunque! Dunque una vacanza del piacere… Affatto. La Thailandia non è solo belle donne disponibili, ma è anche spiritualità buddista e soprattutto educazione, rispetto, tranquillità e pace: sensazioni che questo popolo riesce a infonderti semplicemente con un sorriso.

E come è stato il tuo rientro a Reggio dopo la prima vacanza?

Tornato a casa non riuscivo a smettere di pensare che dovevo ripartire subito per tornare in un posto che mi aveva così profondamente segnato.

“Segnato”: in che senso?

E’ stata un’esperienza fortissima: prova a immaginare di trovarti a 13mila chilometri di distanza da casa, in cui nessuno capisce la tua lingua e a malapena parla l’inglese, in cui scrivono in una maniera incomprensibile, eppure ti senti al sicuro come a casa. E’ una sensazione che si avverte solo in Oriente.

E oggi come ti trovi?

Mi sento come a casa, anche se non nego che i primi giorni, soprattutto in ambito lavorativo, non è stato facile riuscire a comunicare con i thailandesi.

Come è maturata la decisione di andare a vivere in un altro Paese: in Italia non ti trovavi bene o in Thailandia ti trovi meglio?

A casa mi trovavo bene, avevo tutto ciò che volevo e forse anche di più. Eppure non ero soddisfatto del tutto del mio lavoro: ero arrivato a un punto morto, per togliersi dal quale era necessaria una nuova partenza. Quindi via! In Thailandia mi trovo benissimo: ritmi blandi, sole, mare e soprattutto ho creato un’attività tutta mia. Lavoro per me stesso e non per mille euro al mese come dipendente…
E i tuoi amici? Cosa ti hanno detto quando hai illustrato loro il tuo progetto?
Mi hanno fatto gli auguri e i vari in bocca al lupo del caso. Era da molto tempo che parlavo loro di questa mia idea, quindi erano preparati alla mia partenza. Almeno credo. (ride ndr. )

Com’era la tua giornata tipo a Reggio?

Come quella di tutti coloro che hanno un lavoro dipendente: sveglia e caffè, barba e bidet, “presto che c’è traffico”, perché per andare al lavoro non prendevo il tram… Poi palestra o piscina, qualche birretta o cinema con gli amici: insomma, una vita normalissima. Anzi troppo. C’era proprio voglia di staccare!

Com’è la tua giornata tipo ora?

Adesso non ho una giornata tipo: ogni giorno è un altro giorno, non c’è spazio per la routine a parte l’impegno lavorativo al ristorante. Ma anche questo non mi pesa come stare 8 ore in magazzino…

Quali le principali differenze nella filosofia di vita e nel tenore di vita fra Italia e Thailandia?

Qui ci sarebbe da scrivere un trattato, ma provo a riassumerti in poche parole. Qui è tutto più semplice, ogni problema viene affrontato con calma olimpica, sembra che nessuno abbia obblighi inderogabili, si vive alla giornata, e, soprattutto, con il sorriso sulle labbra. Insomma emozioni, sensazioni e ritmi della giornata che in Italia vi potete sognare (ride ndr. )

Un esempio?

In ambito lavorativo se si commette un errore si chiede scusa al superiore, dopodiché si fa una risata insieme. Mentre ricordo le tragedie italiane…
Un secondo esempio: quando si gioca a beachvolley è impossibile litigare per un punto come invece accade da noi. Non so se sono riuscito a rendere l’idea: qui la vita è semplicemente molto più rilassata e amichevole. Cosa ti affascina di questo paese e cosa cambieresti? Le cose che mi affascinano maggiormente sono: la cultura thai, la loro lingua e scrittura (ovviamente anche il territorio è molto bello), con le quali un giorno riuscirò a esprimermi perfettamente. Cosa cambierei? Non saprei di preciso, sono qui solo da un annetto. Comunque si potrebbe cercare di sensibilizzare maggiormente il popolo thai sul versante della tutela ambientale: mi sembrano ancora un po’ arretrati rispetto all’utilizzo di energie alternative e al rispetto dell’ambiente.

Cosa ti manca dell’Italia e di Reggio?

Escludendo le solite risposte banali (ovvero amici e parenti) una cosa che mi manca veramente tantissimo è l’erbazzone. Piuttosto, mandamene uno stampo ti prego! (scherza ndr) E poi mi manca la domenica allo stadio Giglio a vedere la mia amata Reggiana.

