Alice lavora in una casa di produzione di pubblicità e clip musicali. Un’occasione presa al volo e ci si ritrova a lavorare in Francia a Parigi, in una casa di produzione di pubblicità e clip musicali. Una storia simile a molti giovani italiani ma con un caso del destino fortunato: la risposta, quasi per gioco, ad una domanda di stage nella capitale francese si trasforma per Alice, in una grande opportunità di lavoro.
Quando hai avuto il primo contatto con la capitale francese?
Ho conosciuto Parigi durante il mio secondo anno di università grazie ad un progetto Erasmus. Mi ha subito affascinata molto, ma l’idea di trasferirmi non é stata immediata. Una volta tornata in Italia e finiti i miei studi sono partita per Londra. Li ho capito di adorare le metropoli ma di aver bisogno di una grande città che sia in qualche modo a dimensione d’uomo.
Era prevista sin dal inizio come prima meta?
Inizialmente pensai a Roma, dove inviai un sacco di cv, ma data la poca meritocrazia che non permette di trovare un primo impiego in Italia non ricevetti alcuna risposta. In compenso risposero da Parigi, da una casa di produzione alla quale avevo inviato una richiesta di stage quasi per gioco. Mi proponevano uno stage di sei mesi. Dopo quattro giorni presi il treno, andai a fare il colloquio, mi presero e ci restai. Era novembre 2007. Al quinto mese di stage decisero di assumermi e tuttora ci lavoro. Si tratta di una casa di produzione di pubblicità TV e video clip musicali.
Di cosa ti occupi?
Nello specifico lavoro con i registi cercando di definire la direzione artistica del film che verrà prodotto.
Quali differenze hai trovato con l’Italia?
Qui, lavorativamente parlando e in linea generale, se un ragazzo dimostra di saper fare una cosa o di avere determinate conoscenze viene pagato per farlo, che sia o meno alla sua prima esperienza. La qualità della vita (in termini di tutela lavorativa, sanità ecc) sono molto alti e amministrativamente parlando la macchina funziona a meraviglia.
Difficoltà maggiore nel trasferimento?
Il rovescio della medaglia é che tutto é fin troppo regola(rizza)to. Ecco la più grande difficoltà per chi vorrà trasferirsi a Parigi…carte da riempire, tessere da avere… trovare casa sarà un vero e proprio incubo: bisogna presentarsi alla visita con un dossier completo dove si indica quanto si guadagna, chi ti fa da garante (garante obbligatoriamente francese e che guadagni 3 volte l’affitto della casa), e altre mille clausole. Aspettatevi il peggio. Davvero. E’ una città rigorosa, che pretende molto.
Difetti di Parigi?
L’attitudine alquanto fredda dei suoi abitanti non sempre aiuta, soprattutto se abituati a una certa passionalità d’animo e una grande spontaneità tipicamente latina di cui personalmente, qui, sento sempre di più la mancanza. Ma ogni città ha i suoi pregi e i suoi difetti e questa può vantare molti lati positivi. Culturalmente ed esteticamente, é ovvio, ma soprattutto per lo stile di vita che permette.
Pregi
E’ una città-paese dove é facile incontrarsi; tutto é vicino, i trasporti sono funzionali. Ci si muove benissimo a piedi (tanto che si rischia di incrociare le stesse persone più volte durante la giornata). E’ una città in cui ci si dona tempo. Non é una città take away, é una città dove a pranzo e a cena ci si siede gustando un buon vino, ricca di caffé le cui terrazze si riempiono in primavera e invitano a passarci le ore con un libro in mano. Personalmente mi ci sento a casa ma forse perche mi sento molto più europea che italiana. In fondo la distanza fisica é minima.
Cosa ti manca di più?
Direi che quello che più mi manca é una certa mediterraneità (sole, cucina, calore umano).
Di Viviana Attard 26/11/2010