UN PARADISO TERRESTRE DOVE IL 40% DEL TERRITORIO E’ AREA PROTETTA
Sabbia finissima, acqua trasparente e una stupenda barriera corallina, che con i suoi 322 chilometri è la seconda al mondo per lunghezza.
Parlando del Belize, un piccolo stato del Centroamerica affacciato sul Mar dei Caraibi, la definizione di ‘paradiso terrestre’ sembra quanto mai appropriata soprattutto se si pensa che questo Paese, nonostante la sua naturale bellezza, vive ancor oggi al di fuori delle grandi ed abusate mete turistiche ed assembla nei suoi territori chilometri di spiagge bianchissime, ettari di natura incontaminata e siti archeologici di straordinario interesse presso i quali affiora la storia del Paese.
Relax e voglia d’avventura qui si sposano quanto mai felicemente: oltre ai pomeriggi di ozio in riva al mare sdraiati comodamente sotto l’ombra di una palma ondeggiante (gli atolli e le piccole isole al largo del Belize – chiamate cayes in lingua locale – sono raggiungibili attraverso un comodo servizio di taxi d’acqua), c’è anche l’opportunità di fare snorkeling ed immersioni per godersi lo spettacolo dei suoi fondali marini, che ospitano più di seicento specie diverse di pesci oltre che una variegata e coloratissima colonia di coralli (se ne contano almeno quaranta tipi diversi).
Spostandosi nell’entroterra beliziano le meraviglie non sono però da meno. Qui il 40% del territorio è area protetta (ci sono parchi naturali ed oasi naturalistiche di rara bellezza dove poter praticare birdwatching e godersi l’abbraccio della natura) e la vegetazione lussureggiante fa da casa ad una vasta varietà di fauna, tra cui pappagalli dai colori sgargianti, scimmie nere urlatrici e giaguari. Passeggiando in mezzo alla foresta pluviale, inoltre, si potrebbero arrivare a contare addirittura quattromila diverse specie di piante da fiore.
Da ultimi, ma di non minor fascino, sono i numerosi siti archeologici sparsi per il territorio. Le tracce lasciate dai Maya trovano il loro più spettacolare esempio nei resti di una delle città-stato più estese fondate da questa florida civiltà: Caracol. Nel distretto di Cayo, immersa nella giungla beliziana, Caracol accoglie le rovine di questo mondo e la testimonianza di una cultura incredibilmente progredita, che ancora oggi non manca di suscitare domande a causa della sua misteriosa e repentina scomparsa.
Per chi si fosse convinto a raggiungere questo angolo di paradiso si consiglia però di attendere ancora qualche mese, in modo da evitare le piogge di questo periodo dell’anno. Da novembre a maggio (la stagione secca) i mesi preferibili per visitare il Belize. In volo dall’Italia, è purtroppo necessario effettuare uno o due scali negli Stati Uniti. Insomma, bisognerà attendere un po’ e il viaggio non sarà dei più semplici ma, alla fine, ne sarà valsa di certo la pena.
Di Silvia Mammarella 09/08/2011