Marco ha lasciato il lavoro per trasferirsi in Cina

Marco ha deciso di lasciare un lavoro a tempo indeterminato per trasferirsi in Cina, a Shanghai. Marco ha deciso di lasciare un lavoro a tempo indeterminato e trasferirsi in Cina, a Shanghai, dove modernità e tradizione si incontrano e si scontrano a ogni angolo della città. “Scegliere di cambiare totalmente vita non è una scelta facile” ammette “per questo va fatto con un po’ di incoscienza”, ma a volte il desiderio di conoscere altro e di vivere altre esperienze prende il sopravvento.

La sua avventura è appena iniziata ma al momento non ha nostalgia di un Paese dove tutti si lamentano e dove non solo la classe politica, ma anche il singolo cittadino non fa niente per migliorare le sorti di un Paese meraviglioso che sta affondando. Al momento Marco vive occupandosi di un blog e imparando il mandarino, ma quello che più colpisce è la sua convinzione che in un Paese come la Cina troverà lavoro al più presto.

Marco, raccontaci qualcosa di te: età, da dove vieni, cosa facevi nella vita, hobby, studi.

Ho 32 anni e sono nato e cresciuto in un piccolo paese della provincia di Milano, ho studiato geografia all’Università Statale di Milano e parallelamente ho scritto per diversi giornali e quotidiani con l’ambizioso sogno di diventare reporter di viaggi.

Il giornalismo è diventato presto il obiettivo, dal giornale locale sono passato ai mensili e poi a un quotidiano nazionale. Dopo la laurea e un corso in giornalismo ambientale promosso da Legambiente ho deciso di affrontare la mia prima esperienza all’estero. Si è aperta la porta di Malta dove ho lavorato in un’emittente radiofonica e televisiva (One news).

Marco ha lasciato il lavoro per trasferirsi in CinaIntanto in me cresceva anche anche la passione per la fotografia, ho sempre trovato le immagini un buon modo per raccontare e anche per fare giornalismo. Rientrato da Malta ho trovato subito lavoro in una grande agenzia fotografica (Stefano Guindani Photo) dove ho lavorato per sei anni. Un lavoro grazie al quale ho imparato molto, ho viaggiato, ho conosciuto moltissima gente e, soprattutto, era un lavoro che mi permetteva di vedere ogni giorno centinaia di fotografie, lavorando a stretto contatto con bravi fotografi da una parte e con giornali nazionali e internazionali dall’altra.

In sei anni ho avuto una crescita professionale soddisfacente sia a livello di conoscenze sia a livello di responsabilità. Poi, dopo qualche viaggio in Cina, è arrivata la decisione di partire per Shanghai.

Come si prende la decisione di cambiare totalmente vita? Secondo te è una scelta che va premeditata? O bisogna essere comunque un po’ “sognatori incoscienti” per fare un passo che per molti ancora è difficile?

Scegliere di cambiare totalmente vita non è una scelta facile, per questo va fatto con un po’ di incoscienza. Certo lasciare un lavoro a tempo indeterminato può sembrare folle oggi. Ma il desiderio di conoscere altro e di vivere altre esperienze ha preso il sopravvento. La cosa più difficile è lasciare il lavoro a tempo indeterminato e la famiglia. Poi il resto arriva da solo. Svuotare casa, affittarla, regalare la macchina, liberarsi delle cose superflue, eccetera.

Potresti raccontarci dal punto di vista pratico com’è avvenuto il tuo trasferimento: visto, ricerca alloggio, problemi con la nuova lingua… hai avuto difficoltà, ti sei rivolto a consolati, agenzie o sei riuscito a fare tutto da solo?

Diciamo che io sono fortunato. Ho preso questa decisione perché un mio carissimo amico si era appena trasferito a Shanghai. Per cui mi sono accodato a lui che ha già una casa. Il visto per la Cina funziona in modo molto semplice. Puoi ricevere un visto turistico di 30 giorni. Oppure un visto per business rinnovabile di anno in anno solo se possiedi una lettera di invito di una società cinese.

In alternativa c’è il visto di studio e io ho optato per questo. Dovendo comunque imparare una lingua difficile e per me totalmente nuova ho deciso di iscrivermi a un corso universitario di mandarino per stranieri http://en.shisu.edu.cn. Mi sono prima iscritto. E poi loro, mentre ero ancora in Italia, mi hanno mandato i documenti per richiedere un visto. Richiederlo è stato semplice e veloce, ma bisogna pagare 80 euro.

Cosa hai portato con te dell’Italia? Che tipo di attività svolgi adesso?

Con me non ho portato molto: pochi vestiti, dei libri, la macchina fotografica, il computer e una caffettiera. Per il resto in Cina si trova tutto. Per ora a Shanghai faccio lo studente. Ho deciso di prendermi del tempo per imparare la lingua, dopo tanti anni di lavoro mi prendo una pausa. Il lavoro arriverà, sono convinto.

Come mai hai scelto la Cina? E in particolare perché Shanghai? Conoscevi qualcuno? Per lavoro? Affascinato dalla loro cultura?

Come dicevo prima, sì conoscevo già qualcuno e questo è stato fondamentale nella mia scelta. L’altro fattore scatenante è stato il desiderio di fare un viaggio in una cultura lontana e diversa, e la Cina mi ha sempre affascinato. Mi ricordo che da bambino la Cina mi sembrava tanto lontana e dicevamo sempre “ma dove sei andato in Cina?” per dire un posto lontanissimo. E oggi sono qui veramente!