Sei in contatto con parenti e amici? Come vive la tua famiglia il fatto che te ne sei andato per un Paese così lontano e diverso?

Famiglia e amici li sento spesso, soprattutto grazie a internet. I miei genitori sono stati semplicemente fantastici! Considerando che sono figlio unico – e non è poco -, non mi hanno mai ostacolato in questo progetto. Anzi mi hanno aiutato senza farmi pesare la decisione di lasciare l’Italia.

Segui gli avvenimenti reggiani?

Sono informatissimo.

Come fai a esserlo?

Seguo tutti i giorni o quasi ciò che succede nella mia città grazie a Il Giornale di Reggio. Non lo dico per “leccare”, ma perché è l’unico quotidiano scaricabile gratuitamente. Inoltre, quando riesco, guardo il telegiornale sul sito di e- Tv. Insomma: sono informatissimo sulla mia città anche se vivo dall’altra parte del mondo.

Cosa esporteresti dall’Italia in Thailandia e cosa porteresti in Italia del modo di vivere thai?

Dall’Italia porterei un po’ di educazione stradale: qui guidano come cani e chi ha il mezzo più grosso passa per primo. In Italia, invece, porterei la spiritualità buddhista, che ti insegna a rispettare il prossimo. E qui il rispetto per la persona è veramente un diktat: se ti manca rischi grosso relazionandoti con un thai. La regola d’oro è: portare sempre rispetto a chiunque tu abbia di fronte, dal bambino all’anziano.
Sensibilità che si è un po’ persa

Sei fidanzato?

Sì, con una ragazza thai.

Quali le maggiori differenze fra le ragazze thai e le italiane?

Le maggiori differenze? Le ragazze orientali sono dolcissime, e si accontentano veramente di poco! Capito ragazze reggiane? (ride ndr. ). A parte gli scherzi: le ragazze thai sono meravigliose, spontanee, innocenti, buone e sorridenti. Basta solo dimostrare loro un affetto sincero e loro ti ricambieranno ogni santissimo giorno. Ogni cosa in più che darai loro, sarà ricambiata. Del resto i loro uomini non hanno affatto il senso della famiglia: le mettono incinte, se ne fregano dei figli e passano il tempo al bar o a giocare a carte. Evidente che l’italiano faccia loro un altro effetto…

Che hobby hai?

Adoro giocare a beachvolley e nuotare in questo splendido mare.

Come ti immagini fra 20 anni?

Spero di essere in giro per il mondo alla scoperta di altri modi di vivere: la Thailandia rappresenta solo una tappa, spero, di un un lungo viaggio alla scoperta del mondo.
Sei su Facebook, quanto le nuove tecnologie agevolano la vita di un italiano all’estero?
Posso dire che Fb, così come Skype, sono degli ottimi strumenti per rimanere in contatto con amici e parenti. Del resto le nuove tecnologie agevolano tantissimo, in ogni ambito della vita: dalle amicizie al lavoro.

Come definiresti la vita in Thailandia in 5 aggettivi?

Rilassante, divertente, salutare. Adesso mi vengono in mente questi, gli altri te li dico quando tornerai…

Quali i tuoi prossimi obiettivi?

Sul piano professionale ora provo a farmi un nome qui a Samui. Vorrei diventare un punto di riferimento per i reggiani che vogliono venire qui in vacanza. Poi, ovvio, vorrei che la mia cucina (che spazia da quella tipica thai a quella italiana) diventasse rinomata per tutti gli italiani in vacanza qui, e anche per tutti gli abitanti dell’isola. Raggiunto questo obiettivo cercherò di raccogliere una nuova sfida…

Hai nostalgia del tuo Paese?

Sinceramente? Nostalgia proprio no. Qui sto benissimo, a Reggio ho vissuto per 32 anni e sono all’estero solo da uno…

Ogni quanto torni a casa?

Ancora non sono tornato, ma penso di fare un giretto per trovare famiglia e amici a breve. Inoltre, quando i fattori tempo e lavoro lo consentiranno, penserò anche se fare una vera e propria vacanza in Italia.
Tre motivi per i quali consigli una vacanza in Thailandia…
Paesaggi incantevoli, gente straordinaria e cordiale e, soprattutto, è una vacanza economica se paragonata a quelle fatte in Europa.

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