Carmelo lavora come manager per una importante azienda

A volte, si sa, si è fin troppo preparati per il lavoro che si svolge e per il Paese in cui si vive.
E’ il caso di Carmelo Ferlito, trentacinquenne di Verona ma di origini siciliane, laureato e dottorato in economia, con il sogno nel cassetto di diventare ricercatore universitario.
Trasferitosi in Malesia, affronta per la prima volta una grande responsabilità: lavora come manager per un’azienda importante, cosa che non aveva nemmeno immaginato.

Ciao Carmelo come mai hai deciso di trasferirti in Malesia?

Cara Luisa, io sono nato e cresciuto e ho sempre vissuto a Verona, dal 1978 al 2011. Fondamentalmente durante gli studi universitari ho maturato una passione per la ricerca e l’insegnamento e nel 2004 ho iniziato la carriera accademica.
Ma non vengo da una famiglia facoltosa, per cui vivere sempre con assegni di ricerca precari da 800 euro al mese stava diventando insostenibile, nonostante affiancassi all’impegno accademico sempre altri lavoretti per arrotondare.
Così, nonostante i successi accademici, l’impossibilita’ di un orizzonte professionale più stabile mi spinge ad accettare l’offerta di lavoro giunta da un compagno di studi, che prese in mano l’azienda fondata dal padre, la “Best Poultry Technology”, che produce attrezzature per l’avicoltura.
E’ il 2009. L’azienda e’ piccola ma attiva sui mercati internazionali e così, grazie a quell’esperienza, inizio a viaggiare per il globo: l’Europa, le Americhe e, soprattutto, l’Asia. L’Asia e’ l’unico continente in cui l’attività non e’ sviluppata e così me ne faccio carico, con importanti risultati.

E da qui è nata l’idea di andare a vivere in Malesia?

Ad inizio 2011, vista la mia “esposizione” professionale sui mercati asiatici, in particolare in Indonesia e Filippine, vengo approcciato da una compagnia molto più grande, “Chore-Time”, appartenente alla galassia di Warren Buffet, che cerca un sales manager per il Sud dell’Asia, a condizione di trasferirsi in Malaysia.
L’offerta e’ economicamente e professionalmente molto allettante, e oltretutto al tempo ho già una ragazza a Jakarta in Indonesia.
Così ad Aprile 2011 inizio a lavorare per Chore-Time e a settembre dello stesso anno mi trasferisco a Subang Jaya, Malaysia. A giugno 2012 mi sposo.

L’attività ha avuto successo?

Dopo anni di attività, la mia posizione professionale e’ cresciuta e adesso sono direttore in Asia per una multinazionale olandese, la Jansen, che mi ha offerto condizioni professionali ancora più vantaggiose.

Hai colto differenze nello stile di vita rispetto a quello italiano? Il tipo di cultura è molto diversa?

Mah, le differenze sono enormi. Mi fanno pena gli espatriati che vivono solo tra loro, andando a mangiare e bere solo in posti che sono in tutto e per tutto uguali a ciò che si trova in Europa. Ovviamente, anch’io amo andare in ristoranti italiani e avere amici italiani. Ma, di norma, cerco di vivere la realtà locale. Solo così la mia vita qui può diventare un’esperienza.
Dal punto di vista dei servizi la Malaysia e’ sicuramente un Paese più efficiente dell’Italia. Le differenze più importanti però sono culturali e non nego di vivere talvolta una frustrazione profonda nell’avere a che fare con la popolazione locale, che vive di un contenuto di valori completamente diverso dal nostro.
Tuttavia e’ difficile descrivere la mistura di sensazioni positive e negative di cui faccio esperienza da qui. E anche per i viaggiatori, turisti o businessmen, che vengono qui una volta ogni tanto, e’ difficile rendersi conto. Bisogna provare..

Che attività svolgi in Malesia?

Sono direttore commerciale per l’Asia per la “Jansen Poultry Equipment”, una multinazionale attiva nei sistemi automatici di alto livello per gli allevamenti avicoli. Gestisco un team di 5 dipendenti e 20 aziende distributrici.
Ma sono anche riuscito a tenere viva la mia passione per la ricerca accademica in ambito economico. Infatti, sono Senior Fellow per l”Istitute for Democracy and Economic Affairs” e Visiting Professor in Storia del pensiero economico presso l’Inti International College di Subang Jaya. Il mio ultimo libro, “Phoenix Economics”, e’ appena stato pubblicato dalla Nova Publishers di New York.
Carmelo Mollo Tutto Malesia

Torneresti in Italia?

No, non tornerei in Italia. Ormai sono abituato a vivere in un ambiente estremamente dinamico, seppur contradditorio. Ogni volta che torno in Italia mi sento morire di immobilità.
Certo, ci sono delle cose che mancano. Non tanto il cibo o l’ambiente, ma gli affetti. Mi mancano i miei genitori, mia sorella, la mia nipotina, i miei parenti e gli amici più cari, che sono tutti in Italia.
Ma non mi lamento. Ogni scelta ha un prezzo e oggi posso dire di essere contento di essere in questa parte di mondo e di pensare di fare dei figli qui. Dei Ferlito con gli occhi a mandorla…

Consiglieresti ad altri italiani di vivere in Malesia? Ci sono opportunità lavorative?

Opportunità ce ne sono, ma gli italiani hanno delle deficienze strutturali. Dal punto di vista di chi cerca lavoro c’e’ poca disponibilità a muoversi. E poi la gente cerca di fare le stesse cose che faceva prima… Mi contattano impiegati di banca che vorrebbero venire qui a fare gli impiegati di banca… Non funziona così!!! Non si può venire qui con queste condizioni, gli stipendi impiegatizi sono bassi… Cioè, non si può venire qui a fare cose che i locali ormai fanno “benissimo” da soli…
Si può venire qui portando delle skills che possano essere valorizzate. Cioè, o si viene qui a fare i capi o non ha senso… E qui c’e’ un gran bisogno di leaders, capi, dirigenti. Alcuni italiani sono molto bravi in ciò, altri cercano solo una vita tranquilla… Per quel che riguarda le imprese che vorrebbero investire qui, beh, le vedo del tutto prive della mentalità adeguata.
Alcune aziende italiane mi hanno offerto di lavorare qui per 1500 euro al mese… Ma, voglio dire, neanche un direttore locale guadagna così poco!!!

Grazie Carmelo e complimenti per le tue scelte e i successi. Vuoi aggiungere un pensiero?

Cara Luisa, vorrei aggiungere qualcosa. Mi chiedevi cosa mi manca… Pensavo, una delle cose che mi manca di più e’ la Bellezza. Non so se ci sia ancora Bellezza in Italia… Ma di sicuro qui la dimensione estetica e’ del tutto assente.
Non si può trovare un Vittoriale qui! Non esiste passione per le cose belle.
Non si può condividere l’amore per la Bellezza come viatico per la Verità…
Ecco, questo, che in Europa e’ un aspetto in decadenza, qui non e’ mai nato…

Di Luisa Galati 24/01/2014

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