Licia ci spiega come vivere nel paese che sfida la crisi mondiale
Licia è una ragazza di 31 anni originaria di Montalbano Ionico, un paesino in Provincia di Matera. Ha conseguito una laurea in Lingue e Civiltà Orientali presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli e, per un po’ di tempo, ha inutilmente cercato lavoro in Italia. A 29 anni il grande salto: si è trasferita a vivere a Shanghai, Cina. “Il senso di sfiducia che si avverte ora in Europa appare come un fantasma lontano di fronte all’entusiasmo e alla gioia della gente cinese! […] In un paese in cui la creatività viene premiata e non svilita, è possibile sfruttare le proprie potenzialità per reinventarsi ed investire per il proprio avvenire.”
Sono passati quasi due anni dalla mia partenza per Shanghai. La mia scelta è stata abbastanza scontata: sono laureata in Lingue e Civiltà Orientali e la Cina rappresentava una tappa obbligata per il pieno raggiungimento dei miei obiettivi professionali.
Dopo la laurea e dopo aver trascorso mesi nella frustrante ricerca di un impiego in Italia, ho deciso, all’età di 29 anni, di partire. La conoscenza che avevo della Cina corrispondeva all’immagine che mi ero creata dagli studi universitari. Avevo la consapevolezza di andare in un paese con una storia millenaria e dalle profonde radici culturali, ma, non avendo idea di cosa avrei realmente trovato, ho deciso di rivolgermi ad un’associazione che organizzava scambi culturali all’interno della mia università.
Credevo che sarebbe stata un’esperienza temporanea e che si sarebbe conclusa al termine del corso di lingua cinese della durata di sei mesi che avevo deciso di seguire. In realtà la mia permanenza si è prolungata più di quanto avessi immaginato!
In Cina, ho avuto il sostegno di alcuni colleghi partiti prima di me ed ho subito legato con alcuni ragazzi italiani conosciuti sul posto, che mi hanno aiutata a superare le prime difficoltà di adattamento. L’impatto iniziale è stato forte: mi sono trovata catapultata in una grande metropoli, in cui ogni cosa, dalle insegne dei negozi ai volti della gente, appariva totalmente diversa. Oltre alle notevoli differenze linguistiche, inizialmente ho dovuto abituarmi ad un cielo costantemente grigio, ben diverso dagli orizzonti del nostro Bel Paese! Ho dovuto adattarmi ad un tipo di cucina con gusti, sapori e odori completamente nuovi, non andando troppo per il sottile ed evitando di pormi troppe domande sulle condizioni d’igiene dei piccoli ristoranti nei dintorni dell’università. Ho dovuto abbandonare per i primi sei mesi forchetta e coltello ed abituarmi alle bacchette!
Nonostante le difficoltà iniziali, però, sono rimasta subito affascinata dalla dinamicità di Shanghai: una metropoli cosmopolita in costante evoluzione. Ogni giorno rappresentava la possibilità di fare conoscenze diverse e di cogliere nuove opportunità. Grazie al mio forte entusiasmo sono andata avanti con sorprendente naturalezza. Seguivo il corso di cinese all’università e nel tempo libero vivevo la città, che è in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza. A Shanghai si passa dalla quiete degli splendidi parchi pieni di fascino esotico alla vita frenetica della metropoli che, animata dai più svariati locali notturni, non dorme mai.
L’opportunità più significativa si è presentata l’anno successivo, quando ho partecipato all’Expo Universale 2010, lavorando all’interno del Padiglione Italiano come guida turistica ed assistente nella organizzazione degli eventi delle regioni italiane. E’ stata un’esperienza unica, che mi ha permesso di trovarmi all’interno di un’enorme macchina organizzativa: un evento internazionale dalla vastissima portata. Da questo punto di vista ho potuto osservare da vicino l’energia di un paese, consapevole di vivere un momento storico particolarmente favorevole. Il senso di sfiducia che si avverte ora in Europa appariva come un fantasma lontano di fronte all’entusiasmo e alla gioia della gente del posto.
L’esperienza dell’Expo ha significato anche la prima vera occasione per conoscere realmente la mentalità e l’approccio al lavoro dei cinesi. Tra le differenze maggiori, ho riscontrato una certa difficoltà da parte loro nell’affrontare situazioni nuove, oltre gli schemi della loro formazione, educazione e burocrazia e la mancanza di creatività , che caratterizza invece il nostro essere italiani. Tra gli aspetti positivi, invece, mi ha colpito il senso del sacrificio e dedizione al lavoro, ma anche l’enorme entusiasmo nel confrontarsi con gli stranieri e la loro cultura.
Il 2011 si apre per me con una nuova sfida e una nuova opportunità di lavoro all’interno di un’azienda italiana.
Se dovessi guardarmi indietro, direi che, in linea di massima, sono soddisfatta dell’esperienza che ho vissuto fino ad ora ed entusiasta del futuro che mi aspetta in Cina.
E’ chiaro: essere così lontani comporta una serie di rinunce e sacrifici, in primo luogo la mancanza della famiglia e dei vecchi amici. Le distanze sono notevoli e non è possibile rientrare tanto spesso. A volte ho l’impressione di essere su una macchina del tempo, per effetto della quale io rimango la stessa, mentre trovo le persone che ho lasciato completamente diverse. Stando così lontani, si ha la sensazione di saltare avvenimenti importanti ed il timore di perdere l’intensità dei rapporti di sempre.
La scelta di vivere in Cina, però, è una scelta consapevole. Essere in Cina oggi significa trovarsi nel cuore dell’economia mondiale e avere opportunità che difficilmente si potrebbero cogliere altrove; vuol dire vivere in un paese sicuro dove non esiste criminalità, dove i servizi sono efficienti e la gente è cortese e paziente. Sono sicura che al mio rientro in Italia, che comunque considero, anche se non nell’immediato futuro, avrò sicuramente difficoltà ad abbandonare tutti questi vantaggi, che nel nostro paese sono diventati purtroppo soltanto dei privilegi.
La comunità italiana in Cina diventa sempre più numerosa e sono sempre più i giovani che accettano la sfida dell’Estremo Oriente. In base alla mia esperienza consiglierei ad un giovane che desideri intraprendere il mio stesso viaggio di aprirsi con il massimo entusiasmo, per cogliere le mille occasioni di crescita che può offrire un paese in piena espansione; e di imparare imparare da subito la lingua: unico mezzo per integrarsi a pieno nella comunità locale. In un paese in cui la creatività viene premiata e non svilita, è possibile sfruttare le proprie potenzialità per “reinventarsi” ed investire per il proprio avvenire.
Guardare al futuro, nella consapevolezza che “mollare tutto” non significa cancellare, né rifuggire il passato, ma arricchire il proprio bagaglio di nuove conoscenze, nuove immagini e nuovi incontri.
Di Maura De Gaetano 12/01/2011