Il ritorno alla natura di Gabriele Falco
Dopo avere acquistato un terreno a 50 km da Reykjavik, sta per aprire un bed and breakfast
Gabriele Falco, di Mantova, decide di abbandonare la sua zona natia per un ritorno alla natura nei freddi ma meravigliosi paesaggi nordici: l’Islanda, cosi’ ricca di spazi e di verde lo conquista.
Oggi, proprietario d’un terreno, sta per aprire un bed and breakfast non lontano da Reykjavik.
Ciao Gabriele, cosa ti ha spinto a pensare all’Islanda come luogo dove trasferirti e vivere?
Il trasferimento in realtà è stato fatto in coppia. Prima è partita Janis (la mia compagna), nell’estate 2008. Io l’ho raggiunta definitivamente nel maggio 2010. La prima idea di provare a trasferirci è nata nell’agosto 2006, quando siamo venuti in Islanda per la prima volta come turisti. Eravamo entrambi alla ricerca di un luogo dove la natura fosse ancora protagonista. Siamo cresciuti entrambi in pianura padana, in zone ad alta densità di popolazione e smog. Volevamo provare l’esperienza di vivere in un luogo il più possibile incontaminato, in un’ottica di decrescita economica, ma riappropriandoci di tempi e spazi che nella nostra vita italiana, scandita dai ritmi di un lavoro d’ufficio, erano sempre più ristretti.
La tua compagna aveva gia’ trovato un lavoro li’?
E’ stato facile trovare un’occupazione?
Abbiamo mandato curriculum per lavorare nelle fattorie e ad inizio 2008 si è aperta per Janis la possibilità di svolgere un periodo di lavoro in un allevamento di mucche da latte, dove tuttora lavora. Io sono arrivato nel maggio 2010. Al momento sono ancora disoccupato: qui, dopo il collasso bancario del 2008, trovare lavoro per uno straniero che non parla islandese non è facile.
Avete qualche progetto?
Abbiamo comprato del terreno a 50 km da Reykjavik e stiamo costruendo una casa, con l’idea di farci un bed and breakfast a partire dall’estate prossima. Non ci sentiamo qui di passaggio, ma vorremmo restare a lungo.
Il modo di vivere islandese si discosta molto da quello italiano? Cosa ti ha colpito?
Lo stile di vita nella campagna islandese è simile ai racconti dei nostri genitori e nonni dell’Italia del periodo pre-industriale. Si seguono i ritmi della natura e tutto sembra muoversi ben più lentamente rispetto al ritmo frenetico cittadino che ci divorava in Italia. La calma che si respira è purificante. A volte si ha la sensazione di essere arrivati alla fine del mondo: sterminate valli verdi, piene di cavalli, mucche, e pecore. Spiagge remote battute dal vento, fattorie abbarbicate ai piedi di montagne. Nelle campagne parecchie persone credono ancora negli elfi, che viene chiamato il popolo invisibile. Vivono nelle rocce tra le montagne e possono essere buoni o cattivi.
La natura e’ protetta da loro. Se fai uno sgarbo alla natura loro possono vendicarsi. Forse per questo qui in campagna la natura è temuta e rispettata, credo che questa sia davvero la più grossa differenza che ho trovato qui rispetto all’Italia.
Torneresti in Italia dopo quest’esperienza?
Non so se resteremo qui per sempre, ma per il momento non c’è il desiderio di tornare. Qui abbiamo trovato una dimensione che ci soddisfa e un progetto, quello del bed and breakfast, da portare avanti nel futuro più prossimo. Più di questo non possiamo né vogliamo pianificare.
Di Luisa Galati 21/12/2011