La seconda vita di Pablo Ducali riparte dalla Thailandia. Da poliziotto a tour operator in Thailandia
Le spalle larghe, forgiate dalla palestra, per ripartire da zero non gli mancavano.
Dalla sua, poi, anche la serietà, retaggio di una carriera trascorsa come servitore dello Stato nella Polizia di Stato. Un cocktail che si è rivelato vincente per Pablo Ducali, oggi tour operator di caratura internazionale.
Da 8 anni, vive tra Phuket e Udon Thani: il suo ufficio non è più astretto da usurate pareti di caserma, ma dagli splendidi tramonti di Phi Phi Island e dalle bianche spiagge di Patong.
Trentasette anni, di madre bolognese e padre foggiano, laureato in giurisprudenza, ha creato dal nulla thailandiaweb.com, oggi consolidato tour operator, con clienti che si rivolgono a lui da ogni angolo del globo.
Pablo come mai hai scelto la Thailandia?
Mi ci porto’ mio padre in vacanza per la prima volta proprio l’anno dello tsunami, eravamo a Patong (Phuket) ma destino volle che tornassimo in Italia proprio il giorno prima della catastrofe.
Fu in quell’occasione che mi presi la “thailandite”, cosi’ come viene definita’ dagli expat la crisi di astinenza di chi lascia la Thailandia ma ne rimane ancora sedotto ed affascinato.
Spiegacela un po’…?
La Thailandia ha un tocco magico, unico ed e’ impalpabile e che raramente fa cilecca nel sedurre chi la visita e viene in contatto con una delle sue innumerevoli sfumature.
Quando e come è maturata la scelta di lasciare l’Italia e trasferirsti a vivere in Thailandia?
L’esperienza in Polizia mi diede uno scorcio, dal dietro le quinte degli addetti ai lavori, su come funzionassero, o meglio non funzionassero, le cose nel Belpaese.
E fu proprio in quel periodo che inciampai, quasi per caso, nella Thailandia.
Pensai di poter fare molto meglio che accontentarmi dell’ordinario, ed adottai quella che Sun Tzu, in noto generale e filosofo cinese, chiamava la tattica del campo di morte.
Secondo questa tattica, infatti, i soldati non perdono quasi mai quando sanno che non vi e’ la possibilita’ di ritirarsi in caso di sconfitta.
Ed allora, con soli 5.000 euro sul conto in banca, mi buttai all’arrembaggio sapendo di non aver piu’ ne’ un lavoro ne’ una casa dove ritornare.
Come nasce Thailandiaweb.com?
Arrivai a Phuket l’anno dello Tsunami e la vacanza prese una piega decisamente mondana anche se fiutai che dietro quell’enorme giocattolo turistico, si celava qualcosa di molto meno fumoso e dal potenziale misterioso.
Mio padre gestiva un portale turistico dedicato a Foggia e Provincia dal nome Foggiaweb e quando noto’ che ero entusiasta della Thailandia, registro’ il dominio e mi disse: “Questo sito e’ una miniera d’oro, se ci sai lavorare sopra”. Non me lo feci ripetere due volte.
E oggi thailandiaweb.com cosa offre?
Thailandiaweb offre “la Thailandia che vuoi tu” ovvero pacchetti viaggio e tour personalizzati sulla base delle specifiche preferenze e necessita’ di ciascun singolo turista. Il tutto con personale in lingua italiana.
La nostra missione è quella di far scoprire il bello dietro l’angolo di un quartiere della periferia di Bangkok, dare la possibilità al turista di immergersi per un istante nella contemplazione dei templi buddhisti, ritrovare un sorriso che si era dimenticato chissa’ dove.
Questi “dettagli” non li si ritrova mica scritti nei programmi di viaggio dei tour operator tradizionali e talvolta serve un po’ di inventiva, non ti pare?
I pacchetti più richiesti?
Bangkok e’ praticamente onnipresente in tutti i pacchetti. E dopo la visita della capitale, spesso segue il tour del nord con un soggiorno mare che varia a seconda della stagione tra Phuket e Krabi e Koh Samui e Koh Tao.
I tuoi clienti chi sono?
I miei clienti sono persone solitamente con una solida professione alle spalle e che vogliono affidarsi a loro volta a professionisti per trarre il meglio dalla loro esperienza in Thailandia.
Tu parli correttamente anche la lingua thailandese. Che opinione ti sei fatto della cultura thai?
