Trasferirsi a vivere e lavorare a Tonga
Foto di Thierry BEUVE da Pixabay

Trasferirsi a vivere e lavorare a Tonga in Polinesia. Quarant’anni in infradito, Corinna e sua sorella hanno aperto un ristorante a Nuku’alofa

Dalla fredda Trieste al caldissimo regno di Tonga: Corinna, ha deciso di cambiare vita a quarant’anni e da quattro, insieme alla sorella Micaela ha coronato il sogno di una vita ai tropici, aprendo un ristorante a Nuku’alofa, capitale dell’isola polinesiana… dopo il successo iniziale della sua cucina, il sogno sta crescendo, il ristorante non basta più e Corinna ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura, vendendo il suo ristorante a chi lo vorrà acquistare e …

Di dove sei originaria?

Sono italiana nata a Udine, ma fin da bambina, mi sono trasferita con la mia famiglia a Trieste.

Hai viaggiato molto, prima di trasferirti a vivere e lavorare a Tonga? Come ti è venuta l’idea di andare proprio lì?

Da buona amante dei viaggi, ho visitato parecchi luoghi e quando andavo in ferie cercavo sempre d’immaginarmi come sarebbe stata la vita nel territorio di volta in volta visitato. Sembravano, però, essere solo sogni, anche se mi informavo il più possibile sempre e su tutto, raccogliendo dati. Per tutta la vita ho accarezzato il sogno di trasferirmi in una zona tropicale come Tonga.

Il mio desiderio si è trasformato in urgenza, quando per me, in Italia, ho raggiunto il punto di saturazione: il sistema Italia, per una serie di circostanze, era riuscito addirittura a farmi stare male fisicamente. Ho iniziato a soffrire di pressione alta, ero molto agitata, sempre sotto stress, a volte ero depressa e mi sentivo impotente nei confronti delle situazioni che vivevo. Nel frattempo mia figlia andava al liceo, con ottimi risultati, ma non vedevo un futuro per lei. Fin da quando era una bimbetta, diceva che avrebbe studiato per diventare una biologa marina, desiderio mai cambiato.

Pensando alle aspettative e alle aspirazioni di mia figlia, mi preoccupava l’assenza di fondi per la ricerca, le possibilità esigue per il futuro dei nostri giovani, la mancanza di un sistema meritocratico. E così …

Trasferirsi a vivere e lavorare a Tonga
Foto di Thierry BEUVE da Pixabay

Quanti sopralluoghi hai compiuto prima di trasferirti a vivere e lavorare a Tonga?

Insieme a mia figlia, mia sorella e mio nipote, siamo venuti in ferie nel posto più lontano possibile, Tonga appunto, a tastare il terreno, una sola volta e per due mesi e siamo rimaste affascinate dal clima sempre bellissimo (ed anche se l’estate è più umida e calda, non c’è una vera stagione delle piogge dove diluvia a dirotto per tre mesi), dal sorriso sui volti degli abitanti del luogo, dal fatto che sia semplice aprire un’attività a proprio nome anche se non si possono comprare le terre; qui la popolazione parla l’inglese e anche questa circostanza ha fatto si che fossimo facilitate in un’eventuale trasferimento. Per mia figlia, poi, ci sarebbe stata la possibilità di iscriversi in una scuola privata affiliata a Cambridge e con rette non proibitive.

E poi cos’è successo?

Tornati in Italia ci siamo riuniti intorno ad un tavolo, e ci siamo detti: “Partiamo! Comunque vada sarà un’esperienza.” Abbiamo fatto i bagagli (20 Kg + 7 a testa) e via, alla volta di Tonga. Poco o niente da perdere.

Che lavoro svolgevi in Italia?

Sempre insieme a mia sorella Micaela, avevo una paninoteca, un ristorante stagionale fronte mare, qui abbiamo un fine dinning restaurant, abbiamo solo messo in pratica quella che e’ la nostra passione: cucinare.

Vuoi parlarci della tua esperienza di ristoratrice a Tonga? Dove si trova esattamente il ristorante che stai mettendo in vendita?

Il ristorante e’ in pieno centro storico della capitale Nuku’ alofa, al primo piano, vista mare, con terrazza. www.2sisterstonga.com
L’attività è ben avviata, lavoriamo per la maggior parte con i turisti, ma anche con i locali più agiati (i tongani comuni non se lo possono permettere, purtroppo) e, come riconoscimento di professionalità e soddisfazione grande, e’ nostro lustro poter dire che serviamo il re George Tupou V e la famiglia reale per tutte le forniture di dolci. (ndr. Tonga si fonda su una monarchia costituzionale ereditaria).

Cosa ti affascina di più del paese che ti ha accolta?

La cosa che più mi affascina di Tonga è sicuramente la natura (mare, spiagge, clima) e poi l’assenza di tempo: l’orologio non ha la stessa importanza che in occidente e questo fa si che i ritmi di vita siano totalmente diversi. Purtroppo, noi occidentali, stiamo importando le nostre brutte abitudini anche qui, ma in linea di massima questa isola sperduta nel Pacifico resta senza memoria e senza cose inderogabili da fare urgentissimamente.

