Lavorare e godersi la vita ai Caraibi, Vittorio Marchetti

Vittorio Marchetti, originario della Toscana, è un ragazzo di 34 anni che dice di essersi trasferito nei Caraibi solo per lavoro. In realtà, c’è molto di più… è un motociclista per passione e nomade nell’anima, che non ha programmato il suo futuro ma sa godersi la vita e ogni luogo in cui vive. Adesso vive e lavora in Martinica, precisamente a Sainte Luce, una delle regioni dove si trovano le spiagge di sabbia bianca più belle della Martinica. Sainte-Luce è un villaggio di pescatori oggi zona particolarmente turistica, che però conserva il suo fascino tipicamente caraibico: qui si vive senza mai guardare troppo l’orologio, tra una tranquilla passeggiata tra i negozi e piacevoli pranzetti nei ristoranti vista mare.

Ciao Vittorio, quanti anni hai e di dove sei originario?

Ciao Simona, io ho 34 anni e sono toscano come te, di Grosseto per la precisione. Sono un motociclista sfegatato… un aspetto della mia vita che ho dovuto “mollare” perché qui ai Caraibi proprio non si concilia.

Quando hai deciso di cambiare vita e trasferirti ai Caraibi e a cosa è dovuta la tua scelta? Lavoro, stress, amore?

Ho deciso di partire circa otto mesi fa, ma non è stata determinato da una mia esigenza particolare. È stata un’occasione che mi si è presentata sotto gli occhi e l’ho colta al volo! Mi è stato proposto un trasferimento di lavoro che ovviamente mi avrebbe fatto cambiare vita… e io ho accettato.

E di cosa ti occupi? Lavori nel turismo?

No, lavoro per una società di impianti industriali di Milano e in particolare mi occupo della costruzione e dell’avviamento di essi.

E come ti sei trovato ai Carabi? Sembra impossibile pensare che ti possa mancare l’Italia! Ma magari non è così…

Sì, infatti, sembra strano ma quando sei lontano è diverso, cambia la prospettiva. Insomma, mi manca il mio paese: piu’ vivo all’estero e piu’ apprezzo l’Italia.

Ma lì avrai trovato un buon motivo per restare? Qual è la cosa migliore che hai trovato lì?

Ti rispondo che io vado matto per l’arte culinaria della Martinica. In particolare, adoro le “acras” … che sono le tipiche polpette antillane strafritte a base di baccalà, aromatizzate e leggermente piccanti. Tutte le volte che le mangio, poi mi sento male per la quantità. Oltre alla cucina creola, che è un ricco melange di sapori, profumi e colori, i ristoranti propongono un’ottima cucina francese, italiana, internazionale, asiatica.

Qualcuno dei tuoi amici italiani è già venuto a trovarti?

No, per ora non è venuto nessuno… Spero tra un po’! Qualcuno a parole me l’ha promesso, ma per ora non ha ancora preso il volo.

Com’è stato il cambiamento dall’Italia? Avevi già persone che conoscevi, magari dei colleghi, e avevi già in mente un’idea del posto?

È stato un bel cambiamento, ero partito da Milano sotto la neve e arrivare qui in una realtà completamente differente con 35 gradi… e con questo mare stupendo! Non conoscevo quasi nessuno a parte un collega ed è stato bello scoprire giorno dopo giorno una nuova cultura e un nuovo modo di vivere! Dalla mia finestra vedo il mare… e non potrei alzarmi meglio di così la mattina!

Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere un salto nei Caraibi, cosa si dovrebbe aspettare?

Consigli? Come ti dicevo è un ambiente particolare, bisogna rallentare, qui non si riesce a organizzare niente: le persone del posto hanno un concetto tutto loro di puntualità. E qualche volta non è facile per niente. Io comunque mi sono trovato e mi sto trovando molto bene, le persone qui sono cordiali e disponibili anche se ci sono molti giovani che sono totalmente il contrario.

Pensando alle tue esperienze passate, se hai già vissuto all’estero, potresti fare un paragone o una previsione su quello che sarà il tuo futuro?

È difficile fare un paragone. Prima di venire qui, in passato ho vissuto in Costa Rica, in Venezuela e praticamente in tutta Italia e un po’ anche in Europa. La verità è che ora avrei un gran piacere di tornare a casa mia, in Toscana, ma non è possibile. Non so se continuerò a vivere qui, il mio futuro per ora non me lo immagino. Penso che finito il mio periodo qui, avrò un’altra destinazione in un’altra parte del mondo. Mi sento un po’ nomade.

Oltre a lavorare, cosa fai?

La mia giornata tipo è rimasta più o meno la stessa, lavoro, lavoro, lavoro però poi… tutte le sere vado al mare! Qui ci sono 35 gradi: come fai a non andarci!

Ciao Vittorio, grazie per la tua disponibilità: salutaci nella lingua ufficiale della Martinica!
Ti posso salutare in francese che è la lingua ufficiale, ma preferisco in creolo: A pli’ tar ( si scrive e si pronuncia così).

Di Simona Cortopassi 19/01/2011

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