La cultura thailandese e’ ancora profondamente tribale contrariamente alla repentina modernizzazione che il Paese ha subìto negli ultimi 20 anni.
Saltano quindi fuori i concetti del barattare un po’ tutto, del vivere alla giornata con un sorriso stampato sulla bocca qualsiasi cosa accada, dello sbronzarsi e fare feste a volonta’, dell’amore con chi ti capita e dei figli in copiosa quantita’.
Ormai mi ci sono abituato, adattato ed sono entrato in simbiosi con il sistema.
Cosa ti piace e cosa non ti convince?
La Thailandia tutt’oggi continua a piacermi davvero tanto, altrimenti probabilmente me ne sarei gia’ andato da un pezzo.
Ad ogni modo quello che mi va piu’ a genio di questo Paese e’ la relativa liberta’ da dettami religiosi e burocratici asfissianti.
La vita qui, se riesci a ritagliarti un contesto sociale adeguato ed ad integrarti con i locali, fila liscia come l’olio: i giorni sembrano scivolare silenziosi ma simili, gentili ma appassionanti.
Ma c’e’ anche l’altra faccia della medaglia di un Paese ancora poco civilizzato.
La Thailandia infatti tutt’oggi offre poche garanzie, e’ instabile politicamente, e la bugia spesso diviene il rifugio piu’ pratico e convincente fino a sfociare addirittura in un cinismo senza scrupolo.
E le donne thailandesi? Spiegacele un po’…
Le donne thailandesi hanno bisogno di un vaccino prima di essere vissute.
Sono dolci, sinuose, persuasive ed accattivanti e soprattutto in grado di manipolare l’uomo, cosa che infatti spesso avviene.
Solo immergendosi nel loro contesto sociale e ragionando da “thai” si puo’ infatti riuscire davvero ad ottenere il loro rispetto ed a discernere dove finisca l’amore e dove cominci la convenienza.
Pensi mai di tornare in Italia? Cosa ti manca dell’Italia?
Non penso quasi mai di tornare in Italia dato che ormai ho perennemente i cantieri in corso qui in Thailandia.
Ciò non toglie che sono fiero di essere italiano e cosciente dell’enorme patrimonio culturale che il mio Paese mi ha lasciato, ovunque io decidessi di andare.
Dell’Italia mi mancano l’arte e la cultura, i viali di Bologna, le torri degli Asinelli, le strade di Firenze, Piazza di Spagna a qualsiasi ora e Piazza Navona di sera. Dell’Italia forse mi manca proprio quello che noi tutti non abbiamo saputo raccogliere dalla nostre storia.
Che consigli dai a quegli italiani che vorrebbero trasferirsi in Thailandia?
Fate attenzione! Non e’ una decisione da prendere a cuor leggero quella di trasferirsi in Thailandia, qui le leggi ed i meccanismi sono studiati in modo tale che per la Thailandia sia semplice prendere dallo straniero e quasi impossibile dare.
Ovviamente quando si conoscono le regole del gioco, si possono anche fare le eccezioni, ma bisogna prima imparare le regole.
Storie di stranieri che non hanno avuto successo, qui se ne sentono davvero tante. Ad ogni modo ritengo che chi sappia il fatto proprio, lo possa anche esportare con le dovute cautele.
Quali le opportunità e quali i rischi da evitare?
Gli italiani si sono ritagliati qui in Thailandia una nicchia nel settore della ristorazione (un po’ come in tutto il Mondo) ma il ristorante italiano a mio avviso funziona solo se collocato dove l’affitto non costa “troppo” ed il mercato non e’ ancora saturo (come nelle principali zone turistiche della Thailandia).
Magari basta spostarsi di soli 5 chilometri piu’ in la’ per ottenere risultati del tutto insperati.
Ma la vera opportunita’ in Thailandia e’ il settore dei servizi (il mio per intenderci), in cui si possono ancora creare molteplici ed infinite nicchie, completamente scoperte dato che la fulminante crescita economica del Paese non e’ supportata da un adeguato backgroud culturale-lavorativo della popolazione locale.
Come, e soprattutto dove, ti immagini fra 20 anni?
In giro qua e la’ per la Thailandia o nel Sud-est asiatico ad organizzare e gestire i vecchi ed i nuovi progetti con una marcia in piu’ verso la letteratura ed un esercito di siti alle mie spalle.
Chi volesse contattare Pablo Ducali, può farlo scrivendo all’indirizzo: info@thilandiaweb.com
Di Alessandro Betelli