Shanghai, la Parigi d’Oriente, è una delle città più popolose al mondo, com’è viverci ogni giorno?

Marco ha lasciato il lavoro per trasferirsi in CinaÈ molto trafficata nonostante sia dotata di un sistema di trasporto pubblico eccellente: vi sono più di mille linee di autobus e undici linee di metropolitana. Rispetto ad altre città cinesi le strade sono generalmente pulite e la qualità dell’aria è superiore per via di un minore inquinamento atmosferico. Tu come ti muovi in città?
Shanghai è bellissima ma è anche molto inquinata. Ci sono giorni in cui si vede lo smog a occhio nudo. Lo vedo come il prezzo da pagare per stare in una città così bella e ricca di attività e di spunti.

I mezzi sono efficienti, la metropolitana moderna e pulitissima ti porta ovunque. Io solitamente mi muovo in metro, ma anche i taxi sono comodi e costano poco. Viverci è bello. Passi dal supermercato di quattro piani dove trovi di tutto alla bancarella della frutta e verdura, in strada si mangia ovunque. La cucina cinese mi interessa molto.

Rispetto alla vita italiana, come stai in Cina? Dal punto di vista economico, stile di vita, clima… e abitudini.

Sicuramente è più economico sotto certi aspetti. Anche se mantenere uno standard di vita come quello cui si è abituati in Italia sarebbe dispendioso e in alcuni casi impossibile. Il clima è simile al nostro solo un po’ più umido. Infatti in estate (agosto) è un po’ difficile sopportare il caldo, ma ovunque c’è l’aria condizionata.

Com’è (se è) avvenuta la tua integrazione in una realtà locale così differente da quella italiana?

A Shanghai c’è una grande comunità internazionale che facilita le cose. Perché non tutti i cinesi parlano inglese, anche se sono persone accoglienti e soprattutto di indole onesta. Per l’integrazione l’università mi sta dando un grande aiuto.

So che adesso ti occupi di un blog orientaljourney.wordpress.com un diario che testimonia il tuo trasferimento a Shanghai. Come ti è venuta questa idea?

Marco ha lasciato il lavoro per trasferirsi in CinaSì ho un blog, amo molto fotografare per cui ho deciso di tenere un diario fotografico online dove attraverso poche righe in inglese parlo di quel che si vede nelle mie foto oppure racconto cose sulla città. L’idea iniziale era quella di tenere aggiornati gli amici. Poi mi sono chiesto perché non estenderla al resto del mondo, magari a qualcuno interessa?

Dal punto di vista culturale deve essere un cambiamento forte rispetto al’Italia. Shanghai è una città caratterizzata da un’identità culturale ben definita e legata al concetto di modernità. Si respira davvero questa modernità? Sapresti dirmi quali sono le maggiori differenze tra la mentalità italiana e quella in cui vivi?

Marco ha lasciato il lavoro per trasferirsi in CinaSicuramente siamo diversi, la modernità si respira in ogni angolo, anche se in forte contrasto con la tradizione. Quando prendi la metro tutti hanno le cuffie alle orecchie e guardano un film sul loro tablet. O giocano a un videogioco sul proprio cellulare. In questo appaiono molto individualisti. Se invece attraversi un parco trovi gruppi di persone che insieme praticano arti marziali, danze e musica tradizionale. Sugli alberi appendono le gabbiette con gli uccellini e gli anziani curano i loro grilli. Ma appena esci dal parco ti sorprendono grattaceli di ogni forma e di ogni altezza.

La differenza sostanziale è che noi, in Italia, non siamo abituati a città di queste dimensioni. E neanche a differenze sociali e architettoniche in netto contrasto all’interno della città stessa. Contrasto che si ritrova in ogni strada della città.

Shanghai è il più importante centro finanziario e commerciale della Cina, secondo te chi potrebbe trasferirsi in Cina? Che tipo di lavoro/attività/investimento è conveniente praticare per un italiano in Cina?

Non so quali tipi di investimenti siano convenienti, sfortunatamente non faccio investimenti. Sicuramente qui c’è posto per chi conosce le lingue – soprattutto il mandarino – per gli ingeneri e per chi si occupa di economia. Anche la moda sta prendendo piede, difatti ci sono negozi con i migliori marchi di lusso italiani e internazionali.

L’Italia oramai è per te un ricordo, hai nostalgia, cosa ti manca? Sogni di rimanere lì per sempre?

Per il momento non ho nostalgia, ma è anche da poco tempo che sono qui. Penso però che in questo momento sia difficile avere nostalgia di un Paese dove tutti si lamentano e dove non solo la classe politica, ma anche il singolo cittadino non fa nulla per migliorare le sorti di un Paese meraviglioso che sta affondando.

Marco ha lasciato il lavoro per trasferirsi in CinaL’unica eco che sento arrivare dall’Italia è la lamentela. Quello che mi manca sono i miei famigliari e i miei amici ma oggi con Skype è tutto più facile. Un giorno spero di tornare in Italia e ritrovare una nazione dove l’impegno nel lavoro e nello studio siano premiati. Dove i contratti a progetto/false partite iva siano un lontano ricordo. E dove meritocrazia e stipendi siano proporzionali a preparazione e impegno. Per ora mi sembra fantascienza.

Consiglieresti la Cina come meta per espatriare o più per una vacanza?

Sì la consiglio in entrambi i casi, la Cina è grande, bella e piena di stimoli. Sicuramente vale la pena farci almeno una vacanza.

Di Simona Cortopassi 25/07/2013

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