Avevo 19 anni appena compiuti, un diploma alberghiero col massimo dei voti ed una visione abbastanza piatta del futuro.
La stagione era finita ed io avrei dovuto aspettare fino a dicembre per trovare un altro lavoro in cucina. Così mi chiesi che senso aveva rimanere in Italia a spendere i soldi dei miei genitori per sopravvivere al monotono autunno piemontese in attesa di un altro lavoretto che mi desse la possibilità di sentirmi parzialmente realizzato per qualche altro mese.
Come potete immaginare, motivazioni valide non ne trovai e così decisi di prendere il primo volo per Londra, senza nessun programma di ritorno.
Avevo pochi soldi con me, ma anche grazie ad uno zio che mi ha ospitato per le prime settimane, sono riuscito a sopravvivere fino alla prima busta paga che comunque non ha tardato ad arrivare, dato che dopo 20 giorni avevo già trovato un impiego a tempo indeterminato.
Da quel momento il tempo è volato: ho cambiato tre volte casa, sono stato promosso sul lavoro, ho migliorato notevolmente il mio inglese: in poche parole mi sono costruito una nuova vita, senza neanche accorgermene, trascinato dai ritmi schizofrenici della bella London City.
Dopo quasi un anno, un mio collega Malesiano mi avanza una mezza proposta senza avere troppe speranze che io la prenda in considerazione: l’apertura di un ristorante a Kuala Lumpur.
Dentro di me scatta qualcosa e nel giro di due settimane prenoto il biglietto, anche questa volta di sola andata. È stata grande la sorpresa dei miei genitori, che nel frattempo si iniziavano a chiedere quando sarei tornato in Italia e di certo non si aspettavano che il prossimo aereo mi avrebbe portato oltreoceano. Comunque sono stati fantastici e non hanno mai provato a fermarmi.
La Malesia mi ha accolto a braccia aperte e mi sono immerso in un mondo totalmente diverso, godendo del clima tropicale e delle prelibatezze culinarie locali.
Anche qui, dal momento in cui ho iniziato a lavorare, il tempo ha cominciato a scorrere sempre più velocemente e io non mi sono reso conto di quello che stava succedendo. Fino al giorno in cui mi sono ritrovato coinvolto in un assurdo incidente stradale dopo una serata fuori con il mio collega ed amico malese.
Per miracolo o per destino, non mi sono fatto niente, solo qualche graffio ma in quel momento il tempo si è fermato ed io ho avuto modo di fare una panoramica sulla mia vita che, inutile a dirsi non mi ha soddisfatto.
Ero scappato dall’Europa alla ricerca di un mondo diverso, di altri valori, di uno stile di vita più appagante e mi ero ritrovato in una realtà per nulla differente, correndo tutto il giorno per lavoro, rinchiuso in una città infestata dal traffico.
Nel giro di un mese ho insegnato ad un ragazzo che lavorava con me come gestire la cucina e sono partito per la Cambogia da dove ho iniziato un lungo pellegrinaggio alla ricerca di me stesso e di che cosa volessi veramente dalla vita.
La ricerca ha dato i suoi frutti ed indovinate un po’ dove sono adesso? Nuova Guinea? Australia? Cina? Burkina Faso? Ebbene no, non sono in nessuno di questi posti, anche se devo confessarvi che li ho presi tutti in considerazione.
Ora sono in Italia, a Genova, dove mi sono iscritto all’università ed ho iniziato un nuovo percorso di vita, questa volta nella mia terra natale.
Con questo non pensate che abbia buttato due anni della mia vita poiché non sarei mai dove sono adesso se non avessi seguito questo percorso. Due anni fa non sarei tornato a studiare neanche sotto tortura, volevo vedere il mondo!
Solo dopo aver viaggiato ed aver vissuto in paesi diversi mi sono reso conto che se avessi saputo qualcosa in più, le mie possibilità si sarebbero moltiplicate e che avrei potuto comprendere meglio ciò che mi si presentava lungo il cammino.
Inoltre devo ringraziare i bambini ed i ragazzi della Cambogia, che seppur privi di tutto mi hanno dimostrato una curiosità ed una voglia di imparare incredibile che mi ha contagiato irrimediabilmente.
Giacomo Savonitto 09/11/2010
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