Valerio da tre anni si è trasferito a New York per realizzare un sogno: diventare attore

Valerio Da Silva Petrone è un giovane ragazzo, originario di Roma, che dall’età di 18 anni ha iniziato a studiare recitazione. Ad un certo punto, Valerio si è accorto che mancava qualcosa nella sua vita, qualcosa che sentiva avrebbe potuto trovare all’estero. Così, complice anche il desiderio di approfondire i propri studi, ha deciso di trasferirsi a New York.
Da allora sono passati tre anni. Attualmente Valerio vive a Brooklyn, dove continua a studiare per realizzare il suo grande sogno: quello di diventare un attore.

Valerio raccontaci qualcosa della tua formazione professionale:

Sono originario di Roma, ma mio padre è brasiliano e di questo ne vado molto fiero. Sento molto la mia metà brasiliana. A 18 anni ho iniziato a studiare recitazione (anche se non mi piace molto questo termine), non sapendo dove rivolgermi, ho dato un’occhiata su internet e ho subito trovato una scuola di recitazione. Sono andato a chiedere informazioni e il giorno dopo ero già in classe.

E’ stato difficile accedervi?

Difficile no, è stato molto easy. A differenza di altre Accademie o Scuole, non c’è stato bisogno di fare un’ audizione, è bastato solo una semplice intervista.

Raccontaci qualcosa di quel periodo…

Ero così timido e non ti nascondo che lo sono ancora. Ricordo tuttora il mio primo esame, fu la mia prima iniziazione sul palco e chiesi di essere bendato. Mi vergognavo molto a stare ad occhi aperti. Se ci penso adesso mi vien da ridere, ma tutto sommato fu una bellissima esperienza!

Quali erano le tue aspettative quando hai deciso di intraprendere questa strada?

Sinceramente non avevo aspettative, volevo solo dare spazio al bambino dentro di me e giocare. Pretendere di essere qualcun’altro è un grande gioco per i bambini. Lo era per me allora e lo è ancora.

Dopo aver frequentato il corso di recitazione, cos’hai fatto? Hai lavorato con qualche compagnia?

No, ho fatto solo qualche audizione qua e là, ma non ero ancora pronto a calcare il palcoscenico, sentivo che mi mancava ancora qualcosa…

Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare?

Tra le difficoltà affrontate ci sono stati i tanti “no” che ho dovuto subire e che mi hanno portato a pensare che c’era qualcosa in me che non andava. Purtroppo quello del cinema è un mondo ricco di tante cose belle, ma anche di tante porte sbattute in faccia. In questo campo ci vuole una pazienza enorme e tanta passione e devozione. Io a quei tempi non ero ancora pronto e volevo bruciare le tappe, con le dovute conseguenze…

Perché ad un certo punto hai deciso di trasferirti a Brooklyn?

Desideravo da tanto partire, ma non avevo mai il coraggio di farlo. Mi ci sono voluti due anni, ognuno ha i suoi tempi. Sentivo che mancava qualcosa nella mia vita, qualcosa che pensavo avrei trovato all’estero, oltre al desiderio di approfondire i miei studi. Così ho pensato “quale città meglio di NY?” E sono partito…

Da quanto tempo ci vivi?

Vivo a New York da 2 anni e mezzo, quasi 3. Il tempo è decisamente volato.
A Brooklyn back and forth, ho vissuto i miei primi mesi, poi ho girato un po’ tra Manhattan e Queens, ma alla fine sono tornato. Adesso divido la casa con altri tre ragazzi, due fotografi e un attore, persone veramente talentuose!

Come si svolge una tua giornata tipo?

La mia giornata qui a New York scorre velocissima.
La mattina ci si sveglia presto, verso le 7 e 30; meditazione, poi colazione, doccia e vado a scuola di inglese (se non conosci la lingua non vai da nessuna parte) fino all’ora di pranzo. Dopodiché ho Acting class fino alle 6pm, oppure, ancora “peggio”, dalle 6 e 30 di sera fino alle 3-4 del mattino, pensa che qualche volta ho visto addirittura spuntare il sole!
Ho anche il mio tempo libero, intendiamoci.
Amo andare al cinema, ci passerei tutta la giornata. Mi alleno molto in palestra e all’aperto, tempo permettendo, l’allenamento mi aiuta a scaricare la tensione.
Una volta alla settimana organizziamo delle cene o dei brunch tra amici, per lo più tutti attori e in quell’occasione ci scambiamo idee, suggerimenti, insomma ci facciamo coraggio! Serve molto qualcuno che ti ricorda sempre perché sei qui.
Mai perdere il Focus.

Pensi che ci siano più possibilità per un attore in America?

Possibilità qui ce ne sono, tutto sta nel volerlo, non mollare e darsi tempo. Il lavoro c’è sempre e in abbondanza, devi solo uscire a cercarlo e stai tranquillo che lo trovi.

Quali sono a tuo avviso le caratteristiche per diventare un buon attore?

Sono del parere che ogni persona sia unica. Non ce n’è un’altra come te, quindi quello che offri non lo può offrire nessun altro e viceversa, più di così!!?
Of course, come dicevo prima, la passione e la devozione sono le prime cose, senza di quelle non si costruisce niente.

Quali sono i pro e i contro della tua professione?

Il lato positivo del mio lavoro è la grande opportunità che ci viene data di dar senso alle nostre emozioni, in un posto dove le emozioni contano e questo è meraviglioso. Soprattutto in questo mondo, dove appena esci di casa devi indossare una maschera per non essere giudicato o ferito da qualcuno. La società ti forza a reprimere le tue emozioni e a nasconderle al mondo esterno. Il Teatro invece ti da l’opportunità di buttare via la maschera e di essere te stesso, il vero Te, senza veli, senza paure, senza vergogna, ti offre la possibilità di mostrarti per quello che sei.
Tra i lati negativi ci metterei le notti insonni e il tanto caffè!!
Parlando seriamente, magari tra i lati negativi possono esserci le aspettative che ti fai; magari cominci a pensare che il provino sia andato bene e che, quindi, sarai tu quello che sarà scelto. Lo desideri con tutto il cuore e poi magari non accade. Ma questo fa parte del gioco.

Nel corso degli anni qual è stata la tua più grande soddisfazione e quale la più cocente delusione?

Le più grandi soddisfazioni sono quelle che ti prendi sul palco e/o davanti la camera, dopo un duro lavoro behind the stage. E’ il sapere che stai andando avanti, migliorando ogni giorno sempre di più. Delusioni, ahia, quelle ci sono sempre.
Mi ricordo, un’audizione alla quale tenevo tanto e che non andò come speravo. Piansi tutta la notte. Purtroppo quando stringi troppo una cosa, va a finire che la strozzi… ecco, questo è quello che feci con quell’audizione. 
Ma le grandi delusioni servono a farti crescere molto più di quanto non facciano le soddisfazioni. Potrebbe sembrare scontato quello che dico, ma è proprio così. Le delusioni ti aiutano a capire cosa fare e cosa non fare, sono utili per la crescita. L’importante è non perdersi mai d’animo.



Brooklyn forever?

Mah, potrei spostarmi a Manhattan… non lo so, per ora sto bene qui. Potrei anche tornare in Italia per fare qualche provino, non mi precludo niente. Amo New York e amo l’Italia, chi lo sa.

Di Nicole Cascione 22/02/2013

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