Alberto si è trasferito a vivere e lavorare a Dubai dove distribuisce prodotti alimentari sardi. Alberto Caddeo, 29 anni di Cagliari. Dopo aver esplorato diverse opportunità di attività nel mondo, ha deciso di trasferirsi per investire a Dubai dove ha portato con sè un po’ della sua terra: infatti ha aperto una piattaforma di distribuzione “Is Mellus” food & beverage e artigianato sardo.
Un progetto che lo rende estremamente orgoglioso di esportare le tradizioni della sua terra nel mondo arabo.
“Ho già avuto ottimi riconoscimenti, è bello far capire agli altri quanto ci sia di unico nella storia dei tuoi antenati…”
Ciao Alberto, dove ti sei trasferito e da quanto tempo?
Vivo negli Emirati Arabi a Dubai, mi sono trasferito i primi di giugno.
Perché hai scelto proprio di trasferirti a vivere a Dubai?
Dopo tante ricerche di mercato, Dubai essendo un mercato emergente e in forte sviluppo per il settore che sto scegliendo, era una delle città papabili. Le altre scelte ricadevano tra Miami e Shangai.
Sei scappato dall’Italia, ma perché?
In Italia la difficoltà nel concretizzare un investimento e avere il tempo per rientrare dei propri investimenti senza dover iniziare a pagare tasse troppo onerose su qualcosa che non hai ancora guadagnato, è un macigno per tanti imprenditori e i sogni fanno in fretta a svanire.
Di cosa ti occupi a Dubai?
Avendo lavorato in passato nella grossa distribuzione di vari settori, tra cui anche quella alimentare, essendo molto attaccato alla mia terra, dopo averla conosciuta in lungo e in largo, ho deciso, dopo varie ricerche di mercato e al contempo collaborazioni con aziende fornitrici in Sardegna, di aprire una piattaforma di distribuzione food & beverage nel golfo arabo e con un occhio verso il mercato orientale, includendo anche artigianato e in futuro anche servizi per le aziende sarde che eventualmente decidano di fare investimenti in queste aree.
La Sardegna vanta prodotti ancora incontaminati che non hanno avuto alterazioni in un processo produttivo industrializzato, e quindi questo diventa la carta vincente per entrare dove altri al momento hanno più difficoltà, con i migliori prodotti, o come si dice dalle mie parte, Is Mellus.
Come pensi che stia procedendo il tuo progetto?
Il progetto è ambizioso e nella prima fase di start up sta avendo ottimi riscontri. Sono felice di tramandare la tradizione millenaria della mia terra e anche a livello istituzionale ho già avuto ottimi riconoscimenti. E’ bello far capire agli altri quanto ci sia di bello nella storia dei tuoi antenati. Avanti così.
Mentre in Italia di cosa ti occupavi?
Ho provato a fare investimenti con varie imprese, vuoi il solito modo all’italiana di arrivare sempre a trovare la truffa o a trovare il cavillo temporaneo, vuoi la burocrazia che arriva a chiederti migliaia di euro per avere una licenza imprenditoriale, e le ulteriori tasse obbligatorie anche se il tuo fatturato non è ancora in attivo, beh la risposta arriva da sola. Non voglio vivere per lavorare.
Come è stato il tuo primo impatto con il mondo arabo?
Dubai visto dall’esterno, se non hai già conosciuto il mondo, fa paura, essendo una città musulmana, ma le linee guida che stanno trasmettendo dal governo verso il popolo e chi decide di viverci sono molto equilibrate. Qui vige prima di tutto il rispetto reciproco. Ambientarsi in mezzo a quasi 200 nazionalità diverse, non poteva essere più facile.
Come passavi le tue giornate a Cagliari?
Sono sempre stato un piccolo imprenditore, solo i primi anni di gavetta mi hanno messo alle dipendenze di qualcuno (in nero). Ma questi ultimi anni facendo l’agente di commercio prima, e piccolo imprenditore dopo appunto, la mia giornata tipo era condizionata molto dal fatto di arrivare a capire come fare al meglio il mio lavoro senza che ne diventassi schiavo.
Cagliari è una città molto aperta e vivibile, arrivi in spiaggia in pochi minuti da qualsiasi parte tu arrivi, il clima è invidiabile, ha i tanti problemi di tante città italiane, ma si sta bene. Lavoravi dalle 7 del mattino, pausa pranzo sotto il sole o con amici, altre orette nel pomeriggio, e poi in relax nel birrificio di un amico, o a casa di altri. Una vita molto semplice ma intensa allo stesso tempo.