Si vive alla giornata ed in ogni caso c’e’ sempre un sorriso. Appena giunte qui, siamo state accolte con grande curiosità, e con rispetto, senza pregiudizi riservati agli “stranieri”.

Hai incontrato delle difficoltà per trasferirti a vivere e lavorare a Tonga? E durante il primo periodo di residenza?

Inizialmente abbiamo avuto delle difficoltà, soprattutto burocratiche e legate ai tempi molto lunghi ma la perseveranza e la cocciutaggine sono state premiate. Una volta aperto il ristorante, è stato tutto molto più semplice: le soddisfazioni lavorative non sono tardate ad arrivare e una vita decisamente più tranquilla ha fatto si che questo si trasformasse nel posto dei nostri desideri. Siamo conosciute a Tonga per la qualità del nostro cibo e la nostra professionalità e questo sicuramente ci ha permesso di mettere in vendita la nostra attività per aprirne una più grande.

Spiegami meglio cosa intendi fare ora, dopo la vendita del tuo ristorante a Tonga?

Dopo 4 anni di residenza vogliamo portare a termine il progetto di aprire un resort a Tonga, inizialmente avevamo paura di un azzardo così grande e costoso in un paese che non conoscevamo (ed abbiamo fatto bene ad aspettare, a conoscere, capire), ma ora siamo pronte.

E per un adolescente come tua figlia, com’è la vita a Tonga?

A volte qui a Tonga si ha il tempo di annoiarsi. Devo dire che dopo il primo anno mia figlia ha iniziato a stancarsi del luogo. Tonga è un’isola piccola non offre molto ad un adolescente, le stava stretta. Io ho 40 anni suonati e per me, è la vita ideale, ma non lo era per lei. Poco male, perché comunque era previsto che sarebbe andata a fare l’università in Nuova Zelanda o in Australia, e così e stato.

Ora e’ al secondo anno e si trova molto bene al campus. L’unico problema che abbiamo e’ la nostalgia una dell’altra. Era un passo da fare, già previsto, ma non sapevamo che il prezzo sarebbe stato così alto. Più per me che per lei, ovviamente.

Cosa deve tenere a mente un italiano che vuolesse cambiare vita e trasferirsi a Tonga?

Un italiano che viene a vivere e lavorare a Tonga deve tenere a mente che siamo su un altro pianeta. Forse i tongani hanno tanto da imparare del nostro sistema così evoluto dal punto di vista commerciale. Ma noi pure abbiamo tanto da imparare da loro, come la semplicità della vita a Tonga che noi invece complichiamo.

Potendo fantasticare, chi vorresti acquistasse il tuo ristorante a Tonga? A chi consiglieresti un acquisto simile?

Vorrei venisse acquistato da un italiano. Meglio una coppia con la passione per la cucina e il cibo. Vorrei che i nostri sforzi ed il successo del ristorante continuassero sulla stessa linea e non diventasse il solito bar-caffe’-ristorante-fast food. Ma ognuno fa quello che gli pare! E’ ovvio che ognuno ha la sua idea commerciale. Ma a noi ha dato molte soddisfazioni così come l’abbiamo impostato. Sarebbe un peccato perdere la qualità del cibo e del servizio che offriamo.

Cosa vuol dire cambiare vita a quarant’anni?

Cambiare vita a 40 anni vuol dire rivoluzione. Cambiare le certezze o speranze che magari avevi prima ma arricchisce e ti fa passare le paure. Ora potrei andare a vivere ovunque e ricambiare vita di nuovo. Ti fa’ sentire più forte e ti fa’ capire quanto il mondo in realtà sia piccolo.

Come si sono modificate le tue abitudini di vita, da quando ti sei trasferita a vivere e lavorare a Tonga?
E il tuo tempo libero? Come lo occupi.

Le mie abitudini si sono modificate notevolmente. Dormo 2 volte di più di quanto riuscissi a farlo in Italia. Ti assicuro che era davvero poco. Poca vita sociale banale, più introspezione, poco o niente shopping, niente TV. Mi sento più creativa ed ottimista, ho tempo per coltivare degli hobby come quello del giardinaggio. E ovviamente spiaggia: tanto sole e mare, ogni domenica di tutto l’anno.

Da quando sono venuta a vivere e lavorare a Tonga, ho la speranza che mia figlia, finiti gli studi, trovi un lavoro adeguato all’investimento di sforzi che stiamo facendo e non vada a finire nelle lunghe liste di laureati-disoccupati italiani.

Trasferirsi a vivere e lavorare a Tonga
Foto di Adli Wahid da Pixabay

C’è qualcosa di quello che stai facendo ora a Tonga, che in Italia non avresti potuto mai fare?

In Italia non potrei godere della vita all’aria aperta. Il mare, la natura, il barbeque in spiaggia, i falò ed i campeggi liberi sulle distese di sabbia bianca (pensa che abbiamo fatto Natale e Santo Stefano in spiaggia con amici, il tempo era stupendo, la Via Lattea incredibile), il rumore del mare, i miei cani, la serenità…

Volete sapere cosa mi manca dell’Italia? I brontolii di mia madre (ma spero che prima o poi ritorni, visto che è stata con noi per un anno). Il prosciutto di Parma ed un buon bicchiere di Barolo.
Ciao Italia!

Di Letizia Tiscione 02/03/2011

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