Invece come sono le tua giornate a Dubai?
Invece a Dubai per via del clima a volte estremo, ti ritrovi a lavorare e a vivere sempre dentro i locali, ristoranti, e centri commerciali, rigorosamente tutti climatizzati. Gli amici crescono, la comunità italiana è piacevole ma è anche facile farsi tanti amici di altre nazionalità. Gli hobby di ogni tipo possono essere portati avanti, migliaia di attività e tante cose da vedere. E’ comunque ancora in crescita, ma la previsione porta a tante cose positive per il futuro.
Dubai, e il tuo trasferimento, come lo hai vissuto?
Arrivare da solo, e imparare come funziona la città, nel suo modo di vivere e nel suo lato burocratico, è un attimo lento all’inizio. Qui molte persone arrivano già assunte, già con tanti aiuti da parte delle proprie aziende e non arrivano a preoccuparsi dei problemi di fondo. Ma se ci arrivi da solo, da imprenditore, dove ogni giorno devi combattere con un sistema burocratico che si sta raffinando, diciamo che ogni tanto uno sbuffo di troppo ci scappa. Ma niente di così impossibile se si ha la giusta determinazione.
Ora come ti trovi con questa tua realtà, consiglieresti gli Emirati Arabi ad altri Italiani per viverci?
Per stare a Dubai bisogna avere una mentalità molto aperta, se no per selezione naturale ti ritrovi escluso. Viverci non è facile inizialmente. Soprattutto se sei abituato a stare in mezzo a delle città con migliaia di anni di storia come in Europa, ma alla fine Dubai accoglie chiunque e ti senti al pari degli altri. Si vive bene avendo la sicurezza del lavoro giusto. In vacanza la consiglio vivamente, Dubai è tutto esagerazione, ingegno e show. Rimani attratto e affascinato da subito, nelle sue mille forme, colori e profumi. Certo non è una città da piumino e sciarpa, ma nei periodi giusti il clima è gradevolissimo sia durante il giorno che la notte.
Quali sono i tuoi hobby, hai qualche sogno nel cassetto?
I miei hobby in Italia erano legati alla mia moto. Ho viaggiato tanto in Italia dove ho conosciuto i miei amici più cari. Come sport ho praticato per tanti anni canoa anche a livello agonistico. Ma poi successivamente mi sono dilettato in altre attività molto più leggere arrivando a praticare oramai da tanti anni anche lo Yoga come percorso personale. Qui a Dubai cercherò di riprendere la moto visto tutte le terre sconfinate ancora da scoprire. Obiettivo futuro, il giro del mondo in moto. Ovviamente dopo aver pagato tutte le bollette.
La tua decisione di cambiare vita in un paese all’estero come è stata presa dalle persone a te più strette? Sei ancora in contatto con loro?
Se i tuoi amici e parenti ti vedono con tante idee buone in testa. E vedono che continui a sbattere sempre negli stessi muri e a rischiare di morire di fame nella tua terra, ti consigliano solo di andartene dove esiste ancora la meritocrazia e qualcuno possa capire quanto vali.
Vivo di comunicazione, sono un ottimo strumento e sarebbe un peccato non sfruttarli in un mercato così veloce e in continua evoluzione. Hai il mondo a portata di mano. E’ tangibile il fatto che a volte l’abuso di questi strumenti porta a raffreddare i rapporti tra le persone. Bisogna trovare il giusto equilibrio e ricordarci che un computer o un cellulare, non potranno mai ricambiare un abbraccio o le parole di una persona a te cara.
Ogni giorno, sono loro la mia forza e i miei primi sostenitori.
Come pensi che stia andando per ora il tuo “vivere e lavorare all’estero”?
Qui vige molto la meritocrazia, in ogni mercato ci sono i rischi, e non sempre è tutto oro quel che luccica. Soprattutto in un mercato velocissimo come quello del golfo. Lavorare a testa bassa, dimostrare di saper fare il tuo lavoro con la giusta umiltà, saperti ambientare e saperti evolvere insieme al mercato circostante. E soprattutto avere il rispetto per chi come te deve fare il proprio lavoro, portano sempre al successo. Poi i pescecani bisogna anche saperli evitare o affrontare. Ma li sta nell’abilità di ognuno di noi capire come andare avanti, da soli o non.
Italia e Emirati Arabi, quali differenze hai subito notato?
Chi proviene dalla bell’Italia, arriva nervoso, agitato, frenetico e irascibile. Qui i tempi sono lunghi in positivo e in negativo, quindi ti porta a prendere un passo più rilassante. Poi le festività non mancano e gli arabi hanno capito come godersi i propri investimenti.
Ti manca la Sardegna?
La mia città negli ultimi anni l’ho sempre vissuta di passaggio. Da quando ho 16 anni ho iniziato ad esplorare da solo “il mondo”. Mi manca la mia terra in generale. Gli spazi incontaminati e l’energia che ti trasmette una storia millenaria, fatta di cultura antica intrecciata con un’evoluzione quasi purtroppo incontrollabile. Cibo genuino, persone semplici e una natura che ti accoglie sempre e comunque. Si la Sardegna mi manca.
Apprezzo la tua sincerità, invece cosa ti piace di più di Dubai?
Sembra il centro del mondo, trovi ogni tipo di cibo, ogni tipo di persona, ogni tipo di lingua, ogni tipo di profumo, colore e sensazione. Tutto concentrato in una città. Come non restarne affascinati?
Sapresti descriverci almeno tre aspetti culturali tipici degli Emirati Arabi?
Principalmente qui vige la cultura islamica. Inizialmente ne ero impaurito, dovuto da una errata comunicazione che arrivava in Italia. Purtroppo solo a Dubai la mentalità islamica comunque si sta evolvendo e sta aprendo le porte all’evoluzione dell’uomo.
Altre città islamiche provano a seguire, ma ci vuole ancora tanto impegno. Per descriverla tutta ci vorrebbero anni penso, ma vivendoci a stretto contatto diventa più affascinante di quello che si pensi. E comunque interessante vedere con quale dedizione seguono orari di preghiera facendolo con una naturalezza pazzesca.
Oltre gli arabi, i primi colonizzatori sono stati gli indiani, vicini di casa. E anche qui la loro cultura seppur affascinante e profonda si scontra molto spesso con una città che ha bisogno di un’evoluzione più netta. Provengono da una paese dove la fame è molto presente e le difficoltà non mancano. Rimangono molto uniti tra loro ed è difficile arrivare a condividere qualcosa, oltre l’aspetto lavorativo.
Le altre culture sono per lo più europee, quindi molto simili a quella europea.
Ricordo comunque che Dubai vanta quasi 200 nazionalità diverse.
Come e dove ti immagini tra 20 anni?
A 49 anni? Sereno, con il sorriso dei miei figli, con la soddisfazione di mia moglie. E il frigorifero pieno di cose buone per poter invitare sempre amici a casa mia. In qualunque parte del mondo io sia. Le grandi macchine, i grandi yacht, le grandi case le lasciamo a chi non ha altro in mano.
Non importa dove per me, ma come. Cerco che avere la mia bella casetta al mare in Sardegna come posto fisso, non sarebbe male.
Prevedi in futuro un tuo rientro a vivere in Italia?
Il mondo è un posto così grande e la vita è così breve. Italia può diventare anche di nuovo casa mia, ma ho capito che casa è dove stai bene. Non dove ogni giorno devi preoccuparti di arrivare alla fine della giornata con la paura di non riuscirci.
Vuoi aggiungere qualcosa all’intervista…
Cambiare vita per volerti garantire un futuro migliore, ti mette di fronte alle tue paure più grandi, perdere tutto quello per cui hai lavorato, perdere i tuoi affetti più cari, perdere anche molte volte la strada appena iniziata. Sono sempre stato un viaggiatore e non ho mai messo limiti ai miei spostamenti. E’ sempre stata una questione di ore arrivare alla meta, non di fatiche.
Ma quando metti tutto quello che hai a disposizione per raggiungere un obiettivo cosi grande, ogni errore lo paghi caro. Ogni scelta dev’essere fatta con attenzione, e soprattutto credere in te stesso in ogni momento della giornata, pensando che se oggi è andata male, domani andremo avanti con la consapevolezza di aver imparato dai nostri errori. Quando vai avanti senza guardarti dietro, piangi ogni giorno, in silenzio, con la reale consapevolezza che siamo tutti uguali, e se ce la fanno gli altri, perché non dovrei farcela io? Poi tutto il resto è vita.
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Di Maria Valentina Patanè 17/12